20 gennaio – Tu sazi ogni mia fame
In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?». Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Marco 2,23-28
Stare con Dio stando con te.
Passeggiando con te.
Tra le cose che Dio ha creato.
Che tu mi hai donato.
Mi riempi il cuore con le tue parole.
Con il tuo amore.
Mi riempi le mani con i frutti del campo.
Perché tu sazi ogni mia fame.
Sempre.
Di amore.
Di cibo.
Ogni fame.
Sempre.
Se è amore.
C’è sempre.
Non nei giorni di legge.
Perché se c’è l’amore.
Ogni legge è compiuta.
Ogni giorno è quello giusto.
Perché ci sono io. Ci sei tu.
C’è che ci amiamo.
È come la fame.
Viene ogni giorno.
C’è ogni giorno.
E non può aspettare il giorno giusto per essere saziata.
Perché il tempo giusto per amare è ora. Il presente.
Perché per togliere la fame ci vuole quello che c’è.
Così si ama.
Amando.
Ora. Nel presente.
Così si toglie la fame.
Sfamando.
Ora. Con quello che c’è.
Lo vedi passare.
Lo vedi passeggiare di sera.
Tra il grano.
Con i suoi.
E invece di innamorarti.
Lo rimproveri.
Gli parli male dei suoi.
E lui non ti rimprovera.
Non ti parla male dei tuoi.
Non ti parla male di nessuno.
Ti dice le parole che puoi capire.
Le parole della scrittura.
Le parole della legge.
E ti dice chi sei.
La legge è la tua casa.
È fatta per te.
Ti dice chi è lui.
È tutto suo.
È tutto per te.
Sei libero di vivere, mangiare, amare.
Innamorati.
Non parlare.
Rimproverare qualcuno perché ha fame.
Rimproverare qualcuno perché mangia.
Denunciare qualcuno perché ha fame.
Questo è quello che accade se conosco la legge senza di te.
Senza ascoltare te. La mia fame e la mia mano piena di grano sono uno scandalo.
Insieme a te, vicino a te. La mia fame e la mia mano piena di grano, sono il senso di ciò che hai creato.
Una vita da saziare con tutto l’amore che incontro.
Con tutto ciò che ho tra le mani.
Lo ha fatto Davide.
Ha mangiato pani sacri.
Perché un re è signore e custode di tutto.
Tu mi hai fatto signora e custode di tutto.
Non ti scandalizza la mia fame.
Fame saziata con ciò che hai creato per me, con ciò che hai donato a me.
Tu sazi ogni fame non c’è da scandalizzarsi.
C’è da unirsi a te.
A camminare.
La sera.
Nei campi.
Nella vita.
Con te.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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