10 gennaio – Tornare perché è casa
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». Luca 4,14-22a
Ci sono dei deserti che si riconoscono subito.
Sabbia.
Sole.
Solitudine.
Fame.
Sete.
Ci sono delle tentazioni che si riconoscono subito.
Chiare.
Chiarissime.
Stanno in bocca al demonio.
Ci sono deserti che sembrano casa.
Conosci tutti.
Tutti ti conoscono.
Non sei solo.
Tanta fama.
Non sei affamato.
Anzi.
Tutti ti vogliono.
Tutti ti lodano.
Tutti ti ascoltano.
Tutti gli occhi sono su di te.
Eppure.
Eppure.
C’è meraviglia.
Sei troppo poco. Il figlio di Giuseppe.
Per essere così tanto. Il consacrato.
Per essere tutto. Dio.
Eccolo il deserto che sembra casa.
La tua casa che dubita di te.
Si stupisce.
I tuoi che dicono Ma è solo lui.
Eccolo il deserto: casa.
Hai fatto tacere il demonio.
Si è ritirato.
Non ha vinto la fame.
Hai resistito.
Sei tornato a casa.
Potente di spirito.
Pieno di insegnamenti.
Circondato da lodi.
Sei tornato.
E fai le cose di sempre.
Nei luoghi di sempre.
Sei proprio tu.
Sei sempre tu.
Leggi quello che c’è da leggere.
Rimetti in ordine e fai quello che c’è da fare.
Seduto tra gli altri.
È così che si compiono le scritture.
Nella vita.
Nella vita di tutti i giorni.
È così che fa lo Spirito Santo.
Riempie una giornata di sabato.
In cui si fanno le cose del sabato.
È così che fa Dio.
Fa la vita.
E la abita.
Si. È proprio lui. Lui che ha creato l’ordine dell’universo. Riarrotola il rotolo. E lo dà all’inserviente.
Le scritture si compiono così.
Da seduti. In sinagoga.
A fare quello che c’è da fare.
Voglio fare come te.
Vivere quello che c’è da vivere.
E ogni volta.
Ritornare a casa.
Voglio fare come te.
Vincere le tentazioni.
E tornare a casa.
Tra i miei.
Anche se non capiscono.
Tornare perché è casa.
Tornare perché sono i miei.
Dirò loro la verità.
Come hai fatto tu.
E mi siederò tra i miei.
Come hai fatto tu.
A farmi scrutare.
Voglio ricordarmi che non sono mai sola.
Anche quando mi lasciano sola, non sono mai sola.
Perché c’è l’amore con me.
Insegnami a tornare a casa.
Tra i miei.
Anche se non capiranno.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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