Blog / Sandokan | 31 Dicembre 2014

Il diario di Sandokan – Messaggio di fine anno

Care italiane e cari italiani,
è stato un anno difficile quello appena trascorso, anche sul nostro blog. Così difficile che io stesso, in qualità di direttore d’orchestra del gineceo, ho preferito far scrivere questo messaggio a Sandokan – che scrive a mio nome perché legge i miei pensieri – e dedicarmi anima e corpo agli ultimi. Passerò l’inizio d’anno a portare doni ai bambini, travestito da befana. Spero che Photoshop mi consenta di mostrarvi a voi come sono davvero, nel mio intimo, con la scopa, il cappello e un neo sul mento dal quale si dipartono due peli … superflui forse, ma lunghi.
La crisi dei valori, inutile nascondercelo, è tra noi. Non sono istruito e Paola non mi ha fornito i numeri per fare analisi più puntuali, sebbene Paola i numeri li abbia, se dobbiamo dar credito a Polifemo, che mi sembra il più credibile fra noi. Parlo e scrivo sulla base delle informazioni che ho oggi. E io oggi parto da questi fatti: il numero di post nella discussione “Le ricette del blog” è crollato miseramente e il numero di preti che scrivono sul blog è diminuito così tanto che, a volte, le omelie finiscono per scriverle Sandokan e Dory. E poi che dire di Lidia, che in un anno è riuscita a rimorchiare sul blog solo don Gian Paolo, nonostante gli occhi che ha? Spero che a Brema le cose siano andate meglio.
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”, mi verrebbe da dire, se avessi voglia di seguire Giuseppe nei suoi pensieri. Ma non mi va. Preferisco implorare Hermig e Jack Sparrow di tornare tra noi, per prepararci qualcosa di più sostanzioso del tonno in scatola e della Simmenthal, perché la carne è debole.
La presenza di Gaetano non sarebbe da segnalare qui, tra i momenti di crisi. Purtroppo però con i suoi post lunghi ha esaurito lo spazio di memoria di Liquid Factory e mi son trovato costretto a investire tutti i guadagni di Abelis in GigaByte, che manco so che vuol dire. Soldi ben spesi però. Grazie a lui tutti abbiamo avuto modo di vedere oltre il nostro naso; abbiamo avuto l’occasione di comprendere che non sono necessariamente le tette a fare la femmina e che non è quindi vero, come sostengono in tanti purtroppo anche oggi, che sotto la quarta non possa esserci vero amore, ma soltanto stima, apprezzamento, rispetto.
Non mancano tuttavia, accanto a queste spinte centrifughe, segnali incoraggianti.
Renato e Giuseppina si sono fidanzati. So per certo che lui, in occasione Natale, le ha mandato la marmellata di prugne fatta con le sue mani e lei, alla fine, ha trovato la forza di rinunciare a un suo vecchio amore impossibile e ha detto di sì. Gran parte del merito di tutto questo va a Betulla, indefessa costruttrice di ponti: è giusto riconoscerlo.
Che dire poi di Fefral, la Mary Poppins del blog? E’ come il vento dall’est, che quando lo senti capisci che sta per accaderti qualcosa di strano. Ma non c’è sempre il vento dall’est. Tres invece c’è sempre. D’estate e d’inverno, con la pioggia e col sole, a dare importanza a tutto, a spiegarti – ma sul serio, dedicando tempo ai tuoi deliri, rispondendo sempre alle tue domande e leggendo tutte le tue risposte – che il mondo pende dalle tue labbra. Come in una commedia, nella quale tu presti al pubblico le tue labbra, mentre lei, in scena, fa la parte del “mondo”.
Acida, sempre sia lodata, sempre in bilico tra “santità” e “neurologia” come molti tra noi, ha risolto i suoi problemi, nel senso che li ha consegnati a noi. Ora sono cazzi nostri. Queste femmine femminili hanno il cervello contorto. Parlano con te solo perché tu ripeta loro quello che già hanno in testa, in modo tale che la colpa di ciò che hanno in testa diventi pure tua, in caso di pericolo. E loro, in caso di pericolo, seguono le norme anti incendio: “rompono il vetro”. Ma lo rompono facendoti capire che son disposte a perdonarti se tu ti mostri disponibile a riconoscere le tue colpe, che non sai manco quali sono ma non c’è problema: neanche loro lo sanno. Non è necessario fare l’elenco delle colpe con le femmine femminili … mica sono preti in confessionale.
Voglio infine incoraggiare Paolo, che non è a suo agio nel gineceo, a non mollare. Nessuno, in un gineceo, è mai stato a suo agio. Sono luoghi infidi, nei quali sembra che si voglia parlare “con te” mentre è “di te” che vogliono parlare. Scrivere un post qui dentro è come farsi una risonanza magnetica. C’è anche il lato positivo, che ti senti come dentro un harem circondato da odalische … anche se corri il rischio di passare per un deficiente agli occhi di un musulmano medio, che non ha mai pensato di entrare in un harem per parlare o per scrivere post. Ma che ci frega del pensiero del musulmano medio? Noi siamo cattolici.
Ho scritto abbastanza, lo so, e voi avete da fare. Perciò concludo augurando buon anno nuovo a tutti voi e alle vostre famiglie. Penso a voi, voi pensate a me.

Grazie!

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Ecco, ho finito. Il messaggio di fine anno del presbitero Leonardi al mondo sarebbe finito qua. Mi si permetta tuttavia di aggiungere due parole scritte di mio pugno.
In primo luogo vorrei farvi sapere che avrei desiderato scrivere una poesia solo per voi. Ci sarebbe stata bene, lo so. Però non sono come Loretta, che scrive in vernacolo napoletano. Io scrivo solo poesie in vernacolo malese, e la percezione che ho, chiara, della vostra abissale ignoranza mi ha incoraggiato a non sprecare tempo a poetare con voi.
In secondo luogo vorrei dirvi che Chionia prega per me e per la mia famiglia. Me lo ha scritto lei e non vedo perché non dovrei crederle. Sì, prega per tutti, lo so. Ma io sono più rassicurato quando uno mi dice che prega per me (soprattutto se me lo dice dopo avermi accarezzato), anche se so che nei “tutti” ci sono pure io. Mi immagino che, a un certo punto, lei volti pagina e si metta a parlare a Dio di me e della mia famiglia, al monastero delle clarisse di Perugia.
Ecco, ve lo volevo far sapere. Tutto il resto, come direbbe Andrea, sono chiacchiere da salotto. D’altra parte io passo un sacco di tempo in salotto a parlare. Voi no? Per esempio, per Capodanno devo preparare le crepes. Le sapete fare voi le crepes?