28 novembre – Ho sentito il tuo calore arrivare
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Luca 21,29-33.
Arrivi, amore mio.
Sento il tuo caldo.
Prima che arrivi.
So che stai arrivando.
Dal caldo che sento.
Arrivi, amore mio.
Arrivi come l’estate.
Sento il sapore dei tuoi frutti.
Prima che arrivi.
So che stai arrivando dal sapore che sento in bocca.
Arrivi, amore mio.
Arrivi come l’estate.
Vedo la tua luce.
Prima che arrivi.
So che stai arrivando.
Perché vedo tutto meglio.
Più chiaro.
Più nitido.
Come abbracciata dalla luce.
Sei tu.
Come un’estate.
Dopo un inverno duro.
Fredda.
Chiusa.
Secca.
Nuda.
Come un’estate.
Dopo un inverno duro.
Calda.
Aperta.
Umida.
Rivestita.
Si.
Guardo gli alberi e vedo la vita che esce e fiorisce.
È l’estate.
Si.
Mi guardo e vedo la vita che esce e fiorisce.
Sei tu.
Passerà questo inverno.
Passerà questo dolore, morto, cieco, muto.
Passerà questa fatica.
Passerà questo vuoto.
Passerà questo fuggire.
Passerà questo stare senza casa.
Passerà che non sei con me.
Passerà che non ti vedo.
Passerà che non ti sento.
Passerà che non ti tocco.
Passerà.
Mi sembra di morire.
Ma passerà.
Le tue parole che parlano nelle mie orecchie.
Le tue parole che passano nella mia bocca.
Le tue parole che fanno casa nelle mie braccia.
Le tue parole che si chiudono nel mio cuore.
Le tue parole che germogliano in me.
Le tue parole.
Non passeranno mai.
Non mi lasceranno mai.
Perché siamo uno.
Io e te
Ho avuto paura.
Tanta
Ho avuto freddo.
Tanto.
Ho avuto fame e sete.
Tanta.
Sono fuggita.
Sono scappata.
Ho atteso.
Ti ho atteso.
Come l’albero sono stata nuda, secca, morta.
Come l’albero ho aspettato.
Ho sentito.
Ho sentito il tuo calore arrivare.
E la mia pelle è sbocciata.
E le mie braccia, fiorite.
Ho sentito il tuo calore arrivare.
Guardatemi e capirete.
Sta arrivando.
Caldo, come l’estate.
Umido di vita, come l’estate.
Luce lunga, come l’estate.
Arriva, è vicino.
Ti ho atteso.
E ora sei arrivato.
È casa, ora.
È regno, ora.
Sei tu.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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