Uccr – L’omofobia non esiste: nessuna “lezione choc” al Pininfarina
Ancora una volta nessun caso di omofobia: nel mese di ottobre c’è stata la diffamazione mediatica dell’insegnante di religione dell’istituto Pininfarina di Moncalieri, Adele Caramico, dopo che un suo studente omosessuale, attivista minorenne di Arcigay, l’aveva denunciata a “Repubblica”accusandola di aver definito malati gli omosessuali.
La gran cassa Lgbt era scattata come al solito a reti unificate, contro la Chiesa, i cattolici e -sopratutto- contro la prof.ssa Caramico. Insulti e minacce suFacebook, accuse di ogni tipo sui media fino alle esplicite richieste di licenziamento della donna, madre di tre figli. Perfino mons. Nosiglia, arcivescovo di Torino, era intervenuto imprudentemente, credendo arbitrariamente ai giornalisti e non alla docente di religione che, nel frattempo, spiegava quanto era accaduto su “Repubblica”. Si chiama “soggezione mediatica”, una forma di timore che un pastore cristiano, proprio perché cristiano, non dovrebbe mai avere.
Tuttavia, anche in questo caso, non c’è stato alcun caso di omofobia, come ha riportato proprio“Repubblica” che aveva avviato la macchina del fango. L’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, in una nota congiunta con lo stesso istituto Pininfarina, in seguito agli «accertamenti eseguiti dal professor Stefano Fava, dirigente scolastico dell’istituto» e dopo aver sentito gli alunni della classe, lo studente protagonista della discussione con la docente e la stessa professoressa Adele Caramico, ha concluso che«la lezione di religione è iniziata regolarmente, con la richiesta agli studenti di scrivere delle riflessioni sulla bioetica e, in seguito ad una loro insistente richiesta formulata circa mezz’ora dopo, la professoressa ha affrontato in modo appropriato il tema dell’omosessualità. Il dialogo è proseguito con un gruppo di due o tre ragazzi, mentre il resto della classe procedeva con lo svolgimento del compito assegnato. Le diverse posizioni emerse durante la conversazione rispecchiano il dibattito corrente nella società italiana circa il tema in discussione. Dalle testimonianze dei ragazzi si riscontra che il dialogo si è svolto con serenità, con toni e termini propri di un ambiente scolastico e della sensibilità degli studenti». Non si sono evidenziati, aggiunge la nota, «fenomeni di coercizione o proselitismo da parte della professoressa, che durante il dialogo non ha abusato del proprio ruolo né ha tenuto comportamenti offensivi, ma ha svolto la propria funzione educativa nel rispetto dei diritti e della dignità degli studenti».
Ad accodarsi alla diffamazione –ne avevamo parlato anche noi– anche il prete mediatico don Mauro Leonardi il quale, spinto dall’ebrezza dell’esibizionismo, ha scritto un articolo delirante sull’obbligo dei cattolici di obbedire alle indicazioni dell’OMS: «alle affermazioni dell’Oms, ci deve stare, perché se no, non sta nel mondo». Purtroppo, ha continuato, «in ambiente cattolico – come ha dimostrato la lezione choc della prof di religione all’istituto Pininfarina – c’è ancora chi non accetta le conclusioni scientifiche della comunità medica mondiale perché convinto che la lobby omosessuale “dirige tutto” e che quindi le convinzioni dell’Oms non sono attendibili». Oltre al fatto che l’OMS afferma anche che i transessuali siano malati di mente e che ai bambini di 3 anni vada insegnata la masturbazione infantile -dunque lo accetta anche don Leonardi, avendo dichiarato che “alle affermazioni dell’OMS ci dobbiamo stare se vogliamo stare nel mondo”- quella della prof.ssa non fu affatto una “lezione choc” e il prete mediatico l’ha dunqueaccusata ingiustamente di frasi che non sono state nemmeno pronunciate. Diffamazione che certamente è quella che ha ferito maggiormente la docente di religione, proprio perché arrivata da un sacerdote cattolico.
Mentre attorno alla prof. Caramico cresceva la solidarietà da parte di docenti e studenti, che hanno persino lanciato una raccolta firme in sua difesa, da nessun diffamatore oggi è arrivata alcuna scusa, così come non è arrivata dagli onorevoli Andrea Marcucci e Monica Cerutti, che hanno creatoaddirittura una interrogazione parlamentare sul caso, mentre l’on. Silvio Viale si è spinto a chiedere di sottoporre l’insegnante incriminata ad una “rieducazione” Lgbt. Le scuse non sono nemmeno arrivate dadon Leonardi, misericordioso con i lontani e disinteressato al rispetto dei vicini. Imbarazzante la suaintervista di ieri in cui ha affermato di “essere vicino” alla prof.ssa Caramico, addirittura paragonandola a San Paolo quando fu flagellato. Peccato che sia stato lui stesso a flagellarla pubblicamente e ad accusarla ingiustamente. Quando l’intervistatore ha cercato di farglielo capire (nell’ultima domanda), il prete mediatico, non volendo e non riuscendo a chiedere scusa, ha sorvolato cambiando argomento. Questi sono alcuni dei pastori che la Chiesa si ritrova oggi e, purtroppo per noi cattolici, sono gli unici a cui viene data visibilità da parte dei media.
Ritornando al caso, un’altra dimostrazione di come in Italia non esista alcun fenomeno omofobia, al di là di sporadici fatti come purtroppo per tutte le minoranze. Tutti i casi sollevati dai media si sono puntualmente rivelati come bufale: finto fu il caso di omofobia alla discoteca “Just In” (accusato, di conseguenza, per diffamazione il presidente di Arcigay Verbania, Marco Coppola, che aveva avviato il caso, sempre denunciando su “Repubblica”), bufala Lgbt anche il caso del licenziamento dell’insegnante lesbica dall’istituto cattolico, bufala Lgbt anche il caso dell’uccisione del parrucchiere omosessuale Daniele Fulli, così come il caso del ragazzo dai pantaloni rosa, il caso del tentato suicidio di un sedicenne omosessuale dell’Istituto Tecnico Nautico “Colonna”, il caso del suicidio del giovane Andrea. Così come miriadi di altri casi, praticamente tutti quelli che si sono letti in questi anni sui quotidiani e che abbiamo puntualmente ricostruito nel nostro apposito dossier.