17 novembre – Mandami a prendere chi ho lasciato indietro
Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Lc 18,35-43.
Urla.
Urla.
Urla da spaccare i timpani.
Ha saputo che stai passando.
Come lo capisco.
Anche io resisto, resisto, resisto.
Ma poi non resisto più.
Se non ti vedo.
Se non riesco a vederti.
E so che gli altri ti vedono.
E so che gli altri sanno dove sei.
E io, no.
Io impazzisco.
E urlo.
Urlo.
Urlo il tuo nome da spaccare i timpani.
Non è pazzo.
Se ne stava tranquillo.
Al suo posto.
Seduto.
Cieco.
A mendicare.
Ha solo saputo che passavi tu.
E quando passi tu.
Passa la vita, la luce, l’amore, la misericordia, la bellezza, la gioia, il ridere, il calore, la vita, tu.
Certo che grida, strilla, urla.
Non è pazzo.
È innamorato.
Parli bene tu.
Mi rimproveri.
Parli bene tu che stai in piedi e lo vedi.
Parli bene tu.
Mi dici di tacere.
Parli bene tu che ci vedi e lo contempli.
Parli bene tu che puoi seguirlo.
Parli bene.
Ma ora taci e guardami, e prendimi e portami.
Ascoltalo.
Metti occhi, gambe e braccia al mio servizio.
Portami da lui.
E poi cammina con me.
Camminiamo con lui.
Ti prego taci, non rimproverarmi e portami da lui.
Amo te, amore mio.
Amo il tuo amore che mi da quello che mi manca.
Amo questa fede che mi chiede cosa voglio.
Il tuo amore mi guarda.
Mi ascolta.
Mi da.
Non ti lascerò mai.
Mai.
Mi hai dato la vista.
Ti dono il mio sguardo.
Mi hai messo in piedi.
Ti seguirò ovunque.
E tu, tu che mi volevi muta oltre che cieca.
Ora guardami.
E vedrai Gesù nei miei occhi.
Occhi che vedono solo lui.
E che non vogliono più smettere di guardarlo.
Grazie anche a te, di avermi portato da lui.
Gesù, se smetto di chiamarti.
Gesù, se camminando avanti mi scordassi di chi è a terra, dietro.
Gesù, se la mia fede mi rendesse cieca e sorda pure se ci vedo e ci sento.
Se per amare te, non amassi più nessuno.
Gesù se la mia fede non fosse più amore.
Se…
Se…
Quanti se.
Amore mio fermami se fosse così.
Se fossi così.
Amore mio fermati.
E mandami indietro.
Mandami a prendere chi ho lasciato indietro.
Chi non ho visto.
Chi non ho ascoltato.
Chi ho fatto tacere.
Amore mio se non fossi più amore.
Amami tu.
Amami di nuovo.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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