6 novembre – Nel deserto da soli si muore
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Luca 15,1-10.
Non vedo l’ora di essere in cielo.
In quel cielo che racconti tu, amore mio.
Il cielo pieno di gioia per una sola pecora che ci è neanche arrivata da sola.
Ma te la sei dovuta andare a cercare.
Ma te la sei dovuta mettere sulle spalle.
Non vedo l’ora di essere in cielo.
In quel cielo pieno di angeli in festa per un soldino ritrovato.
Non vedo l’ora di essere in questo cielo pieno di cose piccole e perdute che vengono festeggiate, festeggiate, festeggiate.
Che meraviglia.
Vieni a prendere anche me, amore mio.
L’amore per vincere l’odio deve incontrarlo.
La salvezza per vincere il peccato deve incontrarlo.
La vita per vincere la morte deve incontrarla.
Sarà una battaglia senza campo di battaglia.
L’amore parlerà con loro.
La salvezza sarà accolta in casa loro.
La vita mangerà con loro.
Non sarà una battaglia.
Sarà una festa.
Vincerà l’amore.
Ma non ci saranno vinti.
Ma solo innamorati, salvati, vivi di nuovo.
Pubblicani e peccatori.
Mangiano con te.
Mangiano la tua parola.
Si saziano con te.
Di te.
Farisei e scribi.
Mormorano di te.
Guardano con chi sei.
Che fai.
E rimangono digiuni.
Di cibo.
Di te.
Nel deserto da soli si muore.
Perché da soli si muore.
Ecco perché cerchi chi si è smarrito.
Perché non muoia.
Senza amore, senza di te, si muore.
Soli, si muore.
Ecco perché lasci tutto.
Tutti.
Ecco perché corri a cercare.
Ecco perché fai festa e chiami tutti.
E’ l’amore, la vita, che è fatta così.
Loro vedono peccatori.
Tu vedi solitudine e mancanza di amore.
Ecco la differenza.
Se ho perso qualcosa del tuo amore.
Della tua ricchezza.
Se ho perso qualcosa di te.
Anche piccola.
Mi manca tutto.
Aiutami amore mio.
Aiutami.
Fai luce.
Aiutami a pulire, a cercare, a non perdere la speranza.
Sarò felice in festa solo quando avrò di nuovo tutto tutto tutto tutto.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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