Articoli / Blog | 30 Ottobre 2014

L’Huffington Post – Da prete plaudo a Ethan e alle zucche di Halloween

Con quest’articolo perderò molti followers ma, scusate “cattolici seri”, io non resisto. Troppe volte parlare di Halloween diventa una lezione sul satanismo. Troppe volte leggere di Halloween è una lamentela sul “dove siamo finiti”. E magari ti arriva anche un messaggio su whatsApp o una notifica su Facebook, che dicono di mettere un santino al posto della tua faccia perché “delle zucche anticristiane non se ne può più”. Ma poi ci si imbatte nella storia di Ethan. Quattro anni, leucemia linfoblastica acuta da quando ha ventidue mesi. Non risponde più alle cure e ha due settimane di vita. Tu leggi e qualcosa cambia. Cambia molto. Halloween diventa Ethan che fa i muscoli mentre il papà gli aggiusta il costume da Superman. La morte non è più tra due settimane, ma tra due settimane di festa: Halloween, Natale, compleanno. Tutto in due settimane. Tutto anticipato? No, tutto al momento giusto. Perché non c’è un tempo giusto per essere felici ma “ora” è il momento giusto, e quindi “ora” sia. Un’intera famiglia e la comunità della cittadina di West Jordan, tutti in festa. Bello da piangere. E allora ti trovi a leggere di morte e vita, morte e dolcetto, scherzetto e maschere, e buon Natale, e buon compleanno, e Babbo Natale che bussa alla porta, e il presepe vivente per le strade. Così la parola morte rimane indietro e quando arriverà, troverà un bambino tra pacchi e regali e candeline e Superman.

E allora pensi che tante questioni sul satanismo e Halloween vanno affrontate riempiendole di gioia, festa, muscoli finti, risate vere, pacchi da scartare, lucette da accendere, dolcetti da riempirsi le tasche, perché il demonio ha più paura della nostra felicità che dei nostri discorsi, seppur veri. I genitori di Ethan e tutta la cittadina hanno pensato che, anche se oggi non è Halloween, non è Natale, e il compleanno di Ethan è tra un mese, papà lo veste da Superman e mamma fotografa lui che fa i muscoli e West Jordan fa festa. Ethan vive quello che può, vive oggi. Ed essere felici è proprio vivere quello che si può, con chi si ama, tra le mura di casa propria. E questo il demonio non vuole che lo sappiamo ma vuole che ci riempiamo la testa di bussolotti di pensieri che girano e girano, e ci fanno dimenticare che il cristianesimo è sempre stato così: prendere quello che c’è di buono, distinguerlo dal cattivo, ma prenderlo ovunque sia. E quando dico sempre, vuol dire, per esempio, che da sempre noi cristiani costruiamo chiese dove c’erano cose pagane o anticristiane. Se volete divertirvi, cliccate qui e godetevi la carrellata: chiesa su moschea, su terme romane, sutempio pagano, su fortificazione, su tempio di Atena e successiva moschea, su tempio dorico di Giove.

E poi, la volete sapere l’ultima? Le zucche per l’1 novembre non le hanno inventate Halloween e i satanisti, ma c’erano già, qui da noi, in Italia. In Abruzzo, in passato, andavano in giro con la zucca chiedendo offerte (dolcetti) per le anime dei morti; in Puglia, a Orsara in particolare, la festa si chiamava “fuuc acost” e si decoravano le zucche chiamate “cocce priatorje”; a Serra san Bruno (Calabria, non è il Michigan) si intagliava la zucca per ottenerne un teschio (in dialetto “coccalu di muortu”) e i ragazzini bussavano agli usci delle case e esordivano con la frase “mi lu pagati lu cuccalu?” che tradotto significa “me lo pagate il teschio?”. No, la mia fonte non è l’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti). È la rivista di “A Sua Immagine”, sì, la trasmissione Tv su RAI1 che contiene – per esempio – l’Angelus del Papa: la trovate oggi in edicola.

Grazie Ethan, perché ci sono Natali seduti al pranzo di Natale, nel giorno giusto, nel mese giusto, che sono più vuoti di una zucca di Halloween. E ci sono Natali in pieno ottobre, in cui la Madonna è pronta e la mangiatoia è piena e Ethan sul camion dei pompieri ha visto tutto, ha vissuto tutto. Mi piace molto quello che queste persone hanno fatto e hanno vissuto. E io, che se Dio vorrà, ci sarò la notte di mercoledì 24 dicembre 2014, sogno di vivere un Natale pieno di vita come quello vissuto in questi giorni a West Jordan. E se nei prossimi giorni qualche zucca verrà a bussare alla mia porta e pretenderà che cambi la mia foto di whatsapp, non penserò a Satana, ma mi farò una risata pensando a Serra San Bruno.

 

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