Papa Francesco – Sinodo: la “Relatio post disceptationem” è solo provvisoria
La Relazione dopo la discussione del Sinodo straordinario della famiglia è un documento di lavoro, non definitivo, che ora viene sottoposto alla discussione dei Circoli minori: questa la dichiarazione diffusa oggi dalla Segreteria generale del Sinodo, in occasione di un briefing nella Sala Stampa della Santa Sede, moderato dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Al briefing hanno preso parte anche i cardinali Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, in qualità di moderatori dei Circoli minori, in italiano e in inglese, del Sinodo. Il servizio di Isabella Piro:
“La Segreteria generale del Sinodo, in seguito alle reazioni e discussioni seguite alla pubblicazione della Relatio post-disceptationem e al fatto che la sua natura non sia stata spesso correttamente compresa, ribadisce che tale testo è un documento di lavoro che riassume gli interventi e il dibattito della prima settimana e ora è proposto alla discussione dei membri del Sinodo nei Circoli Minori, come prevede l’Ordo del Sinodo”.
Apre così il briefing con la stampa Padre Lombardi. La relazione non è quindi un documento definitivo. Ora lavora nei Circoli minori, che presenteranno ciascuno una propria riflessione e quindi si procederà alla stesura dei documenti finali. Il cardinale Filoni:
“C’è stata qualche sorpresa all’interno del Circolo nel leggere le prime reazioni che sono apparse nei media. Qualcuno ha manifestato anche una certa perplessità, come se il Papa avesse detto, come se il Sinodo avesse deciso… Tutto questo naturalmente non è vero”.
Non è stato comunque un errore pubblicare la Relazione, continua il cardinale Filoni, anche nella continuità dei Sinodi precedenti e nella procedura sancita dall’Ordo Synodi Episcoporum. Essenziale, però, entrare nella prospettiva dinamica, senza aspettative eccessive, anche perché il Sinodo attuale è un cammino di preparazione all’Assemblea generale ordinaria dell’ottobre 2015:
“Spero che emerga bene soprattutto questa dinamica, in cui tutta la Chiesa viene coinvolta – a vari livelli, in vari modi, in vari aspetti – perché sembra quasi che noi trattiamo un argomento o un altro, quando invece c’è una ricchezza straordinaria”.
Sulla stessa linea il cardinale Napier, che si è detto “fiducioso” del fatto che possa emergere la visione del Sinodo nel suo insieme e non la posizione di un gruppo particolare”.
Rispondendo, poi, ad una domanda dei giornalisti, il cardinale Filoni ha sottolineato le ripercussioni negative che i conflitti hanno sulle famiglie del Medio Oriente. Ma anche ha ricordato la grande importanza dell’unità familiare, come da lui sperimentato in Iraq, Paese visitato nel mese di agosto in qualità di inviato speciale del Papa:
“Una delle cose che a me ha colpito di più è che le famiglie sono rimaste unite. Anche dove non c’era la possibilità di avere delle stanze, si sono creati dei piccoli compound in cui è stato affidato un luogo a ogni famiglia, possibilmente anche famiglie dello stesso villaggio. L’obiettivo era di ricreare l’ambiente, almeno a livello socio-psicologico, in cui vivevano perché in questo dramma generale le famiglie non fossero penalizzate anche nella mancanza di un sostegno familiare, umano, di conoscenza, e direi anche di fede perché queste persone pregavano”.
Intanto, la Sala Stampa vaticana ha reso noto stamani il contenuto degli interventi liberi pronunciati ieri mattina nell’Aula del Sinodo, a seguito della presentazione della “Relatio post disceptationem” da parte del cardinale Peter Erdö, relatore generale dell’Assise. In generale, la Relazione è stata apprezzata nella sua capacità cogliere lo spirito dell’Assemblea. Positivo, quindi, l’approccio, ma da migliorare la contestualizzazione. Inoltre, sono state suggerite alcune riflessioni aggiuntive. Ad esempio, parlare più diffusamente anche delle famiglie fedeli agli insegnamenti del Vangelo, perché emerga con più chiarezza che il matrimonio indissolubile, felice, fedele per sempre, è bello, è possibile ed è presente nella società. Ancora il cardinale Filoni:
“La prima aspettativa, che credo sia comune a tanti nuclei familiari, è quella di sapere, di sentire che noi incoraggiamo queste famiglie, che loro sono l’oggetto della nostra attenzione”.
Altri suggerimenti: dare maggiore accento alla tutela della donna e alla sua importanza per la trasmissione della vita e della fede, fare più riferimenti alla famiglia come “Chiesa domestica”, valorizzandone la prospettiva missionaria nel mondo contemporaneo. Approfondire e chiarire meglio il tema della “gradualità”, che può essere all’origine di una serie di confusioni. Per quanto riguarda l’accesso ai Sacramenti per i divorziati risposati, ad esempio, è stato detto che è difficile accogliere delle eccezioni senza che in realtà diventino una regola comune.
E’ stato pure rilevato che la parola “peccato” non è quasi presente nella “Relatio”. Riguardo agli omosessuali, la necessaria accoglienza va accompagnata dalla giusta prudenza, affinché non si crei l’impressione di una valutazione positiva di tale orientamento da parte della Chiesa. La stessa attenzione è stata auspicata nei riguardi delle convivenze.
Riguardo allo snellimento delle procedure per le cause di nullità matrimoniale, qualche perplessità è stata sollevata riguardo alla proposta di affidare maggiori competenze al vescovo diocesano, gravandone eccessivamente le spalle, mentre una riflessione più approfondita è stata auspicata per i casi di poligamia e per la diffusione della pornografia su web, rischio reale per l’unità familiare. Infine, in relazione all’apertura alla vita da parte delle coppie si è sottolineata la necessità di affrontare in modo più approfondito e deciso non solo il tema dell’aborto, ma anche quello della maternità surrogata.