Blog / Una donna nel Vangelo | 14 Agosto 2014

14 agosto – Fammi capace

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Mt 18,21-35.19,1.

Fino a quando devo contare per amare? Fino a sempre.
Perdonare è amare fino a sempre . Non bastano le dita.
Solo il cuore lo contiene.
Dimmela tu la misura dell’amore.
Dimmi il tuo cuore che le mie mani non sanno perdonare, che le mie mani non bastano per amare.
Dammi te. Dammi te settanta volte sette.
E sarò perdono. Sarò amore senza misura.
Fammi capace di contenere le tue ricchezze.
Fammi mani che non si stringono per soffocare ma si aprono per dare.
Per dare quello che ho, che è tuo e che è tanto.
Insegnami la pietà.
Quella che hai avuto con me.
Che mi ha aperto il cuore, la vita.
Insegnami il perdono.
Quello che hai dato a me.
Senza contare.
Che mi ha riempito il cuore.
Insegnami la pazienza.
Quella che hai provato con me.
Che ha atteso che contassi.
Che contassi le volte che mi hai amato.
E sono qui che conto l’amore
Che conto la gioia.
Che conto.
Che conto.
Che conto.
E gli aguzzini non mi avranno.
Perché mi sono consegnata a te.
Insegnami la compassione.
Quella delle tue braccia.
In cui mi sono stretta tante tante tante volte.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).