
17 luglio – Ci si pesa addosso
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Mt 11, 28-30
Netto: Venite.
Chiaro: A me.
Generoso: Tutti.
Senza spiegazioni: Stanchi e oppressi.
Così sei tu, amore mio.
Così è il tuo abbraccio, il tuo cuore.
Solo lì, in te, trova riposo la mia stanchezza.
Solo lì in te si alza la mia oppressione.
Abbracciami, caricami del tuo giogo.
Insegnami te.
Insegnami dove poggiarlo.
Il tuo cuore è già mio.
Dammi le tue spalle su cui poggiare la mia vita.
Fammi trovare il ristoro che è nascosto nelle tue braccia.
Fammi baciare la tua mitezza, la tua umiltà.
Versami il tuo cuore dentro.
Del fare l’amore, mi piace che ognuno sente e porta il peso dell’altro.
Ci si pesa addosso, ci si lascia tra le braccia le proprie stanchezze.
Le tue braccia intorno a me.
Io allacciata a te, sei così bello.
Il tuo cuore è così bello.
Umile e mite tra le mie braccia.
Il tuo peso mi ristora.
Sei dolce amore mio.
Sei leggero.
Uniti uniti uniti.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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