Papa Francesco – Combattiamo la corruzione
16 giugno 2014
La corruzione dei potenti finisce per essere pagata dai poveri, che per l’avidità degli altri finiscono senza ciò di cui avrebbero bisogno e diritto.
Una storia molto triste che, pure se antichissima, è tuttora lo specchio di uno dei peccati più a portata di mano: la corruzione.. Quando il re Acab – intenzionato ad allargare un po’ il suo giardino – gli chiede di vendergliela, Nabot rifiuta perché non intende disfarsi dell’eredità dei suoi padri. Il re prende molto male il rifiuto, così sua moglie Gezabele ordisce una trappola: con la complicità di falsi testimoni, fa trascinare in tribunale Nabot, che finisce condannato e lapidato a morte. E alla fine, consegna la vigna desiderata al marito, il quale la prende tranquillo, come se niente fosse accaduto. Questa storia si ripete continuamente tra chi detiene potere materiale o potere politico o potere spirituale.
Sui giornali noi leggiamo tante volte: ah, è stato portato in tribunale quel politico che si è arricchito magicamente. E’ stato in tribunale, è stato portato in tribunale quel capo di azienda che magicamente si è arricchito, cioè sfruttando i suoi operai. Si parla troppo di un prelato che si è arricchito troppo e ha lasciato il suo dovere pastorale per curare il suo potere. Così i corrotti politici, i corrotti degli affari e i corrotti ecclesiastici. Dappertutto ce ne sono. E dobbiamo dire la verità: la corruzione è proprio il peccato a portata di mano, che ha quella persona che ha autorità sugli altri, sia economica, sia politica, sia ecclesiastica. Tutti siamo tentati di corruzione. E’ un peccato a portata di mano. Perché quando uno ha autorità si sente potente, si sente quasi Dio.
Del resto si viene corrotti lungo la strada della propria sicurezza. Con il benessere, i soldi, poi il potere, la vanità, l’orgoglio… E di là, tutto. Anche uccidere. Ma chi paga la corruzione? Chi ti porta la tangente? No, sostiene, questo è ciò che fa l’intermediario. La corruzione in realtà la paga il povero.
Se parliamo dei corrotti politici o dei corrotti economici, chi paga questo? Pagano gli ospedali senza medicine, gli ammalati che non hanno cura, i bambini senza educazione. Loro sono i moderni Nabot, che pagano la corruzione dei grandi. E chi paga la corruzione di un prelato? La pagano i bambini, che non sanno farsi il segno della croce, che non sanno la catechesi, che non sono curati. La pagano gli ammalati che non sono visitati, la pagano i carcerati che non hanno attenzioni spirituali. I poveri pagano. La corruzione viene pagata dai poveri: poveri materiali, poveri spirituali.
Invece, l’unica strada per uscire dalla corruzione, l’unica strada per vincere la tentazione, il peccato della corruzione, è il servizio. Perché, spiega, la corruzione viene dall’orgoglio, dalla superbia, e il servizio ti umilia: è la carità umile per aiutare gli altri.
Oggi, offriamo la Messa per questi – tanti, tanti… – che pagano la corruzione, che pagano la vita dei corrotti. Questi martiri della corruzione politica, della corruzione economica e della corruzione ecclesiastica. Preghiamo per loro. Che il Signore ci avvicini a loro. Sicuramente era molto vicino a Nabot, nel momento della lapidazione, come era molto vicino a Stefano. Che il Signore gli sia vicino e gli dia forza per andare avanti nella loro testimonianza, nella propria testimonianza”.