Le Lettere di Bruno Mardegan – Corrispondenza sui sindacati e la cogestione
La lettera che Bruno Mardegan ha pubblicato su Avvenire il 31 maggio ha avuto una certa eco di cui sono una traccia le altre lettere pubblicate di seguito
Gentile direttore, qualche tempo fa avevo interloquito con Lei sull’importanza per il superamento della crisi e il rilancio dell’economia dell’introduzione nel nostro sistema economico del modello sociale tedesco. Ricordo che Lei assentì documentatamente al mio asserto. La politica italiana ha in cantiere questo cambiamento, ma non nei tempi rapidi richiesti dalle pesanti difficoltà in cui ancora ci troviamo.A una rassegna stampa di Radio/3, un ascoltatore ha osservato che la società Lamborghini ha rimontato la crisi alla grande dopo il passaggio della stessa in mani tedesche. Da allora l’occupazione di quell’azienda è triplicata. Ma il merito non è del capitale tedesco, bensì dell’introduzione in azienda del modello sociale tedesco . Il presidente Renzi in un’intervista ha parlato di Germania modello, e pertanto da imitare. Confido che il premier si riferisca al modello di cogestione che ha arricchito la Germania, rendendola la locomotiva d’Europa Considerati i risultati eccezionali ottenuti dalla Germania con l’applicazione dell’economia sociale, sono del parere che in Italia questa riforma sia prioritaria su ogni altra. Con un governo forte, proteso verso le riforme e con la Confindustria appaiata a Renzi auspica un vero cambiamento di fondo del nostro sistema economico, ritengo che il momento sia propizio al passaggio a questa formula epocale . Cordiali saluti e auguri di buon lavoro. Bruno Mardegan – Milano
Lettera pubblicata da Avvenire il 31 maggio
Buongiorno concordo pienamente con le sue riflessioni:come ex dirigente della CISL ricordo che nel panorama del sindacalismo italiano la pratica della “codecisione” sul modello tedesco è sempre stata sostenuta da questa organizzazione,fin dalla sua costituzione.Il contesto italiano non ne ha consentito finora l’introduzione, sia per la visione prevalentemente conflittuale della CGIL, che per la scarsa propensione del padronato italiano che in buona parte ha preferito non avere altri soggetti nella gestione dell’impresa (soldi in Svizzera quando le cose vanno bene, Cassa integrazione nei tempi di vacche magre, scarsa trasparenza fiscale e con gli azionisti etc.). Ora Matteo Renzi sta’ facendo un’operazione culturale di straordinaria portata nella modernizzazione della sinistra italiana, c’è solo da augurarsi che vada in porto e con essa, finalmente,anche un modello d’impresa e di sindacalismo che consenta questa auspicabile riforma Cordiali saluti Renato Vallini–
Dottore, grazie molte. E’ una riflessione che mi trova d’accordo: resta l’interrogativo se il modello di co-gestione – inteso come modello nel quale sindacati ha un ruolo forte in CdA – possa essere attuato in Italia senza prima aver riformato i sindacati stessi . hanno spesso recitato più un ruolo ricattatorio che costruttivo, mi pare. Che ne pensa? Saluti cordialissimi, Riccardo Gotti Tedeschi
Il governo sta mettendo in riga la CGIL con la quale ha anche buon gioco perchè la cogestione in Germania è stata voluta dal maggiore sindacato,la IG Metall. Cordialmente. Bruno Mardegan
Certo. Non è male l’editoriale di questa mattina su Corsera a firma Galli Della Loggia. Entro sera conto di mandarle un mio (umilissimo) commento su divorzio breve . questo parlamento ha tanta fretta di sconquassare ulteriormente l’istituto familiare proprio quando il tasso di disoccupazione giovanile è ai massimi storici. Demenziale. Ma ormai non ci sorprendiamo più di nulla. Mi chiedo solo in quale dimensione vivranno i miei figli (auspicabilmente) un domani. Cordialmente Riccardo Gotti Tedeschi
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