
21 maggio – Dal Padre a tutti
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Gv 15,1-8
Durante la Messa lasciamo che il Signore ci poti attraverso le parole, attraverso la preghiera, attraverso la richiesta di perdono. Infine andiamo da Lui. E una volta presa l’ostia portiamo frutto. “Messa” è una parola che rimanda proprio all’ andare per il mondo, trasmettere, testimoniare l’Amore che si è ricevuto, come il Figlio lo ha ricevuto dal Padre. Ognuno di noi è incastonato in questo meraviglioso meccanismo di amore trasmesso e mai trattenuto che parte dal Padre e poi ci chiama tutti per nome attraverso il sentiero che è Gesù.
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