Il diario di Paci – 16. Almeno girati
Ho trovato delle scarpe bellissime.
Era l’ultimo numero, il mio, un prezzo piccolo.
Te lo volevo dire Stella, me le sono messe così le vedi.
Scusa ma Renè?
Sono proprio arrabbiata, Stella.
Ieri mi fa, hai preso la spazzatura?
Perché fai domande così? Sono davanti a te.
Le mani sono libere, ho la spazzatura in mano?
Guardami.
Sai perché me lo chiedi? perché non mi guardi.
Perché tu non sei con me neanche quando ci sei.
Ho sempre odiato quando la maestra mi diceva: hai messo la divisa Paci?
Ero davanti a lei, davanti alla classe, avevo vestiti normali addosso.
Si vedeva che non avevo la divisa.
Che coño de preguntas me haces?
Stella le scarpe le faccio vedere a te, perché René lo vedo solo che risponde a tutte le telefonate. Che già sorride al nome sull’ iphone ancor prima di rispondere.
Solo per me le giornate sono così piene?
Ma cosa pretendi?, mi dice Renè, pretendi troppo.
Non pretendo troppo, René, pretendo tutto.
Vabbé Paci…
Ma come si fa, Stella?
Gli innamorati si scrivono, si dicono, si sussurrano, mille parole.
A chi non ama non servono le parole perché il non amore si vede.
Non si ascolta, si vede.
Il non amore è tutta verità, tutta realtà.
Si vede subito, non si può nascondere.
Vabbé Paci, te lo devo dire: tu mi fai pena.
Vieni da me per le scarpe quando avresti un marito.
Perché non la pianti con questa storia con René?
Perché non la fai finita?
Guarda che succede, di smettere di amarsi.
Mica è colpa di nessuno.
Ma. Non lo so.
È come quando smetti di stirare? Tiri la spina e il ferro si spegne e si raffredda poco a poco?
Più o meno Paci.
Non lo so Stella, perché io sono povera, non ho nulla, e le cose che ho le devo tener da conto.
Io, anche le cose che hanno smesso di funzionare perché stacchi la spina, io… anche quelle… hanno bisogno di cura, di attenzione.
Se no si rovinano e ormai no es como en mí pais in Italia quelli che aggiustano non li trovi più.
E allora poi, quando le riusi, le cose, non funzionano più. Le devi buttare.
Ma io non voglio buttare nessuno.
Io quando spengo il ferro, non faccio come te, Stella. Io lo lascio dritto per non far cadere l’acqua che è rimasta dentro.
Io con Renè faccio così.
A un certo punto mi sono spenta.
Ad un certo punto il fatto che non mi ama, mi ha staccato la spina dentro.
Però René io continuo a proteggerlo. A rimanere, a continuare.
Cioè ho fatto come con il ferro da stiro.
Si è spenta la lucetta, ma non è che ho buttato il ferro.
Ho arrotolato il filo, l’ho messo dritto per non far uscire l’acqua dentro.
Poi l’ho smontato perché se no si forma il calcare che tappa i buchi e poi quando lo riaccendi il vapore non esce più.
Io, Stella, penso che René tenta di amarmi.
Tenta di amarmi.
Tenta.
Lo sai quanto amore c’è in un tentativo?
Tantissimo.
L’amore consumato, l’amore completo nella mia vita non esiste.
Lui, forse, secondo me, lui tenta.
E io tento di innamorami di tentativi.
Però, almeno, René, girati quando parlo.
(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella.