Articoli / Blog / Papa Francesco | 06 Ottobre 2013

Mauro Leonardi – Dammi il dono di essere fraintendibile

Dopo quasi sette mesi di pontificato, una cosa è certa: questo Papa è fraintendibile. Il mio personale entusiasmo per lui che, non lo nascondo, nasce anche da un’istintiva simpatia, non di rado deve fare i conti con il disagio di alcuni cattolici, soprattutto quelli della dottrina pura e dura e che sono stati tanti anni in trincea dividendo il mondo in “noi e loro”. Gli addebiti più o meno larvati sono noti. In genere, rispondo che anch’io chiedo al Signore il dono di essere fraintendibile, e poi cerco di spiegare il perché. Ogni testo può essere compreso solo nel suo contesto, la frase “ti sta bene” vuol dire una cosa se detta dalla mamma che vede il figlio in lacrime perché ha preso un votaccio all’interrogazione per non aver studiato (rimprovero ), e un’altra se detto dal fidanzato alla fidanzata per l’abito nuovo (complimento). Ora, la novità di Papa Francesco è il contesto: lui non vuole essere parroco della chiesa cattolica ma del mondo intero. Gli interessano le 99 pecore fuori dal recinto piuttosto che l’unica dentro. Gli interessa trovare il terreno comune su cui dialogare: a Scalfari non può interessare la scristianizzazione, ma la disoccupazione giovanile o la solitudine dei vecchi, sì. E allora perché non parlare di queste ultime due dal momento che – oltretutto – secondo noi cristiani, sono conseguenze della scristianizzazione? Prendiamo il termine proselitismo. L’impressione negativa che il Papa dà a questo proposito deriva soprattutto dalla necessità di riscoprire la capacità di attrazione che ha Cristo. È un’idea ripetuta moltissimo. Le muraglie – anche le muraglie cinesi – al massimo riescono a tener fuori per un po’ i nemici, mai a tener dentro gli amici. Se il proselitismo è “arpionare” una persona, la capacità di attrazione è essere nel freddo di una pianura e vedere il fumo di un fuoco salire al cielo; vedere la luce del faro che indica il porto alla nave. Ogni istituzione, partito, movimento, sia ecclesiale che civile, quando nasce cresce sempre per la sua capacità di attrazione. Non ha altro. Chi nasce non ha la forza di organizzare una caccia. Avete visto qualche volte i filmati delle iene e delle gazzelle? Le iene cacciano assieme, sono organizzate: ma questo non lo può fare un realtà debole, che inizia. Il 4 ottobre san Francesco, pensiamo a lui. Francesco non voleva fondare nulla: attirava. Gesù nel vangelo usa una sola volta la parola “proselito” ed il contesto è negativo “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi” (Mt 23,15). Vedo nella strategia di conquista dei farisei quella delle iene di cui parlavo prima, di un’organizzazione che “punta una persona” per ottenere la sua adesione. In sintesi, Papa Francesco ci invita a tornare al carisma, alla novità di Cristo, a ciò per cui attira. E per far questo ci colloca nel contesto dell’intera umanità, del mondo. E chi rimane in un contesto più piccolo, lo fraintende. Gesù, per favore, rendimi fraintendibile.