Blog / Foto | 08 Settembre 2013

Le foto del blog – Veglia per la Pace

Una signora presente in Piazza san Pietro la sera del 7 settembre 2013, manda un testo con delle foto.

Ed ecco Piazza San Pietro: è sempre Lei. Magnifica, Monumentale, Mamma. Ancora di più perché è immersa in uno splendido tramonto di fine estate. Il cielo azzurro che si colora di rosa e di rosso. Qualche nuvola appena accennata e i gabbiani che volano sopra di noi. C’è tanta, tantissima gente. Il mio sguardo, tuttavia, viene subito rapito lassù: a quella cupola che Michelangelo progettò in modo che sembrasse una “trottola” pronta per volare nel Cielo. Là. In alto. E soprat tutto…a quella Croce. Immersa nell’azzurro è ancora più bella. A fianco, poi, alla mia sinistra, in alto, c’è un quadro della Madonna. E’ lontano da me, ma lo riesco a vedere bene. Lei e la Croce vicini. Come sempre. In un vincolo dove l’Amore è più forte della morte, della violenza, della paura. Come dice il canto all’inizio di questa liturgia, riguardo a Maria: Presente alla Croce, tu porti il dolor; la luce di Pasqua è gioia dei cuor.

Proprio davanti a me le guardie svizzere portano all’altare l’icona di Maria Salus Populi Romani…Regina della pace. La gente fa foto, si sentono scrosci di applausi e poi il silenzio.
Quando arriva il papa, ancora applausi: io non riesco ad applaudire. Sono lontanissima da lui. Vedo solo un “puntolino” bianco sotto l’Immensità del Cupolone e davanti ad una folla immensa…Mi viene paura per lui. Dai video grandi appesi all’inizio del colonnato di S. Pietro, in alto, indovino in Francesco un contegno serio e dolente, persino un po’ di fatica. Un primo piano rivela occhiaie che dicono di notti passate insonni a causa di questi venti minacciosi di guerra che si levano dal mondo in questi giorni. C’è tristezza e preoccupazione in quel volto, ma anche una sollecitudine e una sicurezza profonda. La sicurezza della fede. Sono commossa e un po’ preoccupata per quest’uomo reso papa…E, prego. Non riesco ad applaudire.
Inizia il Rosario.
Mi colpiscono tantissimo le riflessioni di Santa Teresa di Gesù Bambino…Non conosco questa santa, ma dice delle cose di una meravigliosa e semplice profondità. Non posso che commuovermi a queste parole. Maria con la sua umiltà “ attiri nel tuo cuore la Santissima Trinità”. L’Immenso in un cuore umano. La stessa umiltà di Gesù che, grazie al “sì” di Maria, si è incarnato sulla Terra e si presenta alla storia, Lui, L’Infinito, Il Verbo di Dio “ avvolto in pochi panni” e con “il vagito” di un neonato, di un in-fante, di un essere così piccolo, indifeso e fragile da non possedere neppure la parola. Lui che la Parola lo è. Da sempre.
E poi la riflessione che mi è piaciuta di più. Quella che mi ha commosso alle lacrime. Siamo al quarto mistero gaudioso: la presentazione di Gesù al tempio. Santa Teresa dice: “ Ti amo, Madre, confusa tra le altre donne, quando ti avvii verso il tempio di Gerusalemme . Ti amo quando presenti il nostro Salvatore a quel santo vecchio che lo stringe tra le sue braccia. Sorrido ammirando la sua gioia, ma poi mi commuovo alla sua preghiera e alla sua profezia che ti annuncia come una spada i tuoi dolori futuri”.
Una riflessione semplice ed immensa che dice tanto tanto dell’amore di Maria, del suo cuore: la Madre di Dio cammina “confusa” tra la gente. Non si sente privilegiata. Non cerca gloria per sé. Si sente una come le altre e serva del Signore. La Grazia che l’ha investita, Le fa sentire più intimamente la Sua condizione di creatura, di dono totale, di servizio. La porta alla vera umiltà che è la verità di riconoscere Dio come unico salvatore come accade, gioiosamente, nel Magnificat.
Sublime, poi, l’immagine di questo vecchio che abbraccia Gesù in fasce. Il simbolo dell’umanità che cerca Dio, Lo cerca per una vita, per una vita e poi magari…Ecco: lo trova in un bambino. E riconosce la Salvezza anche se ancora non si è pienamente rivelata. Come fa questo vecchio a riconoscere in Gesù neonato il Salvatore del mondo? Non lo so. Penso accada lo stesso a me, a te, a noi quando crediamo che nell’ostia…quel tondino trasparente di solo pane…Lui c’è. E ci ama. Anche noi, lì, “lo stringiamo tra le nostre braccia” come il vecchio Simeone. Follia e miracolo insieme per cui l’Infinitamente Grande vive, silenzioso, nell’Infinitamente piccolo.
Infine…La profezia del dolore per questa Madre…Di una spada che la trapasserà da parte a parte…Maria è la Compassione. La Compassione che meditando i propri dolori nel cuore diventa Madre per tutti noi in un dono semplicemente totale di sé.
Lo capisci bene meditando il V Mistero. A proposito Santa Teresa dice: “ …ma quando torni a Gerusalemme, un grande dolore ti aspetta, il tuo cuore è inondato da un dolore: Gesù si sottrae alla tua tenerezza per tre giorni e solo questo diventa per te un vero e duro esilio”. Non c’è dolore più grande per una Madre. E Maria l’ha portato questo dolore immenso dal momento in cui ha detto “Sì” all’Angelo fino alla Croce. Mi colpiscono sempre i quadri della Madonna con il bambino. Lui si tende, ancora piccolo, come dono al mondo e Maria sembra volerlo trattenere…Ultimo materno istinto che non vorrebbe per suo Figlio quel sacrificio. Eppure…Maria accetta la volontà di Dio. Accetta. E quel ragazzino di dodici anni che le risponde che è “venuto per fare le cose del Padre mio”…è l’uomo, è l’uomo che le dice, in punto di morte, di prendere Giovanni come Figlio. Come figli tutti noi. E Lei accetta.
Il discorso del papa è …DA RIMANERE SENZA FIATO. Non è un discorso da papa, ma da pontefice. Costruttore di ponti. Tra gli uomini, tra le nazioni, tra la storia qui ed ora ed il Piano di salvezza eterno che Dio ha da sempre per noi.
Ed ecco che, partendo dalla genesi, il papa descrive questo Piano: Armonia. Il creato che è “cosa bella”. Contemplato quasi da Dio che lo ha creato con premura, con amore infinito. L’uomo vertice di questa meraviglia è chiamato a custodire il creato con accanto una donna che è “carne della sua carne” . nonmsi conosce conflitto, paura, solitudine, fatica, morte…solo Comunione e Armonia. Stasera, in Piazza San Pietro, si respira un po’ quest’atmosfera. Nessuno di noi si conosce. Parliamo lingue diverse – spesso. E abbiamo vite diverse: sposati, celibi, consacrati, religiosi, preti, semplici curiosi… Credenti e no. Ma siamo tutti uniti, tutti insieme. Perché fin dall’Eternità, l’amore è nella relazione. La Trinità è relazione d’amore. Che genera la pace. Stasera, un po’, tutti noi qui in San Pietro la respiriamo questa relazione. Ci sentiamo vicini anche con chi non c’è e sta vivendo questa veglia in parrocchia o davanti alla tv, anche con chi non c’è e avrebbe voluto esserci; anche con chi questo grido di pace si ostina a non volerlo ascoltare. Vi racconto un aneddoto personale. Ieri sera, sapevo che in Piazza c’era anche una persona a me molto cara. Ovviamente non ci siamo incontrati. Solo un messaggino reciproco con due parole “Ci sono!” ma anche senza vedersi….Quel “ci sono” è stato di una forza incredibile. Più che se quella persona fosse stata a fianco a me. Quella vicinanza fisica che non è stata possibile, mi ha fatto avvertire più chiaramente e profondamente la vicinanza spirituale, la vicinanza nella preghiera. Per Cristo, con Cristo ed in Cristo….
E quando l’uomo vuol fare da sé, quando vuole fare a meno di Dio, quando si sottrae a questa relazione d’amore che dalla trinità vorrebbe coinvolgere, dovrebbe coinvolgere ogni cuore…Ecco che viene la vergogna, lo scoprirsi nudi, l’accusa verso chi era carne della nostra carne, fino al delitto di Caino. Non c’è solo dis-armonia. Ma caos. Violenza, sopraffazione, dolore. “Homo homini lupus”.
“Dov’è tuo fratello?” Caino risponde: “Son forse il custode di mio fratello?”. Il papa dice che anche noi dobbiamo rispondere a questa domanda. Tutti dobbiamo rispondere. Perché laddove c’è violenza, ingiustizia, egoismo, dolore…Tutti siamo responsabili. Perché tutti, tutti, tutti, veramente dovremmo sentirci custodi dei nostri fratelli. Custodi l’uno dell’altro. Perché l’essere custodi è la cifra più intima della dignità umana e il senso della fraternità.
Che nostalgia! Sì, credo tutti abbiamo provato nostalgia per questo mondo di pace, di reciproco interesse, di amore. E, ripeto, siamo stati felici, credo, di averlo ricreato un po’, ieri sera attraverso il digiuno e la preghiera.
Il mondo invece ora è proprio devastato dai conflitti, dall’egoismo, dalla sete di potere. Avviene nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nelle e tra le nazioni. Un panorama desolante di vendetta, violenza, dolore. Soprattutto verso i bambini che il papa ha ricordato con particolare e paterna preoccupazione e sollecitudine.
Il papa si è chiesto se sia possibile uscire da una spirale di violenza così. E la risposta forte è stata “sì”. Per noi credenti questa possibilità riposa tutta nella Croce dove a tutta la violenza, l’ingiustizia del mondo si risponde con l’amore. “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” e in questa estrema risposta d’amore per l’Umanità si unisce anche Maria. Maria che segue e vive il Calvario passo dopo passo. Maria che incrocia lo sguardo del Figlio, Maria che ne condivide tutto il dolore. Maria che sta sotto la croce. E non ha una parole né un sentimento, non uno, di ritorsione, di violenza, di rabbia verso chi ha fatto questo a suo figlio. Sta. In silenzio. E ama. E perdona. E crede.
I bambini – purtroppo tantissimi sono vittime silenziose di tutti i conflitti ( le immagini terrificanti dei bimbi morti a causa delle armi chimiche in Siria stanno di fronte agli occhi e colpiscono il cuore, fanno male) – sono protagonisti stasera ed elevano una preghiera . Due bimbi recitano una preghiera a Gesù e a Maria Immacolata per la pace. Credo che ci siamo tutti commossi in quel momento. Perché abbiamo sentito la possibilità concreta che si realizzino queste parole: “ Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al Sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini”.
Il papa alla fine invita tutti a continuare a pregare. Tutti insieme. Oggi è domenica ed è la natività di Maria. Cerchiamo di avvicinarci a quella culla. A quella neonata che aveva già in sé la promessa della Salvezza. Ogni bambino porta nel mondo la Speranza di Dio. L’Amore di Dio. Ci ricorda la verità della resurrezione e di quel mondo, prima del peccato originale, dove tutto è Armonia. Quella bimba in cui da subito visse l’armonia dello Spirito Santo ci guidi con la sua umiltà, con la sua purezza, con la sua innocenza a evitare ogni conflitto, a essere veramente ciascuno costruttore ed operatore di pace.

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