Blog / Lettere | 17 Agosto 2013

Le lettere di Paolo Pugni – Odio

Ce l’ho, e non riesco a mandarlo via. Nasce come sdegno, che in sé è buono, come quello che ribaltò i banchi dei cambiavalute, lo zelo per la Casa del Padre. Infatti sdegnarsi è odiare il male, chiamarlo per nome e combatterlo. Poi subentra l’io, e cresce e gonfia e rovina, inquina. Allora lo sdegno diventa rivalsa, rancore, voglia di spezzare, ridurre a nulla, umiliare, masticare. È livore, collera qui il bene è già fuggito, spaventato da un tale gorgoglio di male da restarne inorridito. È come se tutti i peccati si fossero alzati in piedi, le passioni avessero preso il sopravvento, schiacciato il coraggio, dissipato il controllo. Un fumo, nero, come il mostro di Lost, ti accarezzasse l’anima immobilizzandola così da lasciare che la rabbia esploda e si stenda. Ovunque: sulle vita virtuali di chi ti infastidisce, su quelle mediatiche di chi dallo schermo vomita idiozie, sulle persone che esprimono pareri diversi dai tuoi, te lo concedo a volte con una tale insipienza da essere più imbarazzanti che indisponenti, ancorché arroganti. Su coloro che ami perché viene più facile.

Dura a volte anche a lungo, ti fa tremare, ti scuote e quel barlume di lucidità che resta, sommesso come una musica sepolta sotto un martello pneumatico, si spaventa che tu possa essere questo. Eppure senza controllo la potenza è rabbia. È odio. È soprattutto peccato.

Che poi ti sbeffeggia irridendoti, contento di averti dominato e rovinato.

Ci vuole tanta preghiera, la nostra, la vostra, per combattere.

Che anche qui talvolta si scorge, dietro lo sguardo di chi scrive, questa bestia sogghignare e tendere gli artigli.

Come si può vincerla questa bastarda che si annida dentro il bene per volgerlo al male, noi complici, io complice, e giocare il gioco inverso, volgere il male in bene, secondo al Parola per cui tutto è grazia, tutto concorre al bene? Che cosa fare per stare lontano dal mannaro che urla e graffia ma legato alla catena, e se non entri nel sul raggio d’azione nulla può? Eppur ci attira con tale forza da non capire il male che ci facciamo.

Come affrontare questo mare di dolori per, combattendo, disperderli?

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