Blog / Bruno Mardegan / Lettere | 16 Luglio 2013

Lettere – Non solo femminicidio e fermiamo la legge contro l’omofobia

Non solo feminicidio

Caro direttore, lasciano attoniti i frequenti casi di femminicidio e di violenza fisica sulle donne. Non va trascurata però un’altra forma più subdola di violenza psicologica che temo sia pure molto estesa. Ci sono donne che vivono separate sotto lo stesso tetto, E altre che vengono perseguitate a lungo per i motivi più svariati. Accenno a due casi di cui sono venuto a conoscenza. Una radioascoltatrice ha denunciato di essere stata perseguitata dal marito di una donna anziana per averne preso le difese. La malcapitata continua a subire affronti di ogni tipo a distanza di tre anni. Ha sporto querele a rimaste però inevase. Aggiungo un altro caso di cui sono venuto a conoscenza che giudico molto grave. Un quarantenne di apparente buona reputazione, rimasto vedovo con un figlio dodicenne, si risposa . La vita della nuova sposa si è rivelata subito un inferno a causa di ripetuti maltrattamenti, al punto che la nuova sposa si è vista costretta a ricorrere alla Sacra Rota per ottenere la nullità del matrimonio. Il vedovo si è sentito offeso nella propria onorabilità e ha dichiarato guerra legale alla sfortunata seconda sposa. Ha imbastito tanti processi con testimoni compiacenti, costringendo la malcapitata a intaccare in grossa misura beni della famiglia di origine, che è stata letteralmente depauperata, per far fronte alle notevoli spese legali. Anche di queste situazioni di cui sono vittime molte donne va resa edotta la Magistratura affinchè le afffronti obiettivamente e in tempi ragionevoli. Cordialmente.

Bruno Mardegan – Milano

 Lettere a Sette – settimanale del Corriere della Sera

Ecco poi l’iniziativa: FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA!

di Gianfranco Amato – La Nuova Bussola Quotidiana, 11-07-2013

La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il testo base del DDL contro l’omofobia e la transfobia, testo che andrà all’esame dell’Aula il prossimo 22 luglio. Il termine per gli emendamenti scade martedì 16 luglio. In previsione di tale importante passaggio parlamentare, i Giuristi per la Vita – insieme a La Nuova Bussola Quotidiana – lanciano un appello per fermare questa iniziativa legislativa, che rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19).

Dal punto di vista pratico, infatti, l’approvazione delle norme contro l’omofobia e la transfobia potrebbe determinare l’incriminazione, ad esempio, di tutti:

1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay;

2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali, atteso che, secondo l’approccio ideologico appena recepito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, non ammettere una coppia gay al matrimonio costituirebbe discriminazione motivata dall’identità sessuale;

3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay;

4. coloro che pubblicamente affermassero che l’omosessualità rappresenta una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.);

5. coloro che pubblicamente dichiarassero che gli atti compiuti dagli omosessuali «sono intrinsecamente disordinati», in virtù del proprio credo religioso (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana),

6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica);

Le norme che si intendono approvare rispondono ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale, godendo gli omosessuali degli strumenti giuridici previsti dal codice penale per i tutti i cittadini, contro qualunque forma di ingiusta discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale. La proposta di legge sull’omofobia, pertanto, non merita di entrare nel nostro ordinamento. Opporvisi non è una battaglia di retroguardia, tesa a garantire chissà quale privilegio o quale ingiustificata impunità, ma significa battersi contro il rischio di una pericolosa violazione della libertà di espressione del pensiero e del credo religioso, fondamento di tutte le libertà civili nel quadro costituzionale vigente. La cronaca, del resto, mostra ampiamente cosa accade nei Paesi europei in cui è già prevista una legge contro l’omofobia: basti guardare al Regno Unito ed alla famigerata Section 5 del Public Order Act.

Per questo, i Giuristi per la Vita si appellano ai parlamentari della Repubblica italiana, e a tutti gli uomini di buona volontà, affinché venga scongiurato il rischio dell’introduzione di una simile normativa nel nostro ordinamento giuridico.

Cliccare qui per andare al link per L’APPELLO DA FIRMARE E FAR FIRMARE