Blog / Papa Francesco | 12 Giugno 2013

Papa Francesco – Le lobby gay nel Vaticano

L’amico Fabio Doppierio mi segnala questa notizia. Che peraltro oggi si trova sulle prime pagine  dei principali quotidiani. “Nella Curia ci sono persone sante, questo e’ vero, ma c’e’ anche una corrente di corruzione”. Sono parole attribuite a Papa Francesco che le avrebbe pronunciate in un incontro del 6 giugno con un gruppo di religiosi latino-americani. “Si parla di una ‘lobby gay’, ed e’ vero, esiste”, avrebbe ammesso il nuovo Pontefice, che sarebbe impegnato nella ricerca di contromisure: “dobbiamo valutare cosa si puo’ fare”, avrebbe detto infatti ai suoi interlocutori. E il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, finora non ha smentito quanto riportato da diversi siti internet di Oltreoceano. A quanto si evince dalla fonte originale della notizia, che e’ il sito cileno “Reflection and Liberation”, il Papa avrebbe espresso queste considerazioni conversando per circa un’ora con i rappresentanti della Confederazione Latino-americana e dei Caraibi dei Religiosi e delle Religiose (Clar), sul tema della riforma della Curia romana, voluta da “quasi tutti i cardinali” nelle riunioni preparatorie dell’ultimo conclave”. Francesco avrebbe detto che si tratta di un’impresa “difficile”. Le affermazioni sono state poi rilanciate dal sito tradizionalista Rorate Caeli, dalle agenzie di lingua francese, dal sito del quotidiano spagnolo “El Mundo” e infine da due esperti vaticanisti, Jhon Thavis e Marco Tosatti, sui loro blog.

LA POLEMICA – La Presidenza della Consiglio Latino Americano dei Religiosi “lamenta profondamente la pubblicazione di un testo con riferimento alla conversazione mantenuta con il Santo Padre Francesco nel corso dell’incontro dello scorso 6 giugno”. Lo afferma una nota diffusa in serata dopo la pubblicazione di espressioni attribuite al Pontefice in particolare sull’esistenza di una “Lobby gay” attiva nella Curia Romana. I dirigenti del Clar non smentiscono quanto riportato dai siti, ma ricordano che “la conversazione che si e’ sviluppata a partire da domande poste al Papa dai presenti”.

“In questa circostanza – precisa la nota – non e’ stata fatta nessuna registrazione della conversazione, ma poco dopo e’ stata elaborata una sintesi della medesima in base ai ricordi dei partecipanti”. Secondo i dirigenti del Clar, “questa sintesi, che non include le domande poste al Santo Padre, era destinata alla memoria personale dei partecipanti e per nessun motivo alla pubblicazione, cosa per la quale d’altra parte, non e’ stata chiesta nessun autorizzazione”. “E’ chiaro che su questa base – si legge ancora – non si possono attribuire al San Padre, con certezza, le espressioni singolari contenute nel testo, bensi’ solo il suo senso generale”. La presidenza della CLAR, dunque, lamenta profondamente quanto e’ accaduto e la confusione che ha potuto provocare”. Il comunicato e’ firmato da suor Mercedes Leticia Casas Sanchez, presidente del Clar, e da padre Gabriel Naranjo Salaza, segretario generale del medesimo organismo.

 

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