Lettere – Aborto grosso business
Caro direttore, il programma di riduzione delle spese della Sanità prevede il taglio di 18.000 posti letto. Inoltre si parla di nuovi ticket sui ricoveri ospedalieri. A nessunmo però viene in mente di tagliare le spese per gli aborti. Sono spese a carico dei contribuenti, anche di quelli contrari all’aborto. L’aborto viene considerato una malattia, mentre in effetti è noto che non lo è. Il costo di un aborto viene calcolato in 5.000 euro. La spesa globale per 130.000 aborti supera i 700.000 euri annui. Con il più basso tasso di natalità d’Europa, la nostra nazione sembra avviarsi verso il suicidio demografico. Quello che viene taciuto è che in realtà l’aborto è un grosso business.
Cordiali saluti.
Bruno Mardegan
da Uno di Noi
Risparmiare sugli aborti
Gentile direttore, se permette vorrei contestare il lettore che disapprova la proposta di risparmiare sugli aborti applicando il ticket. Quel lettore eccepisce che l’aborto è gratuito per legge. Anche gli altri interventi del S.S.N. inizialmente erano gratuiti per legge, ma ora sono assoggettati a ticket sempre crescenti a causa della crisi. Il principio del ticket è quindi in linea col trattamento attuale delle altre prestazioni sanitarie.pubbliche Si tratterà di modularlo in funzione del reddito. Sembra valida anche l’idea di destinare il ricavato di questi ticket a parziale copertura della Cassa Integrazione in deroga riguardante la categoria economicamente svantaggiata, tra cui figura un quota di abortiste.Va anche detto che l’Istat ha rilevato che le donne italiane sono contrarie all’aborto. I motivi per cui lo accettano loro malgrado sono vari, e quello economico non è il principale.Ancora secondo l’Istat l’orientamento delle donne italiane è quello di avere almeno due figli per sentirsi realizzate. Saluti.
Uno di Noi.
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Lettera pubblicata su Il Giornale