Lettere – Lucio Dalla senza etichette
In un commento di oggi (8.4.2012) ci sono tre domande e risposte a Lucio Dalla sulla fede
molto belle.
Nel nostro blog qualche volta abbiamo già sfiorato il tema dell’omosessualità. Per esempio: “Per tutti è importante una prospettiva di vita non solo degna ma anche piena. A questa categoria appartengono anche quegli uomini e quelle donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate” (pp. 18-19). Si sono svolti ieri a Bologna i funerali di Lucio Dalla ma l’attenzione si è spostata sulla presunta omosessualità del cantautore. Scrivo presunta perché Lucio, in vita sua, non ha mai fatto outing. Perché dobbiamo obbligarlo a farne uno, violentemente forzato, post-mortem?
Durante la diretta dei funerali, da Piazza Maggiore Lucia Annunziata fa scoppiare una polemica sull’ipocrisia tutta italiana legata all’omosessualità: “Lucio Dalla era probabilmente uno degli esempi più forti di come si vive in Italia la vicenda gay. Va tutto bene e ti seppelliscono anche in una cattedrale con tutte le benedizioni della Chiesa e del caso se non dici di essere gay“. Devo dire che nei giorni immediatamente precedenti avevo provato un po’ di fastidio quando mi era parso di notare un certo sforzo di parte cattolica per arruolare Lucio Dalla tra le proprie fila. Dalla non voleva etichette. Non molti anni fa gli era stata affibbiata l’etichetta “Opus Dei” e lui aveva giustamente smentito. Perché non voleva etichette. Già nel 1979 la rivista Lambda, il vecchio nome della rivista Babilonia, gli aveva chiesto in maniera molto diretta: “Non ritieni che una tua eventuale dichiarazione di omosessualità darebbe un grosso contributo a che finalmente tale area assumesse una posizione precisa e politica sulla tematica gay?”. Risposta: “No! A parte che non è proprio così. Non mi interessa parlartene perché dovremmo stare per giorni interi, ma poi mi sembra così poco informativo, poco divulgativo, e poi credo proprio che non ve ne sia bisogno nel caso fosse vero. Io sostengo, invece, da tempo, che sul piano dell’ortodossia dei propri sentimenti, della propria sessualità, che ognuno deve comportarsi sempre correttamente secondo quella che è la sua organizzazione mentale, la sua organizzazione sociale, ma da qui a fare delle dichiarazioni di voto mi sembra ridicolo. Non appartengo a nessuna sfera sessuale.” Non mi interessa se era o no omosessuale. Mi interessa che non voleva uscisse dal suo privato. Mi sembra sacro che una persona voglia tenere per sé la propria intimità – che oggi si chiama “vita privata”. Bene? Male? A me sembra chiaro che non sta a noi deciderlo. Non la pensa così però Franco Grillini che si lamenta di un morto: “Dalla non ha avuto il coraggio del coming out anche se lo sapevano tutti”. “Nessuno è mai riuscito a fargli dire ‘sono gay’, né arriverà mai la conferma della relazione col cantante Ron, forse per la sua incrollabile fede che lo portò ad aderire alle posizioni dell’Opus Dei per contrastare ‘ogni forma di ateismo e di secolarismo’, come ebbe modo di dichiarare”.
Ma al funerale – si dirà – c’era Marco Alemanno, attore di 32 anni, che da qualche anno faceva parte della vita di Lucio Dalla. Non era un mistero: era con lui quando si è sentito male in Svizzera e padre Boschi, il confessore di Dalla, gli ha rivolto un pensiero affettuoso, chiamandolo per nome, durante l’omelia: “Vero Marco?”. Marco ha parlato d’amore e su questo non c’é dubbio. Un amore, però, che sta stretto nelle etichette: Lucio Dalla non ne ha mai usate, pubblicamente, per definire il suo rapporto con Marco. E Marco ha voluto dire grazie ad un uomo che lo ha fatto emozionare e gli ha regalato parte di sé. E non ha voluto indossare, di volta il volta, l’etichetta di amico, collaboratore, corista, compagno.
Ma è stato semplicemente Marco.
Come Dalla, che voleva essere semplicemente Lucio.
Commentando con dolorosa autenticità la morte del suo amatissimo amico e maestro Carducci, Pascoli pronunciò solo due parole : “Fu buono!”. Appunto, senza etichette!
Sulla rotta di Cristoforo Colombo, io volevo andare via, per scoprire un nuovo mondo, ai confini del mio mare, e scordare casa mia.
Grazie, don Mauro. Mi sembra davvero che abbia colto nel segno. Dalla era un grande artista, e un uomo che cercava la verità. Ci ha dato tanto, e noi gli siamo grati e gli vogliamo bene per questo. Punto.
Sì,ma quant’è difficile..tutti siamo etichettati e immersi nelle etichette! E chi capisce la libertà, dentro, chi è libero dentro, da troppo fastidio! e infatti lo si infanga pure da morto. Vale la pena fare la battaglia del fregarsene delle etichette? In fondo in effetti la gente rosica, è invidiosa del respiro libero e leggero di chi rimane se stesso fino in fondo. Forse è bello, una bella impresa aiutare questa gente a guardare la realtà senza occhiali colorati, così com’è. Speriamo di non lasciarci la pelle..
Forse dà fastidio, o semplicemente non è compresa. Mi rendo sempre più conto di quanta poca libertà ci sia in giro. Per poter essere liberi di essere se stessi bisogna innanzi tutto conoscere se stessi. Veritas liberabit vos. Chi conosce se stesso, se si conosce davvero, non ha bisogno di sbandierarlo in giro per ricevere conferme fuori. Nè ha bisogno di far battaglie pro o contro etichette.
L’unico modo per aiutare questa gente è lasciarsi conoscere da loro. Dare loro la propria vita, la parte più vera. La pelle ce la lasci per forza, MM., non c’è altra strada
E’ un problema epocale. La perdita dell’equilibrio tra pubblico e privato a favore della “pubblicazione” del privato sta non solo rendendo inutili e superficiali le relazioni ma sta anche causando una violenta azione di eliminazione della libertà di coscienza ( vedi Obama in USA)! Deve esistere una unica coscienza collettiva! Negazione del libero arbitrio, della libertà, della Verità e soprattutto dell’intimità!
E’, di nuovo, massificazione! Non stupisce che siano soggetti che fanno dell’ateismo statalista un mantra i principali propugnatori di questa cultura di morte! perchè è di questo che si sta parlando: di morte vs vita!
Matteo Dellanoce
Il piano, a mio avviso, è un altro. Non tanto le etichette, da condannare di certo, che i media hanno congegnato per Lucio Dalla, ma il discorso del giovane amico al funerale. Lì io ho trovato una vera mancanza di rispetto per l’altro. Quel ragazzo ha alzato il velo del pudore sulla vita intima di Dalla. Il giovane, e non i media, è il responsabile di quanto sta accadendo sui giornali. E prova, ancora una volta, che l’uomo è un essere sociale ed è sempre in cerca di un ruolo di fronte alla società. E il giovane voleva che il mondo sapesse che era un amico di Dalla. L’etichetta, insomma, l’ha voluta mettere il giovane.
Paola, sei la stessa Paola che ha già scritto nel blog fino a qualche giorno fa?
al giorno d’oggi i MEDIA vendono le notizie come le caramelle al banco del mercato……non sarebbe ora di evitare di guardare i peccati degli altri e guardare se stessi……LE MODE DEI MEDIA: è troppo facile calcare la penna verso persone, cose e animali…quando gli stessi non possono difendere…..il tutto per far odiens……..
Paola forse io non ho capito bene a cosa ti riferisci. Io non ho visto i funerali di Dalla perché sono stato in confessionale tutta la domenica pomeriggio. Stimolato dal tuo commento ho cercato su youtube e ho trovato questo intervento di Marco Alemanno.
http://www.youtube.com/watch?v=QFPZKX86tYI
Se ti riferisci al brano lì sopra posso dirti che l’ho trovato una testimonianza molto commossa, ma esattamente uguale a quelle di molti funerali dove parenti e amici intervengono.
ok, ho ascoltato adesso quello che ha detto Marco Alemanno al funerale di Dalla. Paola il tuo commento mi sembra davvero ingeneroso e irrispettoso. Come fai a sapere cosa voleva quel giovane?
appunto, non avevo ancora letto il commento di don Mauro mentre scrivevo il mio qua sotto
don Mauro, non ho molto tempo per rispondere (perché sono ancora in viaggio tra le Maldive e le Dolomiti, come pensano fefral e sciagurata). Quell’intervento, bello e emozionante, era un grido di dolore intimo che stonava di fronte alla folla; stonava di fronte allo stile sobrio di Dalla che era un artista, sognatore ma scaltro di fronte ai rischi della notorietà. Ingenuo, invece, il giovane.
caro don Mauro vorrei capire il senso del suo commento al rapporto tra Marco e Lucio . Lei come pare anche il sacerdote che ha celebrato il funerale a quanto capisco non ritiene di dover emettere alcun giudizio morale sulla loro amicizia che sembra fosse di natura omosessuale . Ma Le chiedo allora se per evitare di dare scandalo non sia necessario chiarire che nel caso si fosse trattato di tale tipo di rapporto neanche a Lucio Dalla era consentito di coltivarlo .
sai che casino preparare le valigie per maldive e dolomiti? In bocca al lupo, non ti invidio ;-)
Ingenuo è già diverso rispetto a quello che hai scritto sopra. Ma non ho percepito stonature. Non mi sembra sia andato sopra le righe nelle cose che ha detto.
è necessario chiarire cosa? La chiesa mi pare che sia sempre stata molto chiara sul tema. Gli omosessuali sono tenuti a vivere la castità nell’astinenza. Come i fidanzati. Come i celibi. Cosa avrebbe dovuto dire il prete dall’altare? Che neppure Lucio Dalla poteva far sesso con un uomo? Al suo funerale?
C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare
Ma il celebrante poteva per lo meno astenersi dal chiamare in causa l’amico Marco . Leggetevi questo articolo di M. Serra su Repubblica per capire la importanza di chiarire . http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/05/news/dalla_chiesa-30960004/?ref=DRL-2
Ma de che stamo a parla’ don Ma’? Cioè ma io domenica stavo a Mentana cor pupetto che giuocava ne l’artra stanza co’ la nonna e vedevo alla tv il funerale de luciodalla. Quanno Marco a letto quella robba io me so’ messo a piagne e bbasta come tutti (vabbé che pure la Roma stava a fa’ piagne de suo ner derby). Ma de che stamo a parla? Cioè Paola, famo l’esempio che te sei frocia (mo’ nun so don Ma’ come se dice in italiano quelli de l’artra sponna ar femminile: lesbica me fa proprio schifo che deve d’esse na parolaccia brutta brutta che se dicono le lesbiche cuanno che so’ proprio nacazzate. A me, la meno peggio, en italiano – ma nu me ne intendo – me sembra frocia, vabbé se mai me dici, don Ma’). Cioè mettiamo che te sei frocia e vivi co una. Poi incontri un prete figo tipo quel padre Boschi de luciodalla e te converti, cioè capisci che nun ce devi annà a letto. Che fate? Dormite in du stanze separate. Cioè nun ho capito, seconno te Padre Boschi te deve dì: mo’ che sei na brava pecorella tornata all’ovile pe’ favore vai a stare a dumila chilometri dalla socia tua? Ma famme er piacere. Ma te sei fori laik e balcon (inglese de Totti). Quindi te Paola dormi ne la stanzetta tua e Rita (poniamo) nela sua. Poi se ogne tanto ce scappano du bacetti e pure na scopata, vabbé che te devo dì, te confesserai… ma nun ho capito… se poi te mori (vabbé famo che more Rita), se Rita more, a te Padre Boschi te deve dì: vade retro frocia. Se poi tu voi dì du cose ar funerale, legge un messaggio, ‘na preghiera che lo fanno tutti ma proprio tutti, Padre Boschi se deve d’alzà e dì: brutta frocia, tornatene a casa tua che qui dai scandalo? Ma de che stamo a parlà don Mauro?
E poi nun me tirate fori la storia de Werby… che pecché la chiesa co’ Uerbi no e co’ luciodalla si er funerale…. Primo Welby ha detto – che so – un milione de vorte che l’utanasia era bona e che lui la faceva e la chiesa sbajava a dì ch’era sbajata. Primo. Seconno l’ha fatta pe’ davero (l’utanasia). Mo’ co’ luciodalla primo nun ha mai detto ch’era frocio, seconno nun ha mai detto ch’esse de l’artra sponna è na cosa bona. Terzo mai e poi mai a detto che la chiesa sbajava in ‘sto argomento.
E poi ce sta’ pure Samuele Bersani c’ha detto che lui luciodalla nun l’ha mai visto mano ne la mano con un omo. O… ma ve li volete fa’ i cazzi vostri?
Ma sentiteve Ayrton, che luciodalla in cielo cé annato cor rombo der motore.
Il punto non è l’omosessualità (su cui non voglio entrare perché non mi interessa). Ma l’intimità. Tutto questo sbirciare sulla vita di Dalla si poteva evitare se il giovane avesse letto la poesia sulle rondini nell’intimità, nella sua cerchia di amici. In fondo sarebbe stato coerente con la sua vita passata con Dalla, passata nella discrezione e nell’intimità di un rapporto che solo loro hanno vissuto. Solo all’amico puoi dire tutto, non alla folla. E tu Fefral e tu Polifemo, lo sai bene, visto che anche nel blog di amici mantieni l’intimità e non sveli il tuo nome, giustamente. Il nome si svela all’amico in carne e ossa. Quella delle rondini è una vera e propria dichiarazione di amore (ribadisco non di sesso), che ognuno può leggere come vuole, ma è una dichiarazione d’amore. Le dichiarazioni d’amore sono intime non si leggono davanti ad una piazza piena di folla. Perché la folla manipola le informazioni. La folla dà etichette. E’ il gioco dell’informazione.
Don Mauro io sul blog ci vengo quasi solo per vedere se ci scrive Polifemo. Grande acquisto! Anche se non ne azzecca una mi fa morire dal ridere. Non so se i non romani ci capiscono qualcosa. “Laik e balcon” credo dovesse essere “like a balcon: come un balcone”. Qui da noi giravano qualche anno fa delle barzellette sul corso d’inglese di Francesco Totti. C’erano cose del tipo: “when it wants, it wants” (quanno ce vo’ ce vo’), “but make me the pleasure” (ma famme ‘r piacere)… forse Polifemo le prende da lì.
Sulla ricchezza che abbiamo ricevuto da Lucio D., concordo con Millenaria.
Sul tema da te posto e sulla sua gonfiatura: le etichette servono, perché fanno riflettere meno.
Io sono stata folgorata, qualche anno fa, da un’intervista a Testori sull’argomento (anche su di lui non si scherzava…): le sue parole sono quelle che più mi hanno aiutato a saltare di colpo tutte le definizioni, per capire che, dietro certi drammi, non posso scordarmi che c’è un’anima tutta intera.
Per chi volesse:
http://www.railibro.rai.it/mediateca.asp?id=21
Le etichette come tutte le realtà che circondano l’uomo hanno un valore positivo ed uno negativo.
Ad esempio servono a manifestare una chiara identità.
Dalla è attaccato, da morto ( vili!!!!), dai mestatori di professione perchè si era etichettato come cattolico e non come omosessuale.
Io sono felicissimo di etichettarmi come cattolico! E sono altrettanto felice di essere etichettato come cattolico!E, penso, lo fosse anche Dalla che comunque fece il suo coming out … solo che non lo fece come lo voleva il mainstrem laicista. In conclusione Dalla ha dato più peso nella sua vita all’anima che al corpo! E per chi un’anima non crede di averla questo è impensabile.
Matteo Dellanoce
Giuseppe io non posso che concordare con il comportamento di Padre Boschi.
Se Dalla fosse stato un omosessuale dichiarato, convivente con un compagno, e avesse contestato pubblicamente l’insegnamento della Chiesa in proposito, si sarebbe posto il problema di come e se accogliere la sua richiesta di funerale religioso, come accadde nel caso di Welby. E avrebbero deciso le autorità religiose competenti. (Per Welby a Roma decise il vicariato, non il vaticano).
Dalla non era tutto ciò. Non ha mai detto di essere omosessuale, non ha mai difeso l’omosessualità, non ha mai contestato l’insegnamento della Chiesa in proposito. Cosa doveva fare Padre Boschi? negargli lo stesso funerale che si fa a tutti? Giuseppe, in un funerale di oggi chiunque abbia una relazione significativa di qualche tipo con il morto, può fare la sua testimonianza. Si fa dappertutto. Se non si vuole che questo avvenga bisogna che l’autorità intervenga e lo proibisca, ma adesso è così.
Però io vorrei che si mantenesse il tema della Discussione sul diritto che ciascuno di noi ha di preservare la propria intimità. Marco ha mantenuto il riserbo sul rapporto con Lucio. Non lo ha definito. Non ha voluto farlo.
Padre Boschi – per quanto posso capirne stando lontano – ha voluto trattare Lucio Dalla come una persona qualsiasi. E ha dato la possibilità a Marco di esprimersi. E Marco ha parlato di un amore che non ha voluto definire e che sta stretto nelle etichette.
Sarebbe stato giusto comportarsi in maniera diversa per impedire a Grillini e a Repubblica di dire le loro cose? Per esempio, sarebbe stato giusto fare il funerale in forma privata come lo fece Francesco Cossiga? Nel caso di Lucio Dalla questa domanda non ha fondamento perché l’interessato non lo ha chiesto e la Chiesa non aveva nessun motivo per negare a un suo figlio cristiano quello che chiedeva.
Andando fuori dall’argomento della Discussione aggiungo un particolare. Mi hanno detto che nell’ultimo anno Lucio Dalla era tornato alla confessione. Su tutti i giornali infatti si dice che Padre Boschi era il suo confessore. E se fosse vero? E se fosse vero quello che dice sguaiatamente Polifemo? Se Lucio e Marco avessero deciso di vivere cristianamente il loro rapporto, il che implica semplicemente di non avere rapporti sessuali? Se fosse vero che Lucio e Marco – nel loro privato – lottassero per vivere la castità che deve vivere un omosessuale e che , come dovrebbe fare ciascuno di noi, si facevano aiutare dalla grazia dei sacramenti? Anche in questo caso Padre Foschi avrebbe dovuto comportarsi in maniera diversa da come si è comportato? Non possiamo pensare che la persona più adatta per capire se padre Foschi si è comportato bene sia proprio Padre Foschi? (che, sono convinto, avrà verificato con qualche suo confratello la sua decisione).
Ho seguito il consiglio di Monica e sono andato al link che ha suggerito. E’ un’intervista a Testori sulla condizione omosessuale, pochi mesi prima della sua morte. L’artista dice l’indicibile cioè che cosa cercava in certi rapporti. Mi hanno colpito molto le parole che riporto qui sotto e che possono essere una luce interessante per il nostro dibattito:
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Domanda: Come è possibile trasformarlo? Tu hai una storia, un volto..
Risposta: Io sempre ho avuto l’impressione che in verità cercassi un figlio, il figlio che non potevo avere. E difatti proprio per me quella che era la riduzione erotica del rapporto, non aveva peso. Aveva peso la quantità di splendore che vedevo e la richiesta dell’altro di un affetto. E anche, sembrerà una cosa insostenibile anche una guida. E non per niente diciamo, l’essere cui ho voluto più bene gli mancava il padre, anzi suo papà si è ucciso.
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Dà parole a un pensiero che ieri mentre ascoltavo Marco Alemanno parlare, mi aveva attraversato il cuore. Immaginate un quindicenne che ha perso improvvisamente un papà che amava molto, che era anche il suo miglior amico, e ditemi se mi sbaglio: Marco di 32 anni, aveva trovato in Lucio Dalla 69 anni, il padre.
Vorrei, solo testimoniare la mia storia, la storia di uno che è stato preso per mano da San Josèmaria ed aiutato ad uscire da situazioni di fragilità nell’orientamento sessuale.
Avevo cercato aiuto nella famiglia, in coloro che credevo amici… tutti mi hanno abbandonato, emarginato, condannato, causa la mia condizione.
Sono andato da psicologi, i quali non hanno fatto altro che aumentarmila confusione, con le loro teorie campate sul nulla.
Solo nell’Opus Dei ho trovato amici, amici veri, che non hanno avuto paura a sporcarsi le mani, per aiutarmi ad uscire da uno stile di vita, che nel momento stesso che lo vivevo lo sentivo falso e frustrante.
E’ proprio vero: Sempre più persone diventano figli (e dunque EREDI !) per vocazione di “esto vir!” di San Josèmaria.
La tv entra nella vita di milioni di persone, non tutte strutturalmente capaci di leggere quello che si sente.
Continuo a pensare che Dalla avesse intenzione di mantenere la sua sfera privata lontana dalle telecamere. Perché non pensava che potesse essere una eredità da lasciare alla folla; sì le sue canzoni, no la sua vita privata, le sue lotte (se mai ci sono state, argomento di cui trovo indiscreto discutere anche in un blog). Il giovane, che non ha mai preso la parola ad un concerto, ha voluto, invece, mettere la sua intimità, certo sicuramente pura, davanti alla telecamere, in ciò differenziandosi da Dalla.
Quanto alla relazione paterna, mi sembra un ragionamento, don Mauro, che non porta da nessuna parte. Il padre biologico, il figlio, il coniuge, l’amico, il direttore spirituale, sono esseri con i loro limiti. Sostituire figure con altre figure serve solo a colmare il senso di insicurezza che si ha dentro; ci fa sprofondare nei nostri limiti di creature.
C’è un equilibrio nell’essere umano, un ordine che è inscritto nell’uomo, una forza che non si prende dalle figure che abbiamo intorno, ma è già dentro di noi, basta fermarsi.
Il resto sono fragilità, che ancorché umane, umanissime, attengono alla sfera del privato.
L’umanità, asessuata,si divide,l’ho scoperto leggendo la premessa di questo blog,in uomini e donne “con tendenze” omosessuali profondamente radicate e uonini e donne , evidentemente, con “tendenze” eterosessuali profondamnete radicate. O no? E’ questo il nocciolo,a mio parere,della discussione. Mauro,vorrei che mi spiegassi.
Di Lucio Dalla io conosco solo un trentatrè giri di tanti anni fa che mio padre metteva in continuazione e mi diceva:”Senti questa quant’è bella”. E me lo faceva sentire tutto, perchè per lui erano tutte belle (e lo erano veramente). Non ho mai più sentito nè seguito Dalla in vita mia fino alla notizia della sua morte e degli interventi sul Blog. Mi sono andata a sentire la testimonianza di Marco Alemanno. Che dire? Quello che dice lui stesso citando la poesia: “…Vorrei capire cos’è l’amore, dov’è che si prende, dov’è che si dà.”. Ecco, pensando a mio padre e Dalla e Marco e Dalla e io e l’amore, forse “capire” l’amore non è giudicare l’amore (e gli amanti) ma “cercare” da dove nasce e dov’è che si dà. @Paola quando incontro qualcuno che mi ama, mi frega assai di sostituirlo con le figure che non m’hanno amato o non ho avuto per colmare il senso di sicurezza, mi prendo l’amore e me lo godo.
Caro don Mauro
non possiamo certo emettere giudizi su nessuno e non parliamo di questo , ma solo della opportunità di dare un qualche spazio durante il funerale ad una persona che per vox populi era legata al defunto da una relazione piuttosto discutibile . Fatto salvo ogni diritto alla onorabilità e al rispetto di Dalla e di Alemanno
Don Mauro, Tres, voglio essere ancora più chiara, perché i grigi di alcune posizioni rischiano di nascondere i dettagli sulla verità. E il blog arriva nella case di molti e i grigi non aiutano i molti. I bianchi o i neri, sì.
Poniamo che Paola si sposa con Paperino e don Antonio celebra il suo matrimonio. Poi nascono Qui Quo Qua e i cinque sono davvero una bella famiglia. E Paola è una cantante, una certa notorietà, una certa visibilità col mondo dei giovani in cerca di modelli, in bilico tra essere pere o mele. Giovani che sì sono sapienti nelle emozioni, ma ignoranti su come imbrigliarle, con la luce della ragione e della fede, verso la meta di una vita ricca di senso. E Paola e Paperino e Qui Quo Qua sono per la folla una famiglia. Poi Paola incontra Pluto; meno bello di Paperino, meno giovane, meno ricco, meno divertente ma … c’è, da subito, tra loro quell’intimità, non tra le lenzuola, probabilmente, ma questo nessuno lo sa, ma un’intimità che Paola, solo pensando a Pluto, vede il mondo più bello, lei stessa si vede più bella. E ne parla con don Antonio; e poi, forse, ma nessuno lo sa perché c’è il sigillo dell’intimità, anche della confessione, qualche caduta. E Paola e Pluto cominciano a lavorare insieme. E poi siccome Paola vive in un palazzo, grande, vari appartamenti uno dopo l’altro; Pluto viene a vivere in uno di quegli appartamenti. Paola lotta, Pluto lotta; don Antonio sorregge, forse, ma c’è il sigillo sacramentale e quindi nessuno lo sa. Ma Paola, nelle interviste in cui le si chiede di Pluto, di qualche vociare su lei e Pluto, non ne parla, sente il peso della sua notorietà; sente che c’è una spaccatura tra quello che Dio si aspetta da lei e quello che lei, come creatura fragile, riesce a fare o a non fare. E la spaccatura non è roba da telecamere; è roba da intimità con amici, col confessore semmai.
Poi Paola va ad un concerto, Pluto guida. Poi Paola muore.
A questo punto la domanda per don Mauro: troverebbe opportuno se, davanti alla folla dei fan di Paola, alle telecamere, ai giovani di tutta l’Italia, tutti radunati non per Paola come donna in lotta coi suoi limiti ma per Paola come artista, come icona del bello, come icona della meraviglia di un lavoro fatto per amore a Dio e per migliorare il mondo, don Antonio pronunciasse un: “è vero Pluto?”. E Pluto che legge, struggendosi come abbiamo visto noi, pensieri sul rapporto d’amore, senza etichette, con Paola?
La verità è bianca o nera. E questo aiuta la folla. La vita una continua sfumatura di grigi. E a questo servono gli amici con cui confidarsi. Dal pulpito mi aspetto, pretendo, la verità. Dall’amico le confidenze sui grigi della vita.
Io quoto in tutto don Mauro!
Non che il mio “voto” possa avere un peso specifico maggiore di quello di altri. Ma è un segno di condivisione.
Mi sembra che la “mormorazione” stia prendendo il sopravvento sulla Verità..
E, come al solito,ci va di mezzo chi più si adopera per la salvezza delle anime: la Chiesa.
Matteo
Egregia Paola,
in amicizia. Un conto è prendere la parola quando la persona in questione è ancora in vita ( ad un concerto) ed altro è prenderla quando questi non può più difendersi.
Cambiando i termini della questione: perchè la Signora Annunziata ( ad esempio) non ha attaccato Dalla in vita ma solo da morto?
Ecco! Al di là delle riflessioni sull’omosessualità e sul suo significato domandiamoci il perchè di questo attacco! Soprattutto rispettiamo la sofferenza di chi a Dalla era vicino! perchè questo non è denunciato?
Mah!
Matteo Dellanoce
Domanda un po’ tranchant: ma la vita è grigia? oppure la vita si riflette sul pulpito ed è bianca o nera?
Ed inoltre: la testimonianza è grigia, bianca o nera?
Mi sembra che nel bel racconto di Paola ci sia una regia che dimentica il ruolo del “tentatore”!
O sbaglio?
Matteo
Provo a mettermi allo specchio…Oggi sarei degna del funerale in Chiesa? E mi viene in mente la domanda angosciata del discepolo “Signore, chi potrà salvarsi?” Di fronte al BENE assoluto, immenso di Dio, anche io spesso mi sento smarrita, persa, inadeguata e la risposta se devo essere sincera sincera e guardare alle “regole” sarebbe “NO”. Di fronte alla Perfezione dell’amore…Io mi sento immobile come il paralitico sulla sua lettiga. Non c’è un comandamento. Non uno. Che io riesca a rispettare nella Sua Intima Interezza. E’ ovvio che anche un “comandamento-limite” come “non uccidere” non vuol dire solo ” non sopprimere fisicamente un’altra vita”, ma significa di più, molto di più: e quel “molto di più” non lascia tranquilla la coscienza, almeno non la mia. Ho bisogno di qualcuno (il marito, gli amici, il direttore spirituale, la Chiesa che siamo noi, tutti noi…) che mi aiuti a tirarla giù la mia lettiga e metterla ai piedi del Signore per poter Sperare perchè da sola non ce la faccio e anche per questo scrivo qui e parlo con tutti voi. Chido aiuto a tutti voi. Dalla era un essere umano. Come me. Fragile. Come me. Anche lui forse si sarà sentito perso di fronte all’Immensità di Dio: io al suo funerale ho solo visto una Chiesa che accoglieva questa fragilità che chiedeva d’essere accolta e perdonata, oltre le regole (pur senza rinnegarle).Lasciando l’ultima parola non al Catechismo, ma a Dio. A Dio che è Padre e che ha accolto un figlio fragile (come tutti) che però ha dato tanto amore con le sue canzoni e che chiedeva aiuto e perdono…Io al funerale di Dalla ho visto una Chiesa che ha accolto l’umana fragilità. L’umano dolore, l’umano amore, l’umana sofferenza. I suoi, i nostri limiti. Anche quando si è dotati di “buona volontà”. E ..Mi sono sentita di Sperare…per la sua anima, per la mia, per l’anima di tutta l’umanità sofferente, che sbaglia, che inciampa e che aspetta solo d’esser presa per mano…E Marco??? E che ha detto Marco? Marco ha detto che lui a Lucio ha voluto bene. Che si sono voluti bene. Non lo ha detto “al pubblico”. lo ha detto a Dio che solo sa cosa fu quel bene. E lo saprà accogliere, purificare, perdonare, se necessario. Ma certo non sta a noi dire di più: io almeno non lo voglio e non lo posso fare… Va da sè…Io il funerale l’avrei fatto anche a Welby, anche se comprendo le difficoltà che hanno portato ad una decisione diversa nel suo caso: lui non ha chiesto nè aiuto, nè perdono. Tuttavia, io avrei accolto anche lui. Perchè anche chi grida di rabbia contro Dio, perchè è immerso in una vita d’infinito dolore e sofferenza…Non merita forse che il Padre venga a cercarlo attraverso la Chiesa (che siamo tutti noi)? Che gli stringa la mano e gli dica…”Ti voglio bene!”, anche se quello magari bestemmia, urla e dice d’andar via??? Non è forse vero che anche noi nel dolore a volte neghiamo, scacciamo, aggrediamo (per vergogna, paura, orgoglio) proprio e soprattutto quell’Amore di cui pure abbiamo immensamente bisogno??? Io credo di sì…E penso che lasciare l’ultima parola a Dio, non sia affatto ipocrita nè neghi le “regole”, ma le iscriva nel più alto concetto di Misericordia, nell’incontro misterioso, silenzioso, eterno tra una vita unica, irripetibile, di inestimabile valore e Dio. A me ha scaldato il cuore vedere una Chiesa pronta ad abbracciare un suo figlio, un nostro fratello, fragile, come tutti noi. Perchè spero che questo possa avvenire anche per me e per tutti. Sempre.
Paola non amo i grigi ma forse la differenza tra il mio commento e il tuo è che io sono andata sul personale, raccontando una cosa mia (e quindi, giustamente, tu che non conosci la mia vita, pensi sia stata sul grigio) e tu sei rimasta sui principi (belli e chiaramente esposti): è solo un diverso modo di esprimersi. Non giudico Dalla e non giudico il sacerdote, lo sanno loro quello che si sono detti e come viveva Dalla, e questo a me sembra molto chiaro, molto bianco e nero. Le chiacchiere su Dalla sono grige. Da quello che si è detto sul blog (ripeto non seguo Dalla dai tempi di mio padre) mi è sembrato che lui non abbia mai fatto proclami: bianco e nero anche questo. Grazie Paola comunque.
Bello Dory, grazie.
@Patrizia [5 marzo… ricordati di venire qua sotto a scrivere i tuoi commenti perché sopra non li vede nessuno]. Non mi sembra che l’oggetto di questa discussione sia esattamente l ‘omosessualità e l’eterosessualità, ma il rispetto dell’intimità delle persone. Almeno io la vedo così.
Se ti interessa parlare dell’omosessualità possiamo farlo tranquillamente più avanti
E’ davvero difficile farsi capire! Ci riprovo.
Dory, il tuo piano di analisi è diverso dal mio: chi è degno del funerale in Chiesa. E sono d’accordo su tutto quello che scrivi. Perfettamente d’accordo; rectius mi fido di quello che decide o ha deciso, di volta in volta, la Chiesa. Non è tema da discussione nel blog.
Ma io non ho minimamente sfiorato questo tema delicatissimo.
Il mio piano è totalmente altro: la responsabilità di mettere davanti alla televisione, seguita da milioni di persone, l’intimità di una creatura. E offrire così l’occasione di parlare, su tutti i giornali, della vita personale di un artista che mai in vita ha fatto trapelare dettagli sulla sua vita personale.
Tres, tu dovresti capirmi! L’intimità, quando porta in sè i germi del grigio, come sempre accade in tutte le vite delle creature, va protetta perché non tutti possono capire, non tutti devono sapere. Alla folla ci mostriamo bianche o nere, perché ne sentiamo la responsabilità; all’amica vera, al sacerdote, alla mamma, regaliamo il peso dei nostri grigi, che non sono, secondo me, un inciampo nella vita, ma sono i toni preziosi di chi vive da figlio libero.
Ma ora arriva Pippo a casa … vado a farmi bella, coi colori delle primavera!!!
Boh, sto pensando da stamattina alla verità che è bianca o nera. Non sono d’accordo. La verità è bianca. Il nero è menzogna. E la nostra vita ha senso se dal grigio ci avviciniamo sempre di più al bianco.
Sembra una roba un po’ scritta tanto per scrivere, in realtà la penso davvero.
Io non devo mostrarmi al mondo bianca o nera. Io devo mostrarmi al mondo più bianca possibile. Questa cosa di essere in un modo per il mondo e in un modo diverso per il privato mi sembra una stronzata.
E’ ovvio che in pubblico non mi presento nuda. Ma neppure mi maschero da pulcinella.
Ma ora ho a casa Qui Quo Qua che stanno morendo di fame, devo mettere la tavola!
@Paola si dovrei capire, hai ragione! Mi piace quello che hai scritto per me.Grazie. Forse @Fefral tra nudo e Pulcinella ci sarà una terza via. Continuo a leggervi entrambe, Paola e Fefral, con molto interesse.
@Paola. Bello l’accostamento del nostro blog alla tv che entra in casa di milioni di persone… [“La tv entra nella vita di milioni di persone…””E il blog arriva nella case di molti e i grigi non aiutano i molti. I bianchi o i neri, sì….”]. Speriamo proprio sia che il blog arrivi nelle case di milioni di persone!
A parte gli scherzi, ho riletto per bene tutti i tuoi interventi. In sostanza il tuo problema è che Padre Boschi non avrebbe dovuto dire a Marco Alemanno “Vero Marco?” e invitarlo alla sua testimonianza di commiato. Giusto? Spero di aver capito bene e dialogo su questo.
Ti dico subito che sono sempre più d’accordo con Padre Boschi (se non ci difendiamo tra colleghi..). A parte gli scherzi, la chiesa – che ha un sacco di difetti – è fatta in un modo meraviglioso e questo modo meraviglioso è basato sulle persone e sulla responsabilità personale. Ci si confessa con un sacerdote, non compilando un modulo. Il sacerdote non può inventarsi la legge e i precetti della chiesa ma sa lui come applicarli. Ha la grazia per conosce le circostanze. Non può cambiare la legge e se lo fa ci sono i meccanismi giudiziari ecclesiali per riprenderlo e sanzionarlo, ma la chiesa vuole che quando celebra la Messa, confessa, predica, eccetera sia lui a dover decidere come comportarsi, cosa dire e deve prendersi – in coscienza – le sue responsabilità.
Tu fai un caso astratto (Pluto e Lady Diana) io invece un caso concreto. Ti ricordi i funerali di Marco Simoncelli? Quella volta li ha celebrati il vescovo (nel caso di Dalla non c’era nessuna autorità ecclesiale presente…). Chi controllava la moralità di quelle situazioni? non ricordo se ha fatto la testimonianza la fidanzata di Marco, ma ricordo che era inquadrata insieme alla famiglia di Marco. Se ne parlava come se fossero sposati. Convivevano? vivevano la castità? boh.. e chi lo sa… non interessava a nessuno perché erano lì come persone toccate dal lutto. Si è rivolto a loro il vescovo? certo! ha fatto quello che fanno tutti. Quindi, o si decide che non lo fa nessuno o se io non mi comporto come fanno tutti i miei fratelli sacerdoti, voglio dire che c’è qualcosa di particolare. Cioè l’esatto contrario dell’intento comunicativo che voleva raggiungere Padre Boschi: normalità.
Adesso ti faccio vedere un’altra prospettiva pastorale, che è quella che ha dovuto tener in conto Padre Boschi. Ho saputo oggi (questo blog mi sommerge con le sue mail…) che Lucio e Marco vivevano in appartamenti separati. Sai cosa vuol dire? facciamo l’ipotesi che Marco e Lucio convivessero (non lo so, è un’ipotesi) e che grazie a una conversione siano andati a vivere in case diverse (proprio come dice quello sciagurato di Polifemo…). Padre Boschi era il loro confessore (sicuramente da un anno lo era di Lucio). Non ti sembrerebbe un bel modo di testimoniare come si può vivere la condizione omosessuale anche in maniera cristiana? E io a uno così non faccio fare il saluto a Lucio Dalla? Guarda cosa scriveva nel 2008 Lucio Dalla nella basilica di sant’Antonio di Padova. “Convinto e sedotto religiosamente dalla presenza di Gesù e di S. Antonio, affido loro la mia anima, la mia vita, il mio lavoro nell’umile speranza di essere perdonato dei miei peccati ed avvicinato alla loro luce”.
A proposito di bianchi e di neri (mamma mia… mi torna in mente il primo intervento di Polifemo…) io credo che la vita spinga tutti noi a uno sforzo di maggior cultura, cioè di maggior riflessività relazionale. Interventi come i tuoi su un blog come il nostro aiutano. Però sempre di più non è possibile né dire che è bianco, né che è nero, né che è grigio. Bisogna dire: vediamo. E vediamolo assieme.
Per questo mi sono messo a fare il blog, e per questo c’è bisogno che persone diverse e con opinioni diverse (e possibilmente anche maschi!) collaborino.
Grazie!
Pippo non è lo stesso di Pluto, Paperino e Qui, Quo Qua, vero?
In dubio pro reo ed è quello che da sempre fa la Chiesa: essere Avvocata Nostra di fronte all’Altissimo!
Poi Lui giudicherà!
L’uomo, positività ferita, è il grigio poi al suo libero arbitrio( leggevo stanotte un bel testo di don Divo Barsotti)indirizzarsi al bianco ( luce che libera) o al nero ( il nulla che incatena).
Matteo
PS garantisco sulla mia assoluta mascolinità!
Super Polifemo che hai notato l’errore di personaggio! Ma tranquillo … è arrivato Paperino.
Don Mauro: oggi a colazione, tra pargoli, marito e musica classica, leggo a p. 17 del Corriere della Sera: “Metti la compagna in prima pagina. L’ira di Valérie contro il suo giornale. Copertina di Paris Match sulla vita della Trierweiler con Hollande”. Mi è sembrata la sintesi del mio pensiero.
Capisco che Lei però sposta la discussione dalla riservatezza di una informazione alla conversione di un’anima. E questa conversione è bellissima. Quello che lei descrive del cantante è la meraviglia dell’incontro tra una creatura e il suo creatore. Bello davvero e riposante. Mi fa sentire tranquilla, tra le braccia fiduciose di un Dio che non abbandona i suoi figli.
Sui giornali, però, tutto questo non è mai stato scritto. E’ passata un’altra informazione, ed è arrivata a tanti giovani. Spero che il nostro blog sia utile a divulgare quest’altra informazione.
Solo una domanda: castità nel fidanzamento e omosessualità sono sullo stesso piano quando a dimensioni di fuga dalla casa del Padre?
errata corrige:
Solo una domanda: castità nel fidanzamento e omosessualità sono sullo stesso piano quanto a dimensioni di fuga dalla casa del Padre?
“la chiesa – che ha un sacco di difetti – è fatta in un modo meraviglioso e questo modo meraviglioso è basato sulle persone e sulla responsabilità personale.”
AAHHH!! una boccata d’aria fresca! Grazie don Mauro!
Vedere tutto bianco o nero mi fa pensare a vedere la vita in bianco e nero..senza i colori! può essere suggestivo, ma ci si perde moooooolto della bellezza del mondo e della gente che ci circonda.
Il bianco è insieme di tutti i colori!
Matteo
@Paola la tua domanda sulla “dimensione” […castità nel fidanzamento e omosessualità sono sullo stesso piano quanto a dimensioni di fuga dalla casa del Padre?] è paragonabile a quella dei turisti americani che quando vedono la basilica di san Pietro chiedono quanto pesa, in quanto tempo è stata fatta, e quanto è larga la striscia dorata della trabeazione che appare piccola ma in realtà potrebbe contenere una ford di non so qual tipo, messa per il lungo.. ciò detto, le domande sul “quantitativo” sono importanti e riguardano un certo aspetto della realtà.
Ti rispondo citandoti i due punti del Catechismo in proposito:
2350 – I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro da da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell’amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.
2359 – Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
[a chi interessa leggere tutti i punti in proposito ricordo di andare su http://mauroleonardi.blogspot.com/2011/12/piccolo-catechismo.html#more%5D
Vedi che le due frasi sono uguali? “I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza… Le persone omosessuali sono chiamate alla castità…”. In estrema sintesi: la Chiesa dice che la sessualità (è chiaro che mi riferisco alla dimensione genitale ecc. ecc.) può essere vissuta solo nel matrimonio. Chi la vive fuori dal matrimonio pecca. Punto. Un omosessuale che ha un rapporto sessuale fa lo stesso peccato che fa un etero non sposato con una donna che non è sua moglie. Non c’è una sanzione particolare (tipo scomunica per esempio, come avviene per l’aborto). Non è peccato avere “tendenze omosessuali ” (cfr. CCC 2358 – 2359). L’atto omosessuale è un atto oggettivamente gravemente disordinato come tanti altri.
A quale girone dell’inferno si vada, quale più su e quale più giù non lo so… per quello devi rivolgerti a Dante Alighieri.
Grazie dei chiarimenti sulla dottrina della Chiesa. Ho sempre pensato, ma sul piano solo umano, che l’esperienza omosessuale creasse una spaccatura a livello di personalità più difficilmente sanabile di un rapporto eterosessuale fuori dal matrimonio.
@Paola anch’io penso “che l’esperienza omosessuale crei una spaccatura a livello di personalità più difficilmente sanabile di un rapporto eterosessuale fuori dal matrimonio” ma se mi fai una domanda sulla dimensione esatta morale canonica ti do una risposta di quel tipo, anche per mostrare che la realtà non può essere spiegata da un solo principio epistemologico, che appunto ci dà il bianco e il nero ma non la verità.
Non credo che sia possibile affermare che il peccato che fa una sedicenne che abortisce usando la pillola del giorno dopo, sia più grave di quello di un mafioso che fa una strage, o di un bruto che violenta un bimbo, o di un prete pedofilo, ma la prima ha la scomunica e gli altri no.
C’era un’epoca nella chiesa in cui i papi scomunicavano i vescovi che andavano a caccia della volpe nelle vicinanze di Roma perché cadendo si rompevano l’osso del collo, e loro rimanevano senza vescovi. Sempre a proposito di caccia alla volpe Daniel Rops – un famoso e ortodossissimo storico cattolico – racconta che una mattina del 1517 un papa aspettava irritato dalle parti della Magliana un messo che dal vaticano gli portava una scomunica da firmare. Il Papa era Leone X ed era irritato perché sarebbe arrivato tardi alla caccia. Leone aprì l’editto e lo firmò borbottando: “liti tra frati”. Era la scomunica a Lutero, che avrebbe portato un infinito sconquasso nella chiesa.
Paola, credo che tutto sia riconducibile a un erroneo rapporto col senso di responsabilità. Padre Boschi si è preso la responsabilità di Lucio Dalla e Marco Alemanno e giustamente se n’è fregato di quello che avrebbero detto i media laicisti, che avrebbero borbottato in ogni caso. Io e te non dobbiamo caricarci sulle spalle i “chissà che ne pensano” di quelli che leggono il nostro blog, ma dobbiamo cercare di essere autentici (come sei tantissimo tu, e cerco di essere anch’io) e di dirci le cose che pensiamo. Invece Leone X avrebbe dovuto avere un po’ più di senso di responsabilità.
Stamattina a colazione col capo, con indosso il tubino blu e il tacco 12 d’ordinanza, mentre lui parlava non so bene di che cosa, mi ballava in testa il discorso del bianco e nero.
Mi piace quello che scrive don Mauro
“la realtà non può essere spiegata da un solo principio epistemologico, che appunto ci dà il bianco e il nero ma non la verità.”
Quando ieri scrivevo che in pubblico non ci vado nuda ma neppure vestita da pulcinella intendevo una cosa del genere. Al mondo posso scegliere se dare un’immagine di me perfetta, senza difetti, immacolata. Oppure mostrarmi come sono, con le mie fragilità, le mie giornate storte e quelle positive. Per un certo periodo della mia vita ho ritenuto che avere pudore della mia intimità volesse dire non mostrarmi agli altri con le mie debolezze e le mie gioie. E tentavo di mostrare un’immagine di me sempre ineccepibile, riservando solo agli amici più intimi la conoscenza della vera fefral, che piange, si incazza, ha paura, e non è solo sempre assertiva, sicura di sè, capace di coniugare famiglia, lavoro e amici senza avere crolli di stanchezza e di nervi. Ma così non funziona, il giochino si rompe. Le persone non si avvicinano a un modello perfetto, o magari lo fanno salvo poi allontanarsi delusi quando quello che sembrava oro da lontano si rivela una patacca. Invece vengono sempre attratte dalla verità, anche se questa verità non è sempre così splendente e nitida come ci piacerebbe che fosse. Il bianco, la pienezza dei colori, è solo di Dio. Per poter aspirare a quella verità l’unica strada possibile è riconoscere le nostre zone d’ombra. E se sprechiamo le nostre energie a nasconderle al mondo il rischio è di apparire come una brutta maschera di cartapesta, bella da lontano ma totalmente inespressiva da vicino.
Forse sono andata off topic ma oggi ho ‘sto pensiero in testa.
In pausa pranzo però sono passata dal parrucchiere, perchè è vero che è bello mostrarsi per quello che si è ma se si riesce a rendersi un po’ più gradevoli a chi ci guarda è pure meglio!
Ok.Mauro, il rispetto dell’intimità delle persone va di pari passo con l’essere o non essere un personaggio pubblico.Inoltre mi aspettavo rispondessi alla domanda la cui risposta , a parere mio,è essenziale per la discussione.Nella tua frase c’è l’essenza del pensiero della Chiesa: siamo tutti etero ,l’omosessualità è solo una tendenza. La mia domanda era insidiosa, e certamente avrebbe bisogno di una risposta sincera. Non voglio aprire una discuissione sull’omosessualità, vorrei che anche a Lucio Dalla omosessuale fosse data la dignità riservata agli etero, perchè Lucio non era un etero con tendenze omosessuali, era omosessuale e basta.La chiesa, opinione mia personale, non può avere un diverso giudizio sull’omosessuale dichiarato e quello non dichiarato. Vedi,questo atteggiamento a parere mio apre a una sorta di malcostume diffuso: puoi fare ciò che vuoi ma fallo con discrezione, crea il legittimo dubbio che tu sia in linea con la Chiesa anche se non lo sei e la chiesa mette il sigillo. Salva la forma e tutto va bene. Questo il messaggio che passa, ed è passato, perchè di opinioni in questo senso ne ho sentite troppe per Dalla. Come in altre vicende, con Dalla la Chiesa ha scopertoil fianco,ha fatto vedere tutta la sua debolezza.In questa epoca fatta ci incertezza,la chiesa confonde ancora di più e non traccia linee guida evidenti,a parer mio potrebbero anche essere ingiuste e impopolari, ma certe. Non può,a mio parere,passare il messagio che se convivi con un nuomo separato quindi fuori dal matrimonio e tutti lo sanno, amici e parenti che ti frequentano, ma tutti zitti, anche la Chiesa ,che lo sa ma non ufficialmente, affermerà che è una convivenza casta e amichevole, daltronde , diranno, in camera da letto insieme a loro nessuno non c’è stato nessuno. Allora……..nella vicenda di Dalla mi hanno colpito molte cose. Innanzi tutto la discrezione con cui Dalla ha vissuto la sua omosessualità.
La discrezione del suo compagno, Marco Alemanno. L’ennesima negazione della Chiesa dell’esistenza degli omosessuali come individui con dignità propria e non come individui etero con frequentazioni omosessuali…….La Chiesa, a mio parere, non doveva concedere la cerimonia funebre a Dalla negandone l’identità. La chiesa dovrebbe , una volta tanto, dire da che parte sta. Gli omosessuali sono fuori? Bene….impopolare ma chiara……..tutti fuori….dichiarati o no…….detto questo nessuno potrebbe discutere il loro rapporto personale con Dio. Sono dentro? allora nessuno dovrebbe parlare di castità, di convivenza casta, ma di amore per il compagno, dello stile di vita, della sofferenza del vivere la diversità, della fedeltà anche nel rapporto. Cito:”Vedi che le due frasi sono uguali? “I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza… Le persone omosessuali sono chiamate alla castità…”. In estrema sintesi: la Chiesa dice che la sessualità (è chiaro che mi riferisco alla dimensione genitale ecc. ecc.) può essere vissuta solo nel matrimonio. Chi la vive fuori dal matrimonio pecca. Punto. Un omosessuale che ha un rapporto sessuale fa lo stesso peccato che fa un etero non sposato con una donna che non è sua moglie.”…. Mauro…..i fidanzati possono sposarsi, gli omosessuali no… Gli uni possono regolarizzare la loro situazione davanti a Dio, gli altri sono , al momento, costretti a vivere nel peccato non potendosi sposare, non certo per loro scelta, come invece per i conviventi. Io penso che i primi peccano, i secondi chi lo sa….magari se potessero sposarsi non peccherebbero affatto……!!!!! Personalmente preferirei una Chiesa che mi mette chiare etichette su ciò che è lecito e ciò che non lo è ,una Chiesa che mi sia guida chiara senza ipocrisie e incertezze, una chiesa forte che ponga il suo giudizio sulla sostanza e non sull’apparenza delle situazioni. Una Chiesa che , a parere mio, avrebbe dovuto riconoscere Dalla come omosessuale e fargli la cerimonia funebre che ha fatto, oppure negargliela in quanto omosessuale. Non voglio una chiesa che per far “cassa” di cattolici si mostra debole come non mai e promuove compromessi con se stessa. Mi confonde. Se la Chiesa non può abbracciare gli omosessuali in toto , meglio fuori dalla chiesa ma con la dignità della loro identità e diversità. Mi aspetto che nessuno la pensi così, ma la diversità è quella che crea la discussione.
In tutto questo non capisco per quale ragione se pure dalla si fosse dichiarato omosessuale gli si sarebbe dovuto negare il funerale in chiesa.
Io non credo che la chiesa rifiuti i funerali religiosi a uno solo perché è omosessuale. Come non mi pare che neghi i funerali religiosi ai divorziati risposati.
O sbaglio?
Lucio Dalla negli ultimi anni andava a Messa tutti i giorni, si confessava spesso, e Marco Alemanno è regolarmente fidanzato con una ragazza. Anzi mi viene il dubbio che sia proprio la ragazza che lo prende per il braccio quando scoppia a piangere. Leggere di seguito:
_____
“Lucio Dalla non ha mai dichiarato nulla dei suoi affetti. Ad esempio, nel libro di Edgarda Ferri, ’La tentazione di credere’, in cui il cantante e’ intervistato sulla sua vita, mentre l’intervistatrice vuole portarlo a parlare della sessualita’, lui con discrezione non ne parla”. Quanto a Marco Alemanno, “e’ stato un collaboratore, amico, stretto familiare di Lucio Dalla; e Bruno Sconocchia, amico e manager di Dalla, fa notare che ’la ragazza che e’ stata tutto il tempo accanto a lui in chiesa e’ la sua compagna da anni’”. Lo scrive padre Giorgio Maria Carbone, domenicano, docente di Bioetica e Teologia morale alla Facolta’ di Teologia dell’Emilia Romagna, rivelando – sul quotidiano on line “La Bussola” – che Lucio Dalla “negli ultimi anni era solito partecipare alla messa tutti i giorni, celebrava spesso il sacramento della penitenza e il giorno prima di partire per la sua tournee si era confessato nella basilica di San Petronio, proprio dove sarebbero stati celebrati alcuni giorni dopo i suoi funerali”. “Questi sono i fatti.
Il resto sono illazioni o chiacchiere”, afferma il religioso, per il quale “uno degli aspetti piu’ inquietanti e paradigmatici di questa vicenda e’ osservare come gli ideologi dell’omosessualita’ e i giornalisti affini trattino il singolo uomo”. Per padre Carbone, si tratta di “un’autentica strumentalizzazione”: “visto che gli italiani devono essere ’educati’ ad accettare le nozze gay e che serve una vittima della presunta ipocrisia italiana, allora Dalla e’ ridotto a omosessuale”.
Ma certo che si possono fare in chiesa i funerali degli omosessuali! Sono cristiani come tutti gli altri! A scanso di equivoci pubblico i due punti del catechismo che nessuno va a leggere:
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
Qui la questione che poni è diversa dal tema del post.
Non è in gioco la omosessualità o meno di Dalla è in gioco la tutela della dignità della persona a che non si veda sbattuta in prima pagina senza che ci sia voluta andare.
In sintesi: ci si è scandalizzati per la Belen che ha mostrato il tatuaggio perchè era in una zona intima e poi ci si straccia le vesti perchè Dalla non ha fatto un outing sulla sua vita sessuale.
Problema di coerenza. Il moralismo ( su Belen) si rimanifesta su Dalla ma in maniera contraddittoria.
Matteo
PS sulla questione dell’omosessualità: se dici non possono sceglieri di sposarsi, sostanzialmente dici che hanno un problema di natura fisico/biologica. Questo non è scientificamente provato. Non esiste il gene dell’omosessualità! Se invece intendi natura non in senso biologico ma in senso psicologico/esistenziale allora entri nel cortocircuito tra domanda e risposta in quanto la loro essendo una scelta non determinata dalla natura ma dal libero arbitrio è modificabile. Cioè possono essere padroni della loro condizione e modificarla. Anche se la questione omosessuale ha un connotato socio/politico ben chiaro e fa riferimento al relativismo che vuol sostituire la Verità ( in senso scientifico, metafisico, teologico). La solita ribellione a Dio ed alla sua creatura l’uomo.
Siamo sempre in cerca di regole, di gironi in cui incardinare gli altri, e la responsabilità di far applicare le regole!
Don Mauro ci vuole, invece, spingere a guardare il mistero del cuore delle persone. Grazie don Mauro!
Oggi ho letto un appunto di papa Giovanni XXIIII che mi sembra possa aiutarci.
“Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della vita tutti in una volta …. non criticherò. non cercherò di migliorare nessuno tranne me stesso. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a stare in silenzio per dire una preghiera e leggere un libro, ricordando che come il cibo è necessario al corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima. Solo oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione. In modo particolare non avrò paura di godere ciò che è bello e credere nell’amore. Tutto questo solo per oggi, perché posso ben fare per dodici ore ciò che invece mi sgomenterebbe dover fare per tutta la vita”.
Oggi, io ho un programma folle di lavoro ma … solo per oggi cercherò di non lamentarmi!
Bellissime queste parole del Beato G23. Me le copio. Grazie!
Matteo dialogo con te e Patrizia in fondo al blog, purtroppo qui non ti legge nessuno perché sono pochissimi quelli che “scrollano” tutto il blog. In genere si parte dall’ultimo e si risalgono tre o quattro commenti….
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
@Patrizia spero che tu riesca in questo weekend a prenderti un po’ di tempo per leggere la Discussione, che inizia proprio dal problema bianco/nero di Paola. [grazie Matteo] Grazie al vostro stimolo ho potuto fare delle ricerche e scoprire ieri sera che Dalla andava a Messa tutti giorni, si confessava, e il suo “compagno” in realtà è un etero fidanzato. [l’ho scritto sopra] Pensa che ingiustizia sarebbe stata commessa se la chiesa si fosse comportata come tu auspichi (in entrambi i modi in cui tu auspichi…).
L’idea della verità come la forma di pensiero spiega il destino dell’occidente, ma la verità – Patrizia, fai una passeggiata e guardati attorno – è incredibilmente più profonda di un’etichetta. Che la verità sia assoluta ed al tempo stesso la forma della mente umana, che si possa pensare, che la verità possa essere detta, che l’uomo possa persino a volte realizzarla con le proprie mani nelle sue azioni, è l’essenza dell’occidente. Ed è così perché Gesù Cristo ha detto: Io sono la Verità. In questo blog facciamo lo sforzo di pensare dialogando, cioè facendo in modo che la nostra conversazione interiore divenga esteriore, si intrecci con quella degli altri. E tu sei la benvenuta.
Invece mi sembra che l’idea che tu hai di verità è molto mussulmana. L’Islam può essere solo obbedito, non solo pensato. Il pensiero è altra cosa dall’adorazione, anche se nel cristianesimo non è incompatibile: nel caso dell’islam lo è. L’islam ha scelto di fermarsi al solo Corano, bloccando la dinamica del pensiero. Si è posto fuori dalla storia e contro la storia, e questo ha un suo incredibile fascino.
Però stai attenta perché un Dio così, un Allah che si può adorare così, diventa “disponibile” – nel senso che se ne può disporre – lo si può rendere praticabile, e usare.
Vedi che tu fai “marciare?” Dici: tutti dentro! tutti fuori!
Questa non è la verità, ma una cosa che assomiglia tantissimo a della gente che marcia alzando la gambetta al passo dell’oca…
Posso aggiungere qualche parola?Direi che un Dio così, una religione di tipo “islamico”, è soprattutto molto più facile da gestire; se si divide il bianco e nero, il passo successivo è …riconoscersi tra i bianchi! e di conseguenza sentirsi al sicuro!
Invece la realtà è infinitamente più articolata e complessa( pare sia proprio la sua bellezza), ma terribilmente più difficile da gestire.
La tentazione di separare il grano dalla zizzania, rinasce continuamente dentro di noi e NON SOLO VERSO GLI ALTRI!
Conosco molte persone, che non si impegnano veramente nel campo della fede,perchè dopo qualche passo,si vedono incapaci appunto di raggiungere” risultati interamente bianchi”, nel loro agire e non si “sopportano” nel camminare incerto, nel chiaro scuro di ogni giorno….stare sempre a provare e riprovare? vedere sempre che non sono quel bel tipo che credevo? meglio essere “grandi”, se non nel bene…almeno nel male e nel rifiuto!
Leggevo proprio in un commento al Vangelo di oggi(il figliol prodigo) che se stiamo sempre a giudicare gli altri, è perchè abbiamo paura ci tolgano un pezzetto di eredità…conquistata con fatica!
Invece nel cuore di Dio , c’è uno spazio immenso e per tutti..si tratta di “allargare” lo sguardo, cambiare lo sguardo sulle situazioni di incertezza e a volte di errore, sia nostre che altrui….
Riassumo in breve: “FINCHE’ STAI A VALUTARE LE DISTANZE;TRA TE E GLI ALTRI TUOI FRATELLI O TRA TE E DIO….PERDI DI VISTA LA BELLEZZA DEL CUORE DI DIO!
Una formica si era rotta una zampetta e si lamentava pietosamente.
Uno studioso se la pose sulla mano e iniziò a chiederle_quale zampetta ti sei rotta?fammi vedere…
Ma quella non rispondeva più!perchè era stata girata sul dorso, sul palmo della mano…e si era persa a contemplare il cielo stellato!!!!
Da quella notte , si racconta che tutto il formicaio si rovesciava ogni notte sul dorso…. per ammirare il cielo…”A me questo brano, ha “detto molto” e ho voluto condividerlo…
Mo’ però Paola e Patriza doveste de pianta’ la grana su Marco che c’ha la compagna. Cioè io vorrei sape’ ma che tipo de compagna è? Ce va a letto o no? So solo fidanzati o convivono? Pecché senno mica possono parlà n’chiesa. Vabbé va, ‘sto a scherzà. Siete bravi. Ciao. Bona domenica.
Comunque la questione che pone Polifemo con i suoi soliti toni tranquilli, non è così liscia. Fino a qualche decennio fa non era possibile che parlassero dal presbiterio altre persone che non fossero i ministri sacri. Poi la cosa è cambiata ma – proprio per evitare fraintendimenti – è prescritto che eventuali altri interventi avvengano in modo che sia ben chiaro che non sono equiparabili all’omelia. Per questo devono essere alla fine della Messa.
Piccola chiosa polemica … io amo la Messa post tridentina. La Messa, mi piace chiamarla così, di Paolo VI! Una Messa fatta di poche parole e di silenzio. Ed il silenzio è l’ambiente in cui l’uomo può incontrare Dio ascoltandola … di parole ce ne sono oggi fin troppe!
L’insegnamento che possiamo trarre da Dalla ( che personalmente non mi piaceva) è proprio sul suo Silenzio! Silenzio significa accettare tutto! Per ciò che il tutto è! Senza tante chiacchiere!
Capisco chi dice che Marco poteva non parlare … tuttavia mi sembra che in questo caso le parole citate fossero non un elogio funebre ma il fare memoria della Verità insita nel morto, citando una sua poesia/canzone.
Ricordo che a differenza delle altre religioni rivelate il cristianesimo ( la cattolicità) mette al centro la responsabilità personale. Responsabilità verso il prossimo e Dio … le altre religioni “scaricano” la responsabilità su Dio negando, di per se, la libertà dell’uomo di essere figlio che decide di andarsene e tornare o di non abbandonare mai il Padre.
Matteo
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purtroppo bianco/nero è comodo, ma non solo…c’è chi ha paura del pensiero perché lo considera come un “dare di meno a Dio”, trasgredire su dogmi…ci sono tante difficoltà nella ricerca della verità.
io penso però che a nessuno qui importi più di tanto di dispute teologiche,ma, appunto, le questioni che stanno a cuore sono quelle di vita: omosessualità, matrimonio, famiglia. insomma, dove il cuore si intreccia alla ragione. e diventa ancora più difficile
forse Dio da noi si aspetta questo: che semplicemente Gli chiediamo aiuto per capire quello che davvero non capiamo, senza voler eliminare dubbi, senza paura. A Dio, credo, i arriva attraverso l’accettazione del dubbio, della paura, della delusione, non rifiutando, eliminando il dubbio. CI sono santi che non hanno mai avuto dubbi di fede, o esitazioni, ma per coloro che li avessero, io credo, il cammino non è rifiutare i dubbi che hanno, ma accettarli e camminare con Dio cercando la verità
Ciò detto, una sana dose di bianco-nero ci vuole, perché, appunto, siamo esseri umani, un po’ di etichettatura serve, ci aiuta, altrimenti siamo sperduti. Ma un po-deve essere una tracia, dei aletti sul cammino, non una gabbia, il cammino pi lo dobbiamo fare da soli..
No pippo è fuori tema!!
Paperino eè contento perché si fa paperina..
Pippo invece è triste.. Perché..
Ma non ha fatto outing
Sciagurataaaaaaa!!!!
Però devo ammettere che mi sei mancato!
Patrizia il tema che proponi merita uno spazio ad hoc. Ho lanciato una Discussione con tutti i tuoi commenti.
Si intitola Chiesa Cattolica, omosessuali e registro delle unioni civili
Sciaguarata scrive oggi un rispondi a un commento dell’8 marzo…. e chi lo legge? Comunque parlando a Paola dice: “No pippo è fuori tema!! Paperino è contento perché si fa paperina… Pippo invece è triste.. Perché… Ma non ha fatto outing!”
Torniamo quindi al tema di questa Discussione che è quel rispetto dell’intimità che è non etichettare le persone. Mi sembra molto bello quanto scrive qua sopra Lidia sull’accettazione del dubbio, delle paure, del non capiamo…
Se possibile facciamo interventi brevi. Grazie.
questa del bianco e nero è una diatriba noiosa.. e chi ha conquistato un buon grado di libertà personale, la inquadra come paletto che indica la strada, come aiuto per prendere decisioni giuste.. chi invece ha paura del vuoto cerca ancore di salvezza esterne a se, per non dover correre il rischio di sbagliare.
Ma che cavolo di domanda è: “La chiesa dovrebbe , una volta tanto, dire da che parte sta. Gli omosessuali sono fuori? “
ma scusa non sai che la chiesa esiste per la salvezza degli uomini? bianchi e neri, etero e omo, maschi e femmine?
Il male non sta nell’essere bianco o nero, etero o omo, maschio o femmina.. il male sta nel cuore dell’uomo che agisce liberamente contro se stesso e contro gli altri.
Esistono maschi sciupafemmine e femmine zoccole.. la chiesa non condanna ne i maschi ne le femmine: dice che quegli atteggiamenti sono per la sua morale inaccettabili.
Lo stesso vale per gli omosessuali: sono figli di dio come gli altri, se fanno cose sbagliate, se praticano atti contro natura, per l’etica della chiesa sono azioni inaccettabili.
Conosco santi che prima di convertirsi erano sciupafemmine e sante zoccole, ma non ci sono santi che erano omosessuali? ce ne vorrebbe uno per fare un po’ di chiarezza.
Polifemo o paola, vi candidate?
Tra le varie provocazioni, sciagurata tocchi un tema interessante. Nel vangelo c’è la Maddalena, la Samaritana, ma non mi sembra compaiano personaggi omosessuali. Nel vecchio testamento si parla di Sodoma e Gomorra, ma parrebbe che più che all’omosessualità ci si riferisca alla mancanza di ospitalità. Qui ci vuole un esperto di testi sacri. Don Mauro che dice?
non c’era un eunuco che si convertì negli atti degli apostoli?
Sì c’è c’è!! Capitolo 8.. Filippo gli parla a poi lo battezza! :)
Sono sicuro che in paradiso ci sono tanti santi omosessuali e la dottrina della chiesa in proposito è chiarissima. In pratica è quella che dice Sciagurata. La gerarchia ecclesiastica conosce benissimo questa dottrina e per questo a volte ordina sacerdote con questa tendenza – cosa secondo me profondamente imprudente, com’è è stato ribadito in un recente documento di B16. Un conto è diventare santi, un conto è diventare preti.
Secondo me, il momento del vangelo in cui ci si avvicina di più alla non discriminazione degli omosessuali sta nelle parole di Come Gesù che riposto qui: “Proprio a questo proposito alcuni pensano che la sgradevole espressione «eunuco» che Gesù adopera nel Vangelo (cfr Mt 19, 12) sia una sorta di «replica» rivolta da Cristo stesso verso chi ironizzava su di Lui (cfr Gnilka, Gesù di Nazaret, p. 227).
Nella discussione con i sadducei” (p. 101). Cioè, detto apertamente: Gesù accetta che, dal momento che non si sposava. per trent’anni qualcuno pensasse che era omosessuale.
Il problema non è la condizione in cui si vive ma l’accoglierLa!
Accogliere o il rifiutare la propria condizione è la questione dirimente!
La condizione nella quale siamo non la decidiamo noi, ci è donata! A noi farla fruttare pur tra sofferenze e cadute oppure rifiutarla!
Domanda per Lidia. è Dio che non si “spiega” bene o siamo noi che ci creiaamo pretesti mentali per non comprenderlo?
Matteo
caro Matteo, siamo noi che ci creiamo pretesti mentali per non comprenderLo.Non ci sono dubbi, per me. Vedi, parlo per me,la difficoltà non è accettare una persona omosessule, perchè le persone o sono belle brave persone o non lo sono, non mi interessa l’orientamento sessuale,ma che siano persone che amano il prossimo e lo rispettano,ma…ma…….ci sono delle paure e delle diffidenze che non riesco a superare se non con molto ragionamento e fede, e talvolta non ce la faccio.Sono etero, ovviamente, sposata con figli e nipoti, allora……temerei se mio figlio avesse per amico stretto un omosessuale, se il maestro delle elementari di mio nipote fosse un omosessuale, se l’amica stretta di mia nipote fosse lesbica.Ma ho amici omosessuali a cui tengo molto, non perchè tali ma perchè credo, ripeto credo che questo loro essere nati così, li porti ad avere una sensibilità ed una percezione della sofferenza altrui che non riscontro negli etero,forse è solo un caso, non so, però ho notato questa loro grande disponibilità verso gli amici nel momento del bisogno mai riscontrata negli etero.Quindi perchè questa diffidenza che ogni tanto, non sempre, torna a galla?????Non mi capisco, a volte……ma l’animo umano si può capire fino in fondo???????? Gesù,così ci dicono i Vangeli, non non ha mai ha fatto riferimento agli omosessuali ma sempre e solo alla persona,alla qualità della persona,quindi non dovrebbe essere difficile ….
Io penso, sottolineo, io, che se la chiesa vuole i cattolici omosessuali nel suo gregge, non deve dargli il “contentino” come fa adesso, non è dignitoso per loro, dovrebbe trovare un modo, fare una riforma. Non è accettabile che prima dica assolutamente no,niente sacramenti, (art.2357 catechismo)poi siccome a parer mio si è accorta di perdere cattolici arriva un dipende, forse si (art.2358) poi,sempre a mio modo di vedere, un certamente si con l’srt.2359 che tra le righe indica il sacerdozio come abbraccio della chiesa. Non va bene così…….e se tutti i cattolici omosessuali andassero nelle loro parrocchie e cominciassero a far depennare il loro nome dalla lista dei battezzati……cosa farebbe la Chiesa????? Una riforma…….certamente non li vorrebbe perdere…… Se fossi omosesssuale non vorrei una strizzatina d’occhio….. vorrei essere accettato come persona……indipendentemente dall’orientamento sessuale
Ma fatte ‘n altro sonno Sciagurata! che fai sparisci ‘na settimanella e poi pontifichi? guarda che io su ‘sta discussione le mie figuraccie le ho già fatte. Eppoi io su ‘sto argomento devo sta bello tranquillino pecché don Ma’ ma già bacchettato ‘na volta colla storia de quelli de l’artra sponda.
Ciao. Siete tutti belli!
Ho conosciuto personalmente un ragazzo omosessuale che frequentava un gruppo del rinnovamento, ho parlato con lui tante volte e in confidenza mia detto che era un calvario per lui cercare di vivere secondo Dio. Per lui non si apriva assolutamente un futuro di coppia. Per chi sceglie la castità liberamente sa che può avere delle difficoltà, ma alla fine ha anche la possibilità di tentare un altra strada ma lui no.Se voleva vivere santamente doveva accettare anche questa croce. Mi son trovata a pensare ad altri costretti a rinunciare al matrimonio perchè investiti di handicap diversi. Il problema sta nell’incontro con Dio che ti aiuta a portare qualunque croce, che ti sostiene nel cammino rendendo quella sofferenza redentiva ,al contrario ti distrugge. Non mi sento diversa da lui quando devo lottare con le mie tentazioni per non cedere alle mie fragilità . Sono certa che anche un omosessuale può diventare santo.
Ho conosciuto personalmente un ragazzo omosessuale che frequentava un gruppo del rinnovamento, ho parlato con lui tante volte e in confidenza mia detto che era un calvario per lui cercare di vivere secondo Dio. Per lui non si apriva assolutamente un futuro di coppia. Per chi sceglie la castità liberamente sa che può avere delle difficoltà, ma alla fine ha anche la possibilità di tentare un altra strada ma lui no.Se voleva vivere santamente doveva accettare anche questa croce. Mi son trovata a pensare ad altri costretti a rinunciare al matrimonio perchè investiti di handicap diversi. Il problema sta nell’incontro con Dio che ti aiuta a portare qualunque croce, che ti sostiene nel cammino rendendo quella sofferenza redentiva ,al contrario ti distrugge. Non mi sento diversa da lui quando devo lottare con le mie tentazioni per non cedere alle mie fragilità . Sono certa che anche un omosessuale può diventare santo.
Rispondi
Lascialo perdere polife’ quello cià i problemi col PIL! Tu però non sparire per settimane eh, che mi fai sempre fare una risata e quanto c’è n’è bisogno a volte!
“Per gli omosessuali la privacy è un diritto o un obbligo?” che si terrà a Roma lunedì 19 Marzo alle ore 15.30, presso l’Hotel Nazionale a Piazza Montecitorio.
Vogliamo chiederci perché la privacy per gli omosessuali sia l’ultimo muro eretto a tutela di una riservatezza imposta come un obbligo e che, nel migliore dei casi, appare come un suggerimento per non provocare i benpensanti.
Su cosa determini l’orientamento sessuale di una personale la scienza (quella galileana !) può ancora dire ben poco.
Ci sono delle teorie e delle congetture, con poco supporto sperimentale.
Nel decennio scorso si pensava ad un’alterazione del tratto cromosomico identificati con Xq28, ma questa ipotesi sembra non sufficientemente suffragata dai dati sperimentali.
Ci sono persone che hanno un orientamento prevalentemente omosessuale o bisessuale in alcuni periodi della propria vita (giovinezza, periodo universitario). Altri si scoprono omosessuali/bisessuali dopo anni di matrimonio, magari dopo la nascita del primo figlio.
E’ difficile parlare di ciò che rimane in buona parte misterioso.
Ogni uomo fà storia a sè.
“Ogni uomo fà storia a sè.” Si, ma dentro la stessa storia.
@ Tres.
Non credo. La vita, quando è vissuta in modo autentico, consiste nel lasciare i sentieri ben battuti.
Si vive, autenticamente, quando ci si scopre come PROGETTO di Dio, unico ed irripetibile, quando si vede appunto se stessi come un’idea figlia dell’ETERNO.
Ecco allora che bisogna lasciare i sentieri ben battuti per avventurarsi nel fitto della foresta, dove non si capisce bene se si sta percorrendo un sentiero o meno. Anzi, noi stessi dobbiamo costruirci un sentiero (una nostra storia) personale. Come si può far questo ? Come si può vincere la naturale ripugnanza per l’oscurità della foresta, se non portando in se stessi questa intima convinzione del proprio essere PROGETTO e, dunque, figlio?
Ecco allora, che quando ci convinciamo di essere PROGETTI e, dunque FIGLI, crediamo NEL Logos e non AL Logos. Nel momento in cui ci vediamo come progetti, e ci VIVIAMO come progetti, e quindi crediamo NEL Logos, superiamo l’assurdo e diventiamo Opera di Dio, Opera dell’Eterno.
Hoc est Opus Dei, ut credatis IN Eum, QUEM Ille misit (Gv 6.29)
Semplicemente, Cristiano
@ Tres.
Per concludere. L’esercizio della omosessualità nega alla radice l’idea del progetto, perchè io NEGO il mio essere MASCHIO o FEMMINA e rende, dunque, impossibile riconoscersi come fugli, e dunque come eredi (vedi cosa dice San Paolo a tal proposito).
Citando un fisico russo, sacerdote e filosofo ortodosso morto martire sotto Stalin, io direi che esercitare l’omosessualità sia un pò come affermare che nove non è nove. Chi dice che nove non è nove non può neppure dire che tre è tre. E noi due, sui numeri, ci capiamo bene, non è vero ? :-)
@Anonimo ma sei lo stesso a cui ho risposto io? Perchè mi sembra che dica l’esatto contrario di quello che dici tu? E ora tu (Anonimo2?) dici una cosa (molto dotta) che in parte (la parte piccola)che ho capito non è molto distante dalle due striminzite parole che avevo scritto. Perchè “Noi due,sui numeri, ci capiamo bene,…”? Scusami ma non c’ho capito niente (per i numeri poi sono totalmente negata)!
Anonimo i tuoi interventi sono molto belli e equilibrati. Se rtiuscissi a sceglierti un nick name ci faresti un regalo perché a volte compaiono “anonimo” che – veramente – non si sa chi sono (nel senso del blog….)
Intervista a Lucio Dalla – Da Avvenire del 4 aprile 2012 pag. 25. L’intervista risale al 14 dicembre 2008
(…)
D./ Con Gesù riesce a dialogare?
R./ Certamente. Non è un merito, è una necessità! Sostanzialmente passo con Gesù due o tre ore al giorno: quando sono solo, ma anche quando compongo canzoni, quando sono felice. Lo ringrazio per tutte le cose che mi capitano e dedico a lui i pochi momenti di sofferenza e d’inquietudine che ho; li considero benedetti perché mi vengono da lui. Delle cose certe, la più certa per me è credere in Gesù.
(…)
D./ E’ praticante?
R./ Assolutamente sì. Non salto una Messa la domenica, anche se mi riesce faticoso per la vita che conduco: un giorno qui, un giorno lì… Quando sono stato in Irlanda andavo in chiesa tutte le domeniche senza curarmi se la chiesa fosse cattolica o protestante. Per me si tratta di un atto dovuto, è il minimo che possiamo fare a motivo della ragione per cui viviamo.
(…)
D./ Dei guasti prodotti dall’uomo, quale la preoccupa di più?
R./ Il fondamentalismo. Vorrei che l’uomo scoprisse che attraverso la tolleranza, il dialogo, il confronto, i problemi si possono risolvere, o per lo meno si possono discutere, soprattutto tra religioni. Io sono cristiano ma non disprezzo chi crede diversamente da me, semmai mi incuriosisce. Penso che a dividere il mondo nelle sue prospettive sia soprattutto il credere e il non credere.
Diventare santo non lo so ( non me ne intendo) però può diventare senza dubbio complessato. La sessualità non può essere repressa, da qualche parte deve andare. Comunque tutto deriva dall’idea errata che il sesso sia una cosa riprovevole se non “benedetto”. Invece prima di ogni altra cosa è “naturale” comunque esso sia. Unico limite la violenza.
I benpensanti sono coloro che pensano peggio di tutti. Spesso inoltre sono “benpensanti” ma “maloperanti”, convinti che il prete li assolverà alla domenica di ciò che ricominceranno a fare già da lunedì. L’Italia è più che mai il paese della doppia morale (come il Vaticano del resto…).
Perchè uno deve per forza avere progetti? Vive la propria sessualità e basta. Tanti etero sono dei rovina famiglia perchè sono genitori solo fisici.
Condivido.
La Chiesa Cattolica, così come quella Ortodossa e quella Ebraica, è ondivaga. Fra le sue file ci sono tantissimi omosessuali, alcuni dei quali non lo nascondono neppure, eppure seguita nell’emarginazione. Giovanni Paolo II, ovunque andava, doveva chiedere perdono a qualcuno per il cattivo comportamento della Chiesa nel passato. In futuro forse qualche altro papa dovrà farlo con gli omosessuali!
Un pregiudizio di secoli viene superato lentamente.
Il Registro delle Unioni Civili non dovrebbe interessare alla Chiesa, proprio perchè sono “civili” e non “religiose”, a meno che la Chiesa non pretenda di esercitare una specie di supervisione sulla società civile (es.: “Dictatus papae” di Gregorio VII).
Fabrizio, questa discussione è ferma da quando abbiamo cambiato il blog. Se vuoi che la riprendiamo non c’è problema. Lo facciamo, ma sul forum. Mi scrivi? Ho con un mess privato o [email protected]