Lettere – Un ricordo del Papa
Caro direttore, sono stato meno sorpreso di molte altre persone dalle dimissioni del Papa avendone conosciuto e ammirato le doti di umiltà in occasione di una udienza di alcuni anni fa riservata alla redazione di una editrice cattolica. Mi sono rimasti impressi in particolare due fatti che riporto per dovere di informazione e di riconoscenza. Il primo: l’apprezzamento con parole semplici e gratificanti dell’attività della casa editrice che rappresentavo. Disse:” voi fate delle buone cose”.
Poi, essendomi accorto lì per lì che mia moglie, trovandosi in seconda fila, non aveva potuto a sua volta salutare personalmente il Papa, chiesi la cortesia al prelato che lo accompagnava che anche lei potesse avere l’opportunità di salutarlo. Nel frattempo il Papa si era spostato per avvicinare altri invitati, e ritornò sui suoi passi per acconsentire al mio desiderio e compiacere grandemente mia moglie. La semplicità e l’umiltà di Benedetto XVI, dopo questi grati episodi quasi familiari, mi colpirono profondamente, e sono lieto di darne atto in questa circostanza epocale.
Cordialità.
Bruno Mardegan – Milano – Lettera inviata a Il Foglio
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