Blog / Lettere | 13 Febbraio 2013

Le dimissioni del Papa – L’elogio della coscienza

[Dal forum Le dimissioni del Papa] GianPaolo, Acida, Agnese, Ribelle, Sandokan, Rita Bettaglio, Adri, Tres, Patrizia Cecilia Giardi, CampopianoRoberto, Dory, MM., Fefral, Lidia… Scusate se entro in dialogo in modalità cumulativa. Cercherò di essere sintetico e semplice e per questo correrò il rischio di sembrare arrogante e saputello. Io credo che davanti alle dimissioni del Papa ci sia un’unica vera domanda ed è: in più o meno ventun secoli, tutti i Papi hanno trascorso gli ultimi anni di pontificato essendo stanchi, malati e vecchi e praticamente nessuno si loro di è dimesso, perché Benedetto XVI lo ha fatto? Questa domanda si può formulare in maniera ancor più sintetica dicendo: Giovanni Paolo II ha trascorso gli ultimi dieci anni di pontificato stando sicuramente peggio di come sta ora Benedetto XVI, perché Giovanni Paolo II non si è dimesso e Benedetto XVI si?

La risposta sta in queste parole di Benedetto XVI (grande Papa!): “… Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino…”. Ratzinger ha giudicato in coscienza di doversi dimettere, Wojtyla ha giudicato in coscienza di dover rimanere. Entrambi hanno agito in coscienza e questo è l’insegnamento più importante: seguire la propria coscienza. Certo quando Giovanni Paolo II stava male per il Parkinson anch’io ero di quelli che dicevano che il Papa era più prezioso da sofferente che da sano, e forse già allora avrei potuto additare il suo insegnamento sull’importanza di agire in coscienza perché sapevamo tutti come fosse stata tormentata la sua decisione di non dimettersi; nel caso di Benedetto XVI invece l’elogio della coscienza è più facile. Forse questa è la gemma più preziosa del pontificato di Benedetto XVI.

P.S.  A proposito, se non lo avete fatto, leggete il suo bellissimo libro “L’elogio della coscienza”, Edizioni Cantagalli 2009. Lì, a pag. 16, sono contenute queste parole, in un certo senso profetiche: «A chi non viene in mente, a proposito del tema “Newman e la coscienza”, la famosa frase del Duca di Norfolk: “Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo – cosa che non è molto indicato fare – allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”».

 

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