Paolo Brescia
Blog / Lettere | 25 Dicembre 2012

Lettere – Bilanci di fine anno

Il 2012 è stato un’anno molto importante per il nostro calcio, che tra alti e bassi ha vissuto uno dei periodi più vivaci degli ultimi tempi. Dico vivaci perché se da un lato la competitività è tornata alta, la credibilità è scesa ancora. Nel calcio italiano non crede più l’europa, non ci credono più nemmeno gli italiani. Non voglio ragionare in maniera populistica, ma è chiaro che non aver imparato la lezione del 2006 è stata una brutta immagine che abbiamo dato al mondo intero. Parlo del calcioscommesse, grave scandalo di cui quasi tutte le squadre stanno pagando le conseguenze. Non si saprà mai come è andato veramente il tutto, ma si può dire che il vero problema è che nel calcio non c’è spazio per la moralità.

Ma non tutto è negativo. Lo scorso campionato è stato quello che ha messo in luce una squadra che dopo calciopoli era scomparsa: la Juventus. La squadra di Conte (su cui ci sarebbe da parlare: non merita a mio avviso tutta questa santificazione) è stata una delle migliori compagini in Europa e nel mondo, per qualità e quantità, e nella prima parte di questo campionato, potendo giocare la Champions, ha portato di nuovo in alto il nostro calcio (pensate al 3-0 al Chelsea). I giocatori in bianco nero non sono spettacolari, a parte qualche grande nome, ma la squadra è unita e serena, e si vede. Il 2012 è stato anche l’anno di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, morto in campo mentre giocava, a Pescara. Questa morte ha aperto nuovamente il discorso della sicurezza dei nostri campi: a lui infatti si aggiungono i tanti morti delle serie minori. Da questo punto di vista è stato fatto un grande passo avanti: infatti ora in tutti campi è obbligatorio avere un defibrillatore, per garantire un minimo di sicurezza in più.

Infine nel 2012 è stato fatto un grande passo avanti per ciò che riguarda la classe arbitrale, che si è trasformata: gli arbitri in campo ora sono sei, e questo per ridurre gli errori, anche sui famosi gol fantasma. Come quello famosissimo  di Milan-Juve, non convalidato, anche se la palla era dentro di mezzo metro. L’anno è stato pieno di emozioni, di cose belle e di cose brutte. Ma il calcio è di più. Il calcio non si limita ad un avvenimento seguito o vissuto. Il calcio è uno stile di vita. Solo chi lo vive lo può seguire con interesse. Solo chi lo ama ci crede, anche se è macchiato dagli scandali. Ed per questo che il calcio resiste.

Paolo Brescia

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