Lettere – Carteggio sulle scuole pubbliche non statali
Caro direttore, è stato ripreso sui giornali il tema delle tasse delle scuole superiori statali, importo che andrebbe adeguato al costo della vita, in quanto è dimostrato che dette tasse sono troppo basse. In argomento, va anche ripresa la questione opposta relativa all’eliminazione della duplicazione delle tasse delle scuole pubbliche non statali dette paritarie, che raggruppano il dieci per cento dell’intera popolazione scolastica. Perlomeno la detrazione corrispondente alla tassa della corrispondente scuola statale andrebbe sottratta dall’importo delle tasse e non dall’imponibile, per non trasformarsi di fatto una ridicola inezia, come succede ora. Cordialmente. Bruno Mardegan – Milano
Gentile giornalista Ugo Tramballi, nell’elencare gli errori politici di Berlusconi, Lei ha incluso l’ aiuto finanziario alle scuole private, che tranne i diplomifici, ora sono pubbliche non statali o paritarie in forza della legge Berlinguer del 2000. Dal governo le scuole paritarie hanno sempre avuto solo briciole di finanziamenti, e neppure queste sottratte alle scuole pubbliche statali. La realtà è capovolta rispetto a quella da Lei evocata. Lo Stato in effetti risparmia sette miliardi che dovrebbe sostenere qualora venissero a mancare le scuole paritarie. Diverse scuole paritarie al contrario sono costrette a chiudere non ricevendo finanziamenti statali adeguati. In tal modo non si realizza quel pluralismo scolastico auspicato dal presidente Einaudi, necessario per elevare il livello dell’intero sistema scolastico, e a tal fine attuato in Paesi non confessionali, come la Francia, dove i professori delle scuole paritarie vengono pagati dallo Stato. Nonostante le difficoltà finanziarie in cui navigano le scuole paritarie, lo scorso anno la Fondazione Agnelli ha conferito il riconoscimento di scuola di eccellenza alla scuola paritaria Monforte di Milano. Per rispetto dell’obiettività, e anche dei docenti che dedicano la vita alle scuole paritarie, abbia la cortesia, caro giornalista, di fare questa rettifica nella rassegna stampa di domani. Mardegan.
Caro Signor Mardegan, probabilmente non mi sono espresso bene. Quello che volevo dire è che Berlusconi ha picconato la scuola pubblica senza migliorare quella privata. Non ho parlato di scuole paritarie né di finanziamenti e tantomeno della scuola Monforte di Milano o di qualsiasi altro istituto della nostra città o del Paese. Grazie, Ugo Tramballi
Caro Ugo Tramballi, sulla questione dell’esiguo finanziamento delle scuole private ora paritarie e quindi pubbliche per legge, Lei si era espresso bene. Ma, con tutto il rispetto, ha travisato nella risposta il senso della mia contestazione. Permetta ora un altro rilievo come milanese alla puntata odierna di Primapagina. Che lei sia militante di Pisapia è un problema suo personale che non può può venire divulgato dalla radio di Stato pagata col canone di cittadini di ogni tendenza politica. Se Lei è contento dell’area C, delle nuove tasse, dell’aumento delle tariffe dei servizi pubblici, del flop dei registri civili, con solo sette coppie omosessuali registrate, è un problema suo e penso di pochi altri. Ho gradito invece la distinzione fatta sui partigiani, tra i quali c’erano formazioni non comuniste, mosse da ideali patriottici di ricostruzione della vita civile, come quella a cui appartenevo anch’io. Brigate che che hanno svolto una determinante funzione d’ordine a Milano, come le Brigate del Popolo, a cui appartenevo anch’io, che occupò la caserma già dei repubblichini di Salò in Via Polesine e quella della Casa dello Studente in Viale Romagna. Cordialmente, Bruno Mardegan
Caro Bruno Mardegan, mi scusi, con la carne di porco che Berlusconi e sodali hanno fatto della Rai, trasformandola in un feudo per valvassori, prendendola a picconate per far vincere le mediocrissime reti Mediaset, lei mi dice che il mio inciso – nel quale chiarivo si trattava di un giudizio personale che sono libero di esprimere dove e quando mi pare, tranne che in campagna elettorale -“non può essere divulgato dalla radio di Stato pagata col canone” e dunque anche da me? Apprezzo il suo sdegno civile ma per essere coerente, quando la Dc trasfromava i tg in messe cantate, quando il pci vendeva le sue verità, quando Berlusca faceva Nerone e i ciellini che proteggono i ladri di Lombardia, oggi controllano la sede Rai di Milano come una parrocchia. Isomma, quando accadeva e accade tutto questo in Rai,per essere coerente lei avrebbe dovuto andare in Corso Sempione e buttare almeno una bomba molotov in segno di protesta. Cordialmente Ugo Tramballi
Commenta nel Forum in Lettere e Primo ottobre.