Le Lettere di Bruno Mardegan – Down, decisione sconcertante della Cassazione
Gentile direttore, la decisione della Cassazione di riconoscere come danno da risarcire la nascita di un figlio down ha creato sconcerto in non poche persone. I down hanno dei limiti, però hanno anche dei valori superiori anche a quelli dei figli sani. Hanno più accentuate sensibilità e affettività, e inoltre non sono depressi come succede al 40 per cento delle persone sane.
L’associazionismo delle famiglie con figli down ha celebrato domenica scorsa la giornata down per affermare questi valori e per reclamare la prosecuzione dell’aiuto statale, analogamente al trattamento riservato ad altre forme di disabilità. Questo senza pretendere risarcimenti illogici come ha fatto la famiglia di Treviso per la figlia down. La decisione della Cassazione è risultata capovolta rispetto a quelle dei gradi giudiziari precedenti. E anche ciò è significativo di una diversa sensibilità umana.
Questa sentenza è un’offesa per gli altri down, i quali hanno un quoziente intellettivo ridotto, ma non sono degli imbecilli. A seguito di tale decisione si sono sentiti trattati da oggetti, non da persone. La suprema corte nel caso in questione ha sorvolato su una celebre frase del grande giurista Francesco Carnelutti, il quale sostiene che “se un malato vale meno di un sano, a fortiori la vita anche di un malato vale qualcosa, mentre la non vita non vale nulla”. Infatti la famiglia della bambina down di Treviso aveva reclamato di non aver potuto abortire. Possiamo immaginare lo stato d’animo di quella bambina, innocente vittima morale assimilabile alla nefasta condotta dei campi di eliminazione nazisti, che infierivano anche sui down.La Cassazione non ha neppure considerato i ripetuti inviti di Benedetto XVI al riconoscimento giuridico delle persone down. Il caso di questa bambina down è un precedente molto pericoloso. Mi auguro che ci sia presto un ripensamento autorevole a livello giuridico, in aggiunta alla riprovazione del costituzionalista Filippo Vari dell’Università Europea di Roma.
Cordialmente.
Bruno Mardegan – Milano
Inviata a La Stampa il 15 ottobre 2012
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