Blog | 29 Febbraio 2012

UN CELIBATO “SOLO UMANO” HA SENSO O LA VITA VALE SOLO PER CHI SI SPOSA? (cap. 3) [data originale post: 29 febbraio 2012]

Dopo 200 commenti Blogger non fa proseguire. Facciamo il cap. 3 della medesima
Discussione. Per trovare gli altri due capitoli basta andare nell’indice del Blog (01 Le nostre Discussioni)
Faccio una sintesi del primo post
_______________
 A volte i tre termini di verginità, celibato e castità vengono presi come sinonimi ma non lo sono, anche se hanno parti di senso sovrapponibili. Verginità significa “inesperienza” dell’atto sessuale. Celibato significa non essere sposati (quindi ci possono essere persone celibi che non sono vergini e che hanno una vita sessuale attiva, ma quando nella nostra Discussione parleremo di celibi intenderemo persone non sposate e che, per questo motivo, non hanno rapporti sessuali). Castità significa vivere la sessualità in modo consono al proprio stato: “Vi è la castità di coloro che sentono il destarsi della pubertà, la castità di coloro che si avviano al matrimonio, la castità di chi è chiamato da Dio al celibato, la castità di chi è già stato scelto da Dio per vivere nel matrimonio”. (E’ Gesù che passa n. 25)



Catechismo Chiesa Cattolica n. 2348
Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è “rivestito di Cristo” (Gal. 3,27), modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.
Catechismo Chiesa Cattolica n. 2349
“La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi”. Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza.

La mia tesi è che il celibato possa essere una scelta positiva anche di per sé. Tutti conosciamo il celibato per il regno dei cieli ma Gesù – come avviene per il matrimonio – in genere porta a un piano soprannaturale qualcosa che è già di per sé naturalmente buono. Per questo penso che il celibato abbia qualcosa di unico da dire all’uomo, anche all’uomo che non conosce Cristo (cfr Come Gesù p. 63). Penso che la vita di Cristo a Nazaret getti una luce particolare su alcune caratteristiche del celibato. Nella Palestina di duemila anni fa, la scelta di Gesù di rimanere celibe, se la consideriamo soltanto nei trent’anni di vita nascosta, doveva certamente apparire misteriosa. In Occidente, oggi come oggi, che un trentenne non sia ancora sposato e abiti con la madre vedova, non desta particolare meraviglia ma duemila anni fa in Palestina non era così. Il non prendere moglie di Cristo, poteva sembrare ai suoi contemporanei una scelta senza senso, anzi era qualcosa che non favoriva i piani di Dio poiché secondo molti studiosi il popolo d’Israele sapeva che il Messia sarebbe stato un figlio di Israele (cfr J. Gnilka, Gesù di Nazareth, p. 226). È importante mettere in luce questa incomprensibilità della condizione di Gesù, perché in essa c’è buona parte di quel senso del celibato che sto cercando. Proprio a questo proposito alcuni pensano che la sgradevole espressione «eunuco» che Gesù adopera nel Vangelo (cfr Mt 19, 12) sia una sorta di «replica» rivolta da Cristo stesso verso chi ironizzava su di Lui  perché non era sposato (cfr Gnilka, Gesù di Nazareth, p. 227). (Come Gesù, pp 100-101)
Se si accetta questa tesi il senso della famosa espressione di Gesù “Vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre; e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e vi sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli” (Mt 19,12) diventa “ci sono celibi che sono nati così dal grembo della madre; e ce ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ce sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli”. Cioè ci sono persone che pur avendo una perfetta integrità fisica e psicologica (quindi che non sono “eunuchi” in senso letterale) hanno la loro vocazione umana nell’essere celibi (“sono così fin dal grembo materno…”). Altri sono resi tali dagli uomini non solo in senso “fisico” ma soprattutto per scelte di altri. Penso con particolare tenerezza a coloro che vivono il celibato avendolo subito. (…). C’è chi avrebbe voluto sposarsi ma non ha avuto la fortuna di trovare la persona giusta; oppure, peggio, l’ha incontrata ma per mille ragioni non è stato possibile sposarla. Includo anche una schiera di cristiani purtroppo non piccola, costituita da quei mariti e da quelle mogli che subiscono l’abbandono del coniuge. A volte sono persone di un infinito eroismo, umile e nascosto, che Cristo unisce a sé in un modo del tutto inatteso e che li apre al mistero. Anche per loro è importante una prospettiva di vita non solo degna ma anche piena. (Come Gesù, pp. 18-19).
A questa categoria appartengono quegli uomini e quelle donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate. 
Infine ci sono persone che vivono il celibato per il regno dei cieli. A questo gruppo appartengono i religiosi, i sacerdoti, e quei laici che vivono il celibato per amore di Cristo (è l’argomento del mio libro “Come Gesù”).

46 risposte a “UN CELIBATO “SOLO UMANO” HA SENSO O LA VITA VALE SOLO PER CHI SI SPOSA? (cap. 3) [data originale post: 29 febbraio 2012]”

  1. Mauro Leonardi ha detto:

    Da PolifemoFeb 28, 2012 09:13 AM
    Brava Patrizia. Co’ ‘sta stronaza che la castità vuol dire nun fa sesso mai fatto torna’ la voja de scrive. “Io, a differenza di te, identifico la castità nella rinuncia ai rapporti sessuali.” Brava questo lo dicevo pure io ventanni fa’ a don Ma’ è lui m’ha detto: ma scusa Polifemo (vabbé chiaro che nun me chiamava così..) ma te, se vedi na rivista porno pe dì che sei un porco c’ha bisogno de fatte le pippe? Vabbé Patriza parola più parola meno. Scusa don Ma’ so passati ventanni, era sempre la volta ch’abbiamo fatto il discorso dei baci e della lingua… E io detto: si, don Ma’ se nun me le faccio so casto. E lui sai ch’ha fatto Patrì? Sé messo a ride! me so ‘ncazzato… Poi a casa me so attrezzato coi giornaletti e… vabbé me so vergognato, e ho capito che c’hanno raggione quelli che dicono che le cose del cristianesimo so cose de’ core. De’ core capito? me l’ha detto pure Fefral che n’ha scopata nun è mai solo ‘na scopata. Se no Patri sei mussulmana. Vabbè se sei mussulmana, te rispetto. Ma, mò faccio na premessa. Io c’ho un ragazzo che me dà na mano. Se chiama Muammed. Vabbè è de quelli de l’arabia. Allora se messo a dimme che il ramadan e la quaresima so la stessa robba e io gli ho detto propio sto discorso der core. Pe me è un discorso importante, de core. Me fa proprio ride che nel ramadan de giorno nun se magna e de notte c’abbuffiamo. Poi c’è quest’altra: “Inoltre,a differenza di te,diffido degli uomini che vivono il celibato con castità totale,di loro diffido moltissimo….a meno chè non siano omosessuali”. Te prego nun te n’andà dala discussione perché questa me la devi proprio spiegà. Cioè, ma se uno c’ha il core casto me sembra che è uguale se vive il celibato (come me adesso) o è… omosessuale (vabbé). O no?!

    Scusa don Ma’ mò dove lo metto sto commento peché Patrizia nun se sa de dove spunta. Io lo metto sia qui che la.
    Ciao

  2. Mauro Leonardi ha detto:

    Da Patrizia Cecilia GiardiFeb 28, 2012 10:37 AM

    sei di vedute ristrette…….l’apparato genitale non è il principale organo sessuale.Il principale organo sessuale è la testa. Credevo fosse chiaro per tutti.Per il resto ognuno deve rimanere con le proprie opinioni.Mi dispiace che tu dica di non capire altre religioni. Il mio metodo per capirle è partendo dal loro punto di vista,comprendendo la loro cultura.Non mi sognerei mai di ridere di loro, soprattutto perchè non tollero che ridano della mia. Ti riporto di seguito una nota che ho scritto per un giornale cattolico in occasione dell’ultima visita di Gheddafi in Italia, che fu tanto snobbata e derisa e sfottuta:
    <"Questa la mia opinione personale: la minaccia è seria…I popoli si conquistano con il pensiero……non con le armi……con le armi si sottomettono, con il pensiero si forma un gregge dietro un pastore…L’Islam avanza inesorabile passo dopo passo……. La popolazione italiana è di circa 58.500.000 di persone e di questi 800.000 sono musulmani, l’1,4% della popolazione. Mentre la percentuale dei non islamici è statica, quella degli islamici è in crescendo (sia per flusso migratorio sia per una maggiore natalità) e la popolazione islamica si incrementa in Italia di circa il 10% annuo.Per non avere un sorpasso che si potrebbe ipotizzare nel 2050 circa, dovrebbe aumentare anche il numero dei non islamici: ma visto che la natalità degli italiani è molto bassa, si dovrebbe aprire agli immigrati non islamici e contare sulla loro natalità,ma questo porterebbe alla scomparsa della nostra identità: paesi dell’Est, sudamericani, cinesi ecc.
    Così facendo però si dimezzerebbel’incremento annuo degli islamici che sarebbe così del 5% e il sorpasso nel 2090 circa. E’ riduttivo pensare ad una questione di business……il disegno è molto più complesso e minaccioso”>.
    Io vorrei tanto un po’ meno tolleranza verso il dilagare dell’Islam in Italia,Islam inteso come religione,non come popolo.
    Io sono molto cattolica, e per me le parole hanno il loro significato originale. Non l’interpretazione che ne possono fare, poichè l’interpretazione ne snatura il significato.Quindi per me vale il dizionario: Celibe:
    Castità:< Astensione e rifiuto dell'attività sessuale e di quanto vi è connesso: vivere in c. || voto di c., uno dei tre voti pronunciati da religiosi secolari e regolari>.L’estensione dei due significati va bene, non non deve snaturarli.
    La mia frase sulla diffidenza è chiara e non ha bisogno di spiegazioni.Credo che nessuno possa discutere ciò mi fa essere diffidente o meno, ognuno è fatto a modo suo e ciascuno degno di rispetto,credo.Ho detto che ho diversi amici omosessuali che vivono con molto sacrificio la castità totale per essere dentro la religione cattolica e vivere in comunione con Gesù.Non credo di dovermi dilungare.Cosa vuol dire essere “casti di cuore è uguale al celibato”? Davvero è così difficile comprendere le ragioni di chi la pensa diversamente? Io capisco il tuo punto di vista che ti porta a quelle conclusioni e lo rispetto.

  3. Mauro Leonardi ha detto:

    Da La sciagurata rispose Feb 28, 2012 11:10 AM

    “Il principale organo sessuale è la testa.”
    I’m confused, where is your G-spot?!? :-)

    brutta bestia l’astinenza forzata!

  4. Mauro Leonardi ha detto:

    Da Patrizia cecilia GiardiFeb 28, 2012 01:37 PM

    “Dove nasce il desiderio sessuale femminile? A sentirlo così non sembra molto sexy, eppure il nucleo ventromediale – che si trova nell’ipotalamo del nostro cervello – potrebbe essere il motore del desiderio sessuale nelle donne.
    Lo studio dimostra, secondo i ricercatori, quello che già si sospettava da tempo: l’eccitamento e il comportamento sessuale femminile sarebbero controllati proprio dal nucleo ventromediale.
    http://www.focus.it

    Ma dove nasce l’Eros? Nella ricerca delle sue radici biologiche si è impegnata anche la neurofisiologia, scoprendo lo stretto legame che intercorre tra la pulsione sessuale e il cervello.
    Da questi studi è emerso un dato sorprendente: non solo l’Eros nasce nel cervello, ma ha un effetto diretto sui suoi tessuti perché gli ormoni sessuali che entrano in gioco quando si accende l’erotismo stimolano la crescita e l’automodellamento di alcune zone cerebrali.
    http://www.altrasalute.it
    Il centro di controllo del sesso è localizzato in quella parte del cervello che si chiama ipotalamo e che controlla i sentimenti, il battito cardiaco e la pressione sanguigna. Quest’area è più grande negli uomini che nelle donne. Inoltre gli uomini hanno una quantità di testosterone (l’ormone principalmente responsabile del desiderio sessuale) 10-20 volte superiori rispetto alle donne: in questo modo si spiega facilmente perché il pensiero del sesso sia concepito in maniera differente tra l’universo femminile e quello maschile.L’amore, però, non è solo una combinazione di reazioni chimiche ma anche una questione mentale fatta di fattori psicologici che giocano un ruolo fondamentale per la nascita e la crescita del desiderio sessuale.
    Francesca Tripodihttp://www.fastweb.it/portale/canali/per-lui/salute-ed-eros/contenuti/articolo/ “
    Per me è così che ha funzionato: conosco una persona ed è nel mio cervello, al primo immediato impatto,che scocca lascintilla o l’indifferenza. Una reazione chimica.Ognuno funziona a modo suo e ognuno è padrone di credere a ciò che vuole,ma il principale organo sessuale è la testa,poichè il desiderio sessuale è solo una reazione chimica. Una reazione chimica e null’altro.Infatti a 58 anni,l’astinenza potrebbe essere una conseguenza dell’età, perchè l’ipofisi rallenta la produzione di quelle sostanze che mettono in moto il desiderio sessuale. Ci sono però donne che a questa età hanno un aumento del desiderio sessuale. Scherzi dell’ipofisi.

    Da Patrizia Cecilia GiardiFeb 28, 2012 01:46 PM

    Caro Mauro,Polifemo mi è simpatico, e Sciagurata pure……A quasi 60 anni pensi che mi possa impressionare il linguaggio di Polifemo???? Noi donne che abbiamo attraversato il 68 non ci impressiona nulla….. :-))

  5. Mauro Leonardi ha detto:

    Da la sciagurata risposeFeb 28, 2012 02:40 PM

    cara donna dalla scintilla che scocca al primo immediato impatto, nel 68 avevi 14 anni: scherzi dell’ipofisi anche allora?

    bella questa: “gli ormoni sessuali che entrano in gioco quando si accende l’erotismo stimolano la crescita e l’automodellamento di alcune zone cerebrali.”
    per questo polifemo ha tanti capelli! :-)

  6. Anonymous ha detto:

    La parola senso ci indica la via verso. Celibato umano è via verso l’unione con Cristo tanto quanto la fedeltà matrimoniale.
    Entrambe indicano la fedeltà non tanto a se stessi, quanto alla propria appartenenza ad altro da sè! Un altro da sè che unisce e non separa!
    Matteo Dellanoce

  7. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Caro mauro, ho un figlio di 37 anni che vive a shanghai da ormai 8 anni con compagna italiana e figlia , mia nipote,di 3 anni e mezzo.

  8. Andrea ha detto:

    “A questa categoria appartengono quegli uomini e quelle donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate.”
    Purtroppo queste persone, se non intendono accodarsi ai vari gruppi gay e vogliono invece seguire Gesù, sono attualmente abbastanza abbandonate al loro destino perché non trovano nemmeno nelle persone di Chiesa una risposta che dia veramente senso e speranza alla loro vita. Non può essere solo “non fare questo/non fare quello”, vorrei qualcosa che, a poco a poco ma come una luce chiara in fondo al tunnel, riempia di senso il mio cuore, la mia ragione e sia di sostegno alla mia volontà.

  9. Lidia ha detto:

    io non commento perché sono tanto stanca, soprattutto di esprimere opinioni. Tanto poi finisce sempre che o dico qualcosa che non penso, o dico qualcosa che penso ma lo dico male e non si capisce, e poi passo le ore a rimiginarci sopra, se manco di carità, manco di obbiettività… per cui rimando i commenti a quando la mia povera testa si sentirà un po’ sollevata da tante cose stupide che la opprimono :)
    per ora preferisco leggere le vostre opinioni, con calma. Polifemo è simpatico, anche se io fatico un po’ a leggere tutto in romano. A tutti direi di scrivere post un po’ più concisi, ma se non ce la si fa non importa.
    Patrizia, solo una cosa, io credo che don Mauro e sicuramente io intendiamo la castità come astensione da qualunque tipo di rapporto sessuale. penso che la intendiamo allo stesso modo in cui la intendi tu, perciò…

  10. Patrizia Cecilia ha detto:

    Lidia, sono felie di sentirtelo dire!!!!! Non sai quanto!!!!!

  11. Mauro Leonardi ha detto:

    Andrea hai perfettamente ragione e mi piace il tono in cui lo dici. Io ho scritto Come Gesù anche pensando agli omosessuali. Ti riporto un pezzetto che ho messo all’inizio della Discussione. “C’è chi avrebbe voluto sposarsi ma non ha avuto la fortuna di trovare la persona giusta; oppure, peggio, l’ha incontrata ma per mille ragioni non è stato possibile sposarla. Includo anche una schiera di cristiani purtroppo non piccola, costituita da quei mariti e da quelle mogli che subiscono l’abbandono del coniuge. A volte sono persone di un infinito eroismo, umile e nascosto, che Cristo unisce a sé in un modo del tutto inatteso e che li apre al mistero. Anche per loro è importante una prospettiva di vita non solo degna ma anche piena. A questa categoria appartengono anche quegli uomini e quelle donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate.” (Come Gesù, pp. 18-19)

  12. Anonymous ha detto:

    Penso che il celibato sia la via sia intra sposalizio che extra sposalizio ( e non mi riferisco alla mia vita. Non sto facendo outing!) sia la miglior testimonianza per curare quell’ossessione compulsiva che oramai attanaglia l’uomo ( occidentale ed orientale).
    Lidia! L’assertività ( cioè la capacità di affermrci senza ledere la stessa via agli altri) è il dono più bello che noi possiamo fare al prossimo. Se poi non siamo letterati, filosofi, scienziati, poco importa. Il fondamentale è che la nostra intenzione traspazia e che questa faccia rima con Amore. Anzi, per dirla con Rosmini, con “carità intellettuale”.
    Non serve essere professori per esprimere la gioia della possibilità di donare aglia ltri una parte di sè!
    Ciao
    Matteo

  13. Mauro Leonardi ha detto:

    Lidia sui commenti lunghi hai ragione, ma devi tener conto che molte delle persone che scrivono su questo blog sono alle prime armi come blogger e pertanto sono un po’ prolissi, Vedrai che impareranno (impareremo).

    Sul fatto che non ti fai capire invece ti fai decisamente troppi problemi perché semplicemente non è vero.
    Torna presto.

  14. Anonymous ha detto:

    Vedo di aver abbondato con i sia … perdonatemi per la fretta. Ma nonostante il sonno sto volentieri con Voi!
    UIOGD
    Matteo

  15. fefral ha detto:

    Lidia esci fuori dal loop! Parla, se per caso non si capisce bene lo rispieghi. A volte può succedere inavvertitamente di sfiorare ferite aperte e far saltare qualcuno. Ma questo non vuol dire che bisogna evitare di parlare.

    Tornando al discorso: parliamo di castità, non di astinenza. E come dice il catechismo nei pumti riportati da don mauro tutti sono chiamati alla castità, anche i coniugati. Ma mi sto addormentando sulla tastiera. Buonanotte

  16. migliavacca ha detto:

    però li sopra c’era scritto che la castità non è l’astinenza ma parecchio di più!!
    poi, libere di non essere d’accordo ..

    Catechismo Chiesa Cattolica n. 2349

    “La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi”.

    Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza.

  17. Lidia ha detto:

    è che sono semlicemente tanto stanca. Stanca di dover dire “ma no intendevo altro”. per esempio, sopra, la castità è anche avere rapporti sessuali se sei sposato. certo, ma io intendevo da celibe, nella risposta a Patrizia. A me sembra che a volte non ci sia tutto questo sforzo di capire cosa esattamente vogliono dire gli altri.
    Rispondi qua, rispondi là alla fine mi dimentico io stessa che cosa penso.
    perciò anche se potrei rispondere lo lascio a voi, ok? Io torno quando sarò meno stanca.

  18. fefral ha detto:

    coraggio Lidia, fatti una bella dormita e rimettiti in forma! Ma non ti preoccupare, si parla per ragionare insieme, non succede nulla se a volte non ci si capisce

  19. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Caro Mauro,sento una nota stonata nelle ultime due frasi della citazione.

  20. Mauro Leonardi ha detto:

    Patrizia non ce la fai e esplicitare questa tua intuizione? mi aiuteresti molto. Grazie!

  21. Dory ha detto:

    Non so bene spiegare il perchè…Ma il vangelo di oggi sulla trasfigurazione mi ha fatto venire in mente il celibato e più in generale la virtù della Castità (che io non ritengo esclusivamente legata al sesso, ma penso che invece sia una virtù che dà significato sacro sia al sesso sia all’astinenza da esse, sia alla verginità che alla fedeltà ed indissolubilità matrimoniale…). E mi è venuto alla mente una lettura di tanto tempo fa da cui cito:” Comportiamoci in maniera tale da arrivare a specchiarci nella Tua bellezza per mezzo della pratica dell’amore” (S. Giovanni della Croce). Secondo me nel sacerdozio, nel celibato apostolico e nel matrimonio ci sono tre vie diverse per realizzare umanamente questa prospettiva divina…L'”obiettivo” è specchiarsi in modi diversi ma complementari nella Bellezza di Gesù trasfigurato per mezzo della pratica dell’amore (anch’esso diversamente declinato a seconda dello stato di vita). In che modo? Non lo so. Non mi è ben chiaro. La mia è stata una suggestione che mi è venuta in mente dopo la Messa…Volevo condividerla e spero che qualcuno mi aiuti a capirci di più (oppure a dirmi che ho preso una cantonata!)

  22. Tres ha detto:

    “Comportiamoci in maniera tale da arrivare a specchiarci nella Tua bellezza per mezzo della pratica dell’amore”. Oggi mi sembra complicato pure S.Giovanni della Croce. Secondo me, lo pensavo ieri, Gesù non è “tutto”. E’che c’è proprio solo Gesù. Come ti giri, ti giri, c’è solo Lui. Ed è Lui che si specchia in noi. Ecco perchè siamo tanti e tanto diversi (celibi,laici,religiosi,sposati, regolari e non ). E’ Lui che pratica l’amore attraverso noi. Il modo in cui “ci pratica” è proprio quella particolare nostra vita, piccola e quotidiana. Io non ce la faccio più a “comportarmi in materia tale da…”. A me la Trasfigurazione mi sembra come quando le figlie ti vedono vestita da donna, super elegante,pettinata e truccata alla grande perchè casomai vai ad un festone e rimangono a bocca aperta e si vedono loro in te e ti dicono :”Da grande me le dai queste scarpe e mi posso mettere questo vestito?”. Ciao Dory, meno male che scriviamo sui pezzi di carta normalmente!

  23. Tiziana Morso ha detto:

    Sto entrando da poco a consultare questo blog e veramente mi tocca dal profondamente soprattutto questo argomento. Spesso in ciò che dice padre Mauro, citando situazioni particolari che mi toccano la mia vita, la mia esperienza e la mia scelta… vorrei e avrei tanto da dire ma non saprei da dove cominciare! vedremo

  24. fefral ha detto:

    Ciao Tiziana. Benvenuta!

  25. vincenzo martucci ha detto:

    Diciamo che non condivido il celibato associato alla sessuofobia. Comprendo, invece, che dedicarsi a certe missioni possa risultare difficilmente compatibile con una regolare vita matrimoniale: allora un uomo che si sposi per non dar nulla di sé alla propria donna e ai propri figli (dedicando loro solo qualche rarissimo ritaglio di tempo in quanto, per il resto, impegnato nella sua missione) farebbe bene a non sposarsi! Non porrei, però, né l’ OBBLIGO del celibato (onde lasciare spazio anche all’eventuale – sia pur eccezionale! – “superman” che fosse in grado di dedicarsi alla sua missione e, contemporaneamente, anche alla sua famiglia) né, tanto meno, porrei l’ OBBLIGO della castità perché se la soddisfazione dei bisogni sessuali favorisse l’equilibrio psicofisico del soggetto costui, proprio perché equilibrato, sarà, giocoforza, in grado di aiutare meglio il prossimo!

  26. vincenzo martucci ha detto:

    Ma dai, Tres! Mi pare un po’ spersonalizzante questa riflessione! Prova a soffermarti meglio su quel che fai e che pensi e…e magari ti accorgi che ci sei anche TU e che non siamo tutti (ehm!) MANOVRATI da Gesù…(che forse nella sua infinita generosità considererebbe anche in controtendenza col “libero arbitrio” questa asfissiante ingerenza!…)

  27. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    E allora deciditi!!!!!! scusa, non vorrei un parroco belloccio e dongiovanni…….dai……meglio regolarmente sposato SENZA divorzio……altrimenti il buon esempio dove lo metti????? Capisco che sei un uomo e quindi allergico agli impegni “per tutta la vita”……..ma la donna che sposasse un sacerdote lo farebbe a ragion veduta…in quanto donna……cioè intrinsecamente superiore all’uomo come intellingenza….!!!!!!

  28. vincenzo martucci ha detto:

    Non sono io a dover decidere. La mia proposta è solo più “aperta” di quella che vincolerebbe il “parroco belloccio” a dedicare le sue attenzioni più intime solo alla moglie. Può darsi che esistano donne desiderose di attenzioni intime, senza marito, e che un parroco belloccio, senza essere un dongiovanni, ma animato solo da spirito caritatevole soddisfi le attenzioni intime anche di quelle parrocchiane! Se lo farà senza sollevare polveroni, con la dovuta discrezione non urterà la sensibilità neanche dei più “mormoni” dei suoi parrocchiani! Ti sembra libertino come argomento? Vedi come ogni testa è un tribunale! A me invece sembra assolutamente sereno!

  29. Tres ha detto:

    Ah Vincè che te posso dì? A me me piace d’esse asfissiata da Gesù! A me Gesù mi personalizza un sacco. Poi casomai lo scrivo male ma credimi la vivo benissimo sta manovra di Gesù su di me. Ben venuto e alla prossima (conto sui tuoi commenti personalizzati).Ciao

  30. Vera ha detto:

    carissimo Vincenzo non sono d’accordo ! il parroco belloccio o no, è già sposato, ha preso un impegno per la vita, dando a lui la libertà di rendere felice il suo prossimo femminile, avremo dato ampia libertà anche a tutti gli altri uomini e quindi anche donne per parità… che bel mondo! già troviamo esempi di “razza” figuriamoci cosa sarebbe se lasciassimo libero sfogo all’amore senza misura come impeto di carità. Il tuo ragionamento è infatti come dice Patrizia è proprio del MASCHIO che prende di passaggio la bella avventura senza impegnarsi… “ogni lasciata è perduta”.

  31. vincenzo martucci ha detto:

    Fantastica Tres! Anch’io conto sui tuoi commenti illuminanti!…In effetti non avevo pensato che quando si ha grande stima per il manovratore ci si possa sentire gratificati nell’esseere manovrati! Accuso il colpo: 1 a 0 per te!

  32. vincenzo martucci ha detto:

    Cara Vera, dici bene che avremo dato ampia libertà sia ad altri uomini che ad altre donne, ma è proprio quello che piace a quelli come me! Mentre ad altri no…in fondo si dice che il mondo è bello perchè è vario, no? Poi, se ho ben capito, tu non vorresti che si lasciasse libero sfogo all’amore? Ma sei già accontentata in questo:non vedi in che mondo viviamo? Infine asserisci che il mio ragionamento è proprio del maschio? Dunque sono solo coerente…perchè, guarda un po’, sono proprio maschio!…Ma non si parla sempre di quant’è brutta l’intolleranza, di quanto è bella la tolleranza? E allora tolleriamoci! Se al mondo ci siamo sia noi maschietti che voi femminucce, sarebbe poi così pretenzioso se chiedessi di parlare fra di noi pacatamente , analizzando, freddamente, solo e unicamente la logicità e coerenza degli argomenti e lasciando sistematicamente da parte se siano propri del MASCHIO o propri della FEMMINA? Anche perchè, per esempio, l’affermazione che “ogni lasciata è perduta” la catalogherei proprio come…BISEX!!!

  33. Vera ha detto:

    Se prendessimo sul serio e capissimo veramente il vero significato della parola ” amore” ormai abusata e distorta, allora seriamente avremo un mondo più umano, più giusto, più fraterno. Grazie a Dio, posso dire di essere già accontentata e tanto stufa di un amore che sa soltanto prendere e usare… io ho trovato un amore più grande e più vero, mi dispiace per quelli che non lo sperimentano e che cercano,ma dalla parte sbagliata. L’amore che ho trovato io si è donato gratuitamente, e non ha mai preso, nè abusato, e ha una delicatezza immensa e so per certo che non mi lascerà mai.

  34. vincenzo martucci ha detto:

    Scusami Vera, ma ritieni di essere rispettosa del prossimo quando consideri l’amore che trovi tu “il più grande e il più vero” e quello degli altri un amore “cercato dalla parte sbagliata”? Al tuo posto prima di essere così categorica proverei a porgere qualche domanda specifica anche agli altri per comprendere meglio su cosa si fondi il loro amore e la loro gratificazione…senza contare,poi, che anche gli altri potrebbero pensare che sia tu a cercare l’amore dalla parte sbagliata! Ciao

  35. Dory ha detto:

    Dopo aver riletto il libro di Don Mauro mi è sorta una domanda…Il celibato è senza dubbio una strada destinata ad alcuni. Alcuni che scelgono di essere “Come Gesù”. O, se vogliamo parlare in termini non religiosi, di dedicarsi totalmente e gratuitamente agli altri (nel lavoro, nell’amicizia, nella difesa di valori ed ideali positivi…). Una scelta. Per alcuni però – almeno nell’ottica del cattolicesimo più che una scelta si tratta di “una strada obbligata” per vivere in modo “santo” la propria condizione. Sto parlando per citare il libro di precise categorie di persone che spesso vivono una vita drammatica: “C’è chi avrebbe voluto sposarsi ma non ha avuto la fortuna di trovare la persona giusta; oppure, peggio, l’ha incontrata ma per mille ragioni non è stato possibile sposarla. Includo anche una schiera di cristiani purtroppo non piccola, costituita da quei mariti e da quelle mogli che subiscono l’abbandono del coniuge. A volte sono persone di un infinito eroismo, umile e nascosto, che Cristo unisce a sé in un modo del tutto inatteso e che li apre al mistero. Anche per loro è importante una prospettiva di vita non solo degna ma anche piena. A questa categoria appartengono anche quegli uomini e quelle donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate.” (Come Gesù, pp. 18-19) Ecco. Mi è venuto da pensare a Gertrude. Una “costretta” a farsi suora e che poi ne fa di tutti i colori (a proposito…dov’è finito sciagurata??). Manzoni – da buon giansensista – sostiene che anche e proprio in quella costrizione Gertrude avrebbe dovuto trovare la Santità. Probabilmente ha ragione. Mi chiedo semplicemente come conciliare la nozione di “vocazione” (al celibato apostolico, al matrimonio, al sacerdozio) con quella di “libertà” e come mettere d’accordo (se possibile) la libertà ( a volte negata) con la prospettiva di una vita santa e sicuramente eroica…Penso soprattutto a persone, come detto prima, già gravemente provate dalla vita.

  36. vincenzo martucci ha detto:

    Temo, cara Dory, che chi “sposa” una religione che ci invita a perdonare tutti e sempre e a porgere ogni volta l’altra guancia porsi la domanda finale del tuo post possa essere del tutto superfluo! Per diventare un vero cristiano…bisogna essere disposti a tutto quello che un comune essere umano non farebbe mai volentieri!…O no?

  37. Dory ha detto:

    Ciao Vincenzo…La mia domanda interpella la realtà della Grazia. Un giorno, tanti anni fa, sentì dire da un sacerdote giovanissimo che la Grazia è come il sole che colpisce le cose dove più dove meno ed è presente anche nel buio, nell’oscurità. Ognuno di noi ha ricevuto dei talenti da “spendere” per il bene…Ma operare in questo senso dipende da noi, ma anche dalla Grazia..Dobbiamo chiedere alla Grazia di farci scoprire i nostri talenti senza che cadiamo nella superbia. Dobbiamo avere e chiedere il coraggio di percorrere la strada dei nostri talenti non in senso egoistico, ma in spirito di servizio…Dobbiamo mettere tutta la nostra volontà per evitare “le occasioni” di cadere..ma dobbiamo anche chiedere l’aiuto della Grazia in questo. Questa è la teoria e qui vocazione e libertà coincidono perchè si scopre che la vocazione non è costrizione, ma la nostra vera realizzazione anche se c’è del dolore dentro. Ma a volte non è facile nella vita reale scoprire e riscoprire ogni giorno la libertà nella vocazione e la vocazione nella libertà. A volte ti viene da scappare. Come ha fatto il figliol prodigo. Ed è in questo senso che mi facevo la domanda…Come non perdere il coraggio? Come non scappare quando incontri la difficoltà della tua vocazione? Pregare. Certo. e se non ci riesci? Una delle riposte che mi ha dato questo blog è…Chiedere aiuto agli altri. Non presumere di DOVERCELA fare a tutti i costi e nutrire la Speranza che Dio ama anche gli sconfitti, soprattutto loro. Purchè abbiano provato sempre con silenzioso e quotidiano eroismo a vivere la propria vocazione, a non scappare dalle responsabilità, ad accettare il peso della propria ed altrui Libertà..Insomma: ad amare. Il vero Amore è preziosissimo, ma come tutte le cose preziose…Costa caro.

  38. vincenzo martucci ha detto:

    Le tue domande presupporrebbero l’esistenza già di regole grazie alle quali riconoscere infallibilmente la “retta via”! E se invece provassimo a “tuffarci nella vita” senza regole e pregiudizi? Confidando su un sano istinto che saprà guidarci sempre? Ritenendo che non sia necessario fuggire da nulla perchè tutto è esperienza che ci tornerà utile a capire meglio le cose? Paura di pregare, poi!…e perchè? Hai forse qualche pregiudizio anche al riguardo? L’Amore “costa” caro? ma un amore che abbia un prezzo si svilisce da sè…è un amore “mercenario”!!! Chi sperimenta l’amore dovrebbe essere felice… ed è proprio la felicità l’unità di misura per l’amore!… Ed è anche quella che ci consente di riconoscerlo!

  39. Mauro Leonardi ha detto:

    Se siamo in un fiume e voglio insegnare a mio figlio il nuota, gli faccio fare la prime bracciate tenendogli una mano sotto la pancia. Senza toccarlo se no non impara mai, e riprendendolo se sta per affogare. O no? devo lasciarlo solo? come devo fare?

  40. Tres ha detto:

    @Dory hai scritto dei commenti proprio belli, non parlo solo dei contenuti ma anche dei toni, sei proprio sincera, nel senso di autentica (questo mi conferma che sbagliavo quando pensavo che l’anonimato falsasse le persone: mi sa che quello che uno è fuori è pure dentro, il blog).
    @Vincenzo ma forse pensi che avere fede sia essere legati da regole e pregiudizi che non permettono di tuffarsi nella vita? Te lo chiedo perchè così capisco meglio da che punto parti tu e capisco meglio come leggere quello che scrivi. Su “sano istinto” e “esperienze che non vanno mai fuggite” non sono proprio daccordo. Ciao Vincenzo e grazie.
    @Don Mauro ha mai visto quei padri che lanciano i figli dal bordo piscina e quelli tornano indietro arrancando a cagnolino semi cianotici verso il padre e appena arrivano gli si avvinghiano al
    collo e quello gli dice: “Bravo bravo” e il ragazzino, che ha nuotato con un “sano istinto” di sopravvivenza, dice si con la testa per non deludere il papà, anche se gli viene da piangere e non capisce dove sta la bravura di morire mezzi affogati, dove sta l’utilità di questa esperienza. Vedo questa scena almeno un paio di volte ad estate.

  41. vincenzo martucci ha detto:

    Pensavo aveste preso tutti un po’ meglio le mie misure dopo i vari scambi di opinione che abbiamo avuto, ma evidentemente non è così e dovrò esprimermi in forme meno sintetiche.
    “Tuffarsi” nella vita significa semplicemente farlo senza “castigarsi”, per esempio, con il cilicio!
    Se un bambino lo lasciamo al SUO “sano istinto” questi non si butterà mai nel fiume senza accertarsi di saper nuotare (al massimo potrebbe caderci dentro…ma quello sarebbe solo un incidente!); d’altro canto un padre che gettasse il proprio figlio nel fiume senza alcuna precauzione non si sta abbandonando a un “sano istinto”, bensì ad un “istinto omicida”.
    Meno male che non sono permaloso!
    Tres, di fatto la fede implica l’accettazione senza il ragionamento. Che poi un soggetto oltre ad accettare le cose per fede lo faccia anche con dei ragionamenti è un altro discorso. “Avere fede” è qualcosa di molto personale e quindi ognuno ce l’ha a modo suo…dunque io non penso nulla di cosa significhi “aver fede”!

  42. Vera ha detto:

    @ padre Mauro preferirei al posto del bimbo avere la certezza di una presenza vigile accanto e fiduciosa di questo imparerei , ho imparato così accanto a mio padre a nuotare che si allontanava di volta in volta per farmi fare qualche bracciata in più…

  43. Tres ha detto:

    Si, Vincenzo, ma non ti arrabbiare. Può essere pure che non ci capiamo senza colpe reciproche, a volte uno scrive stanco e a volte uno legge stanco e basta. Certo che avere fede è una cosa personale, ti chiedevo solo una spiegazione,non avevo capito, siamo in un Blog, che dovevo fà? ciao e ciao @Vera.

  44. v ha detto:

    Non mi ero arrabbiato, cara Tres, ho solo manifestato un certo rammarico per essere stato considerato così sprovveduto da riportare considerazioni ingenue! Ciao

  45. Tres ha detto:

    Ok, ciao Vincenzo, un po’ questo è il limite del blog: uno dice, l’altro prende e prosegue, e nel proseguimento c’è un po’ dell’uno e un po’dell’altro ma forse questa è pure la ricchezza del blog. Buona giornata e grazie che rispondi sempre così non rimangono in sospeso i vari “io penso” e “io,invece, penso”.Ciao

  46. Mauro Leonardi ha detto:

    Tres, bello! A volte uno scrive stanco… a volte uno legge stanco…