
6 luglio – Un cuore come il nostro
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Mt 11, 25-30
Il giogo di Cristo è leggero, perché il suo amore non è esibizione di potenza o di superiorità divina, ma si manifesta in un cuore di carne come il nostro. Il giogo di Cristo è leggero perché si è fatto incarnazione scegliendo sempre il posto degli ultimi. Si è fatto bambino, profugo, straniero, diverso, condannato, giustiziato per la nostra salvezza e con questo ha manifestato la predilezione del Padre per gli ultimi, per gli esclusi, i dimenticati. Ha rivelato la propria Resurrezione alle donne allora emarginate dalla società e relegate ad un ruolo tutto subalterno; ha risanato i malati, e rivelato la sua divinità a chi l’ha cercato con amore soprattutto tra i diseredati, i peccatori, i “nemici”.
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