
Le Lettere di Paolo Pugni – Va bene ci sono ricascato ancora
Perché è così difficile. Già la voglia di farti cinque ore di viaggio con tre treni, due cambi e tre valigie non è che ti renda di umore limpidissimo. Poi arrivi e ti sbraghi sul tuo sedile e cerchi di far mente locale su cosa leggere, come mettere ordine nei tuoi pensieri e fai un po’ fatica perché ti rissano davanti cercando tutti spazio e ti senti travolto come da un’onda che spumeggia e ringhia.
Ed è proprio allora, mentre stai con gli occhi sbarrati a fissare terrorizzato il nodo di pensieri che ribolle, che loro ti accendono una fastidiosa conversazione ad alta voce e bassa qualità proprio di fianco al tuo orecchio che ci sente bene.
Lei anziana, lui peggio: usano parole che irridono la loro bocca, lei vaneggia di imparare l’inglese con l’iPad, lui racconta per l’ennesima volta che non sapeva di dover cambiare treno a Milano provenendo da Torino per andare a Firenze.
Ad ogni passeggero che sale lei dice che sì insomma, il signore avrebbe un altro posto, ma che siccome si conoscono da tanto tempo… non che interessi qualcosa a qualcuno.
Lei spara che, mancando 15 minuti alla partenza del treno, “può restare qui tanto non sale più nessuno”. Lui, non avesse settant’anni o giù di lì direi che sta tacchinandola.
L’apoteosi quando arriva il controllore, che allora è tutto uno spiegare che i due si sono ritrovati e che lui aveva la seconda ma per stare con lei allora resta in prima e che vuole quel posto e che era proprio tanto tempo che non si vedevano, che uno dubita fossero fidanzati da giovani se non si dessero del lei, o forse proprio per quello.
Poi pum ti scoppia dentro la bomba: ma chi accidenti sei tu, sì proprio tu bel tipo che ti rimiri nello specchio che il finestrino fa con la stazione, per mostrarti così scocciato e infastidito? Chi accidenti sei per erigerti a giudice di noia e saggezza? Come ti permetti di lasciarti andare a pensieri di questo tenore dopo aver millantato su molte fogli di amore e di tenerezza e di misericordia?
E’ proprio vero che si tratta di correggersi e rilanciarsi giorno dopo giorno, istante per istante, perché siam sempre pronti a cadere giustificandoci, e val la pena trovare il coraggio di rialzarsi.
Allora, con quella pace che deriva dall’aver chiesto perdono, ti guardi nuovamente nel vetro, adesso dietro scorre la città, e sai che puoi trovare la forza di pregare per quei due loro, così come staranno facendo tutti coloro che leggono queste righe
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