Blog / Papa Francesco | 20 Aprile 2013

Papa Francesco – Il “mistero” delle omelie di Santa Marta

Perché le omelie del Papa a Santa Marta non si trovano? Spesso qualcuno mi rivolge una domanda simile o mi chiede dove cercarle o anche se quelle che pubblichiamo nel forum sono il testo integrale delle omelie del Papa a Santa Marta. Poiché ieri un mio amico – fonte sicura – è stato a quella Messa e mi ha fornito il testo integrale dell’omelia, mi è possibile, grazie a lui, spiegare il “mistero” di queste omelie. È necessaria una premessa: tutte le omelie, allocuzioni, Angelus, ecc. che vengono pubblicati sul sito della Santa Sede (vatican.va) devono essere approvate dalla Segreteria di Stato che significa, almeno in linea di principio, dallo stesso Papa. Con un racconto cronologico, le cose dovrebbero avvenire così (o per lo meno così avveniva con gli altri papi): il Papa prepara il testo di un’omelia, la manda a Segreteria di Stato che la manda – con embargo – agli organi di stampa; quando il Papa pronuncia l’omelia, l’omelia viene pubblicata. Se quando la pronuncia cambia qualcosa (aggiunge, toglie) il testo viene inviato alla Segreteria di Stato come ho detto all’inizio. Ora è possibile spiegare la questione che è la seguente: poiché le omelie di Santa Marta non seguono nessuna di queste procedure, non sono considerate omelie ufficiali, ma solo qualcosa di privato. Sono delle semplici – e bellissime – meditazioni sulle letture della Messa che il Vescovo di Roma fa all’impronta. Quando si arriva alla cappellani di Santa Marta – in genere alle 7.00 – si trova il Papa che sta pregando nel primo banco; poi c’è la Messa, tutta in italiano e in genere concelebrata insieme ad una decina di altri sacerdoti, quindi c’è l’omelia e infine il Papa si mette a fare il ringraziamento della comunione nell’ultimo banco (ieri sono stati 8 minuti) così come si vede nella foto di questo post. Il testo viene registrato, trascritto e, verso mezzogiorno, la Radio Vaticana lo rende noto (si trova anche su Radio Maria e Vatican Insider) sotto forma di notizia, cioè il giornalista inframmezza qualche suo commento al testo dell’omelia che è integrale al 90%: cioè le parole sono del Papa, ma non sono tutte le parole del Papa.

Qui di seguito metto il testo dell’omelia di ieri. Tra parentesi quadra [] e in corsivo, ho messo le parole che i giornalisti hanno omesso (per lo meno nella versione giornalistica che conosco io …). Come è possibile verificare paragonandolo con il post che abbiamo messo nel forum – in questo caso è il post del 22 aprile alle 12.23– è veramente quasi tutto il testo. Spero di essere stato chiaro!

Omelia di S. Marta del 22 aprile 2013 – Gesù: porta e cammino. (versione integrale)

[Nelle due Letture della liturgia di oggi, viene ripetuto il verbo “entrare”. Prima, quando Pietro viene a Gerusalemme è rimproverato: “Sei entrato in casa dei pagani”. poi, Pietro racconta la storia, racconta come lui è entrato. E Gesù è molto esplicito, in questo: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, non è il pastore. Entrare nel Regno di Dio, entrare nella comunità cristiana, entrare nella Chiesa. La porta, la vera porta, l’unica porta è Gesù. Noi dobbiamo entrare da quella porta. E Gesù è anche esplicito:] “Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, [che Lui dice, sono io’] ma vi sale da un’altra parte, è un ladro o un brigante, [uno che vuole fare profitto per se stesso”. Ma Gesù dice: “Chi sale da un’altra parte”, dalla finestra, pensiamo, chi vuole salire…]. Anche nelle comunità cristiane ci sono questi arrampicatori, no?, che cercano il loro … e coscientemente o incoscientemente fanno finta di entrare ma sono ladri e briganti. Perché? Perché rubano la gloria a Gesù, vogliono la propria gloria e questo è quello che diceva ai farisei: “Voi girate la gloria uno all’altro …”.
Una religione un po’ da negozio, no? Io do la gloria a te e tu dai la gloria a me. Ma questi non sono entrati dalla porta vera. La porta è Gesù e chi non entra da questa porta si sbaglia. E come so che la porta vera è Gesù? Come so che questa porta è quella di Gesù? Ma, prendi le Beatitudini e fa quello che dicono le Beatitudini. Sei umile, sei povero, sei mite, sei giusto ….
[Prendi Matteo 25 e fa quello che dice Matteo 25. Ma quando ti dicono un’altra proposta, non ascoltarla: la porta è sempre Gesù e chi entra da quella porta non si sbaglia. Anche] Gesù non solo è la porta: è il cammino, è la strada. Ci sono tanti sentieri, forse più vantaggiosi per arrivare: ma sono ingannevoli, non sono veri: sono falsi. La strada è soltanto Gesù.
Ma qualcuno di voi dirà: “Padre, lei è fondamentalista?!”. No, semplicemente questo l’ha detto Gesù: “Io sono la porta”, “Io sono il cammino” per darci la vita. Semplicemente. È una porta bella, una porta d’amore, è una porta che non ci inganna, non è falsa. Sempre dice la verità.
Ma con tenerezza, con amore. Ma sempre noi abbiamo quello che è stato all’origine del peccato originale, no? Abbiamo la voglia di avere la chiave di interpretazione di tutto, la chiave e il potere di fare la nostra strada, qualsiasi essa sia, di trovare la nostra porta, qualsiasi essa sia.
[E quella è la prima tentazione: “Conoscerai tutto”.] A volte abbiamo la tentazione di essere troppo padroni di noi stessi e non umili figli e servi del Signore.
E questa è la tentazione di cercare altre porte o altre finestre per entrare nel Regno di Dio. Soltanto si entra da quella porta che si chiama Gesù. Soltanto si entra da quella porta che ci porta su una strada che è una strada che si chiama Gesù e ci porta alla vita che si chiama Gesù. Tutti coloro che fanno un’altra cosa – dice il Signore – che salgono per entrare dalla finestra, sono “ladri e briganti”. È semplice, il Signore. Non parla difficile: Lui è semplice.
Chiediamo [oggi] la grazia di bussare sempre a quella porta.
A volte è chiusa: noi siamo tristi, abbiamo desolazione, abbiamo problemi a bussare, a bussare a quella porta. Non andare a cercare altre porte che sembrano più facili, più confortevoli, più alla mano. Sempre quella: Gesù. E Gesù non delude mai, Gesù non inganna, Gesù non è un ladro, non è un brigante. Ha dato la sua vita per me: ciascuno di noi deve dire questo: “E tu che hai dato la vita per me, per favore, apri, perché io possa entrare”. [Chiediamo questa grazia. Bussare sempre a quella porta e dire al Signore: “apri, Signore, ché voglio entrare per questa postra. Voglio entrare da questa porta, non da quell’altra”. Così sia.]

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