Articoli / Blog | 04 Luglio 2025

Blog – Regaliamoci il lusso di perdere tempo

Abbiamo bisogno di spazi vuoti dentro di noi, spazi che possano poi riempirsi di pensiero, di riflessione autentica su noi stessi. Perché non riusciamo a cambiare? Alla base di ogni vero cambiamento c’è la capacità di vedere chiaramente la nostra situazione di infelicità e, nello stesso tempo, di contemplare con lucidità che, cambiando, le cose potrebbero andare meglio. Tanti migranti di oggi, o anche di un passato non troppo lontano — basti pensare ai nostri nonni o bisnonni — hanno attraversato l’oceano o sono andati a vivere “al Nord” perché la loro situazione era diventata evidentemente insostenibile.

Molti di noi, invece, vivono in contesti difficili sotto tanti punti di vista, ma non prendono decisioni altrettanto coraggiose. Perché? Perché è vero che le cose vanno male, ma — ci diciamo — “non vanno poi così male”. È proprio questo il senso del detto secondo cui, per “risalire”, bisogna prima “toccare il fondo”. Forse il nostro problema è che ci adattiamo troppo a situazioni — personali, lavorative, familiari — che in realtà non sono più sostenibili. Come avviene questo adattamento? Non pensandoci. E come facciamo a non pensarci? Semplice: ci stordiamo con piccole “droghe”. Non parlo di eroina o cocaina, ma di anestetici apparentemente innocui come il cellulare, le serie TV, lo shopping, il cibo, l’alcol (senza arrivare all’ubriachezza) e così via. Molti di noi non hanno il coraggio di fermarsi a guardare in faccia ciò che non va: per questo siamo inquieti e viviamo nell’horror vacui, come dicevano i latini: la paura del “vuoto”, quel “fermarsi a non fare nulla” che ci dà paura perché non vogliamo percepire con chiarezza la nostra infelicità.

Questo è il vero motivo per cui è così difficile stare fermi: non dico a pregare, ma anche solo a guardare, a meditare, a contemplare. Io vivo a Roma [nella foto Ponte Sisto, ndr], una città meravigliosa visitata ogni anno da milioni di turisti. Eppure non mi concedo mai il tempo di fermarmi a guardarla. Mi capita di passare centinaia di volte davanti al Colosseo, di infastidirmi per la folla di turisti che ovviamente intasano i marciapiedi, ma di non fermarmi mai come loro a guardare. Perché c’è sempre qualcosa di più urgente, di più importante, che mi strappa via il tempo. Se devo fare un augurio a qualcuno per quest’estate, è proprio questo: nelle prossime settimane concediamoci il tempo di perdere tempo.

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