Blog / Rassegna stampa | 29 Aprile 2020

La Stampa – Coronavirus, contagi e morti ora spaventano l’Europa: Parigi e Berlino tornano alla “Fase uno”

La corsa alla riapertura si fa più lenta in Europa. Se per alcune settimane ha prevalso l’ansia di rimettere in moto i Paesi, ieri è stata la giornata della frenata. In Francia le scuole riapriranno con molte limitazioni, la Germania teme per l’indice dei contagiati, e la Spagna tornerà alla sua «nuova normalità», non prima della fine di giugno.

Ieri il primo ministro francese Philippe ha illustrato la fase 2, che partirà l’11 maggio, una data che era stata già fissata da Emmanuel Macron. Ma rispetto al presidente il premier ha mostrato prudenza. «Troppa incoscienza e l’epidemia riparte – ha detto -. Troppa prudenza e il Paese crolla». Una frenata arriva dalle scuole: a sorpresa Macron aveva annunciato anche la riapertura per l’11 maggio, scatenando le proteste di insegnanti e amministratori locali. Pure il comitato scientifico, che accompagna il Governo nella gestione della crisi, aveva criticato la decisione. Philippe l’ha confermata, ma con molte precisazioni.
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Insomma, potrebbe anche saltare tutto all’ultimo momento: si naviga a vista. Intanto, in un Paese, che ieri sera totalizzava 23.660 morti per il coronavirus (367 nelle ultime 24 ore), si prevede la riapertura dei negozi alla data fatidica, compresi parrucchieri, centri estetici e fiorai, ma non i bar e ristoranti. Dopo l’11 maggio l’autocertificazione non sarà più necessaria, per gli spostamenti fino ai 100 km. Non ricomincerà il campionato di calcio, almeno fino a luglio. Resta solo qualche speranza per il Tour de France, il cui inizio è già stato rinviato al 29 agosto.

Persino la Germania, modello di gestione della crisi, inizia ad avere qualche incertezza sulla riapertura. I dubbi derivano dalle oscillazioni del dell’indice di contagio R0, risalito lunedì al valore 1, dando il senso della “fragilità” di cui parla spesso Angela Merkel. Ieri il valore è sceso di nuovo allo 0,9, ma l’istituto Robert Koch, ha rinnovato l’appello: «Rispettare le regole e la distanza, restare a casa il più possibile». I numeri delle vittime restano relativamente bassi: poco più di 6.000. «Non vorremmo essere costretti a reintrodurre tutta una serie di misure restrittive», ha dichiarato la cancelliera.

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