Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (19)

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31.03
Nella notte è arrivata di nuovo la neve fino a metà monte. E anche qui stamane nevischia: ciò mi rattrista non per la neve in sè, che riesce sempre a farmi sorridere, ma per il freddo che non riesco più a tollerare: ho bisogno di sole, di calore.
Oggi torno in casa di riposo un paio d’ore, appena in tempo per accogliere gli ultimi respiri di una mia anziana paziente qui ricoverata da un mese e mezzo. E io lo leggo come un incontro gestito dalla Provvidenza: sì perché non dovevo andare a quel piano ma ci capito lì per errore e la caposala mi racconta che la signora il giorno prima le ha confidato che vuole morire, si sta lasciando morire, e le piacerebbe con calma magari più tardi farmela vedere. Io le dico “dai che andiamo a salutarla subito: magari vedendomi si risolleva un po’! “ È un bel caratterino ma quando mi vede, sarà per un misto di simpatia e di riverenza che prova nei miei confronti, ma riusciva a cambiare umore, a farsi più accondiscendente: viveva sola in mezzo al bosco con la sua cagnolina Heidi dalla quale non si staccava mai, nemmeno quando veniva in ambulatorio, o meglio in sala d’attesa: lì chiedeva a qualcuno di tenergliela per il tempo necessario alla visita in studio, poiché lì non osava farla entrare.
Anche in casa di riposo le morti per sospetta infezione da covid sono molte: il 25% circa.
Alcuni però, e sono tanti, seppure ovviamente anziani, ne stanno uscendo: merito della tempra d’altri tempi e di colleghi medici infermieri e operatori socioassistenziali che si stanno impegnando allo stremo delle forze, ovviamente ad organico ridotto. E così è in tutte le case di riposo della zona e d’Italia.
Il primario del Papa Giovanni di Bergamo raccomanda in uno slogan “Nessuno incontri nessuno” .
L’ ospedale da campo, realizzato in tempi record da operai e da moltissimi volontari, è pronto e potrà ospitare 142 pazienti.
La regione Lombardia appronta un questionario che affida ad una app della protezione civile nel tentativo, si legge in un comunicato, di scovare in tempo reale nuovi focolai: io e tanti altri della nostra valle apparteniamo ad un vecchio focolaio, già noto ormai, anche se non correttamente stimato: vorremmo compilarlo ma stiamo aspettando che qualcuno ci spieghi il senso: è opportuno o no dal momento che non possiamo inserire la data della comparsa dei sintomi? posso compilarlo in data odierna e fotografare la mia situazione al 31.03 o al 01.04 e non quindici, venti o trenta giorni fa quando qui tanti di noi avevano molti sintomi da inserire. Non vorremmo che la fotografia risultasse sfalsata o quanto meno molto sfuocata: sicuramente non ci sarebbe profondità di campo…