Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (18)

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30.03
E poi c’è il lunedì dove tutto sembra riesplodere!
Perché?
Ci sono dapprima cinquanta telefonate:
per i giorni di malattia da continuare che significa certificati telematici all’INPS da inviare;persone da rassicurare per un linfonodo sottomandibolare ingrossato o un mal di schiena ritornato. Ma non è certo tutto qui: c’è di più, c’è dell’altro.
Per onestà di cronaca, il numero totale delle telefonate non raggiunge più il centinaio, ma c’è che io sono più provata e stanca di una situazione che mi sembra in stallo.
E vado giù, molto giù di morale quando mi telefonano alcuni pazienti che dopo cinque giorni di assenza di febbre, che sembrano in miglioramento, ricadono con febbre, dolori muscolari o addominali con diarrea. Pazzesco.
E altri che ancora dopo oltre quindici giorni di vita isolata in casa, iniziano a manifestare i primi sintomi : febbre, cefalea, tosse. Come, da dove è arrivato il male invisibile? Ecco appunto: Invisibile!!Qualche contatto sicuramente. Ecco allora quanto è di vitale importanza,e la torno a ribadire anche se so di essere petulante, del considerarci tutti sempre e comunque dei portatori sani, sempre e comunque ancora in questo periodo. Anche se non abbiamo sintomi, anche se riteniamo di esserci fatti gli anticorpi perché riteniamo di averla fatta e di essere guariti, anche se… Sempre, sempre e comunque. L’incubazione pare essere da 2 a 12 giorni con un massimo fino a 14. Ma mai come in questo periodo tocco con mano quanto la medicina, che fino a prova contraria ha a che fare con l’uomo, prima che con la tecnologia e le statistiche, non sia una scienza esatta, ma una scienza in continua crescita, supportata si da tante altre scienze anche esatte, ma che davanti a lei devono poi inchinarsi e restare in silenzio: perché parla solo l’uomo ed eventualmente il creato in cui è immerso. Non è facile, mi par di capire per il mondo di oggi, accettare un simile concerto, ma è proprio così e ci arriveremo: forse ora saremo più propensi quanto meno ad accettare la riflessione che nasce spontanea da uno sguardo alle macerie se il cuore sarà posto sugli occhi.
Nel pomeriggio ho appuntamento con nuova squadra per il reparto Covid19 in RSA: i responsabili della sicurezza ci illustrano le corrette procedure e i percorsi della via pulita e della via sporca, la docci per decontaminasti, i presidi da usare, ovvero i DPI, dispositivi di protezione individuale, che peraltro devono ancora essere consegnati alla struttura, quindi oggi è una presa visione per ora più virtuale che reale.
Rincaso e trovo concluso il magnifico cartellone sull’Abruzzo, credo proprio che l’obiettivo ( invogliare la maestra a visitarlo) sia stato raggiunto! E allora mi torna alla mente la grande Emma Thomson nei panni di Tata Matilda: credo proprio che stasera ci riguarderemo il primo capolavoro, sonno permettendo.