
Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (10)
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18.03
Il nostro giovane amico da giorni intubato verrà trasferito con elicottero militare a Catanzaro o Palermo….fanno così ora, stanno smistando i più stabili, quelli che possono reggere il viaggio,per lasciare posto ad altri ancora da stabilizzare. Se da un lato dunque questa notizia è buona, per i familiari sapere che tuo marito e tuo papà verrà trasferito in una città così lontana, mette molto sconforto…
E così oggi, per come stanno andando le cose e per quanto aumentano i numeri dell’infezione, mi sento in dovere di ricordare, casomai ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza del restare a casa, dell’uscire solo se strettamente necessario, dell’essere consapevoli di quanto, fino a prova contraria, qui nelle nostre zone, siamo tutti dei “portatori sani” e dobbiamo considerarci tali e comportarci da tali :ecco quindi l’importanza di uscire solo per andare in farmacia, a fare la spesa( ma sicuramente non è necessario tutti i giorni) con la mascherina indosso.
La mascherina serve per non contagiare gli altri, per fare in modo che noi non mandiamo con il nostro parlare, il nostro tossire o starnutire le goccioline addosso agli altri o sulle superfici che incrociamo; in questo modo possiamo davvero, se tutti ma proprio tutto le indossiamo, fare la differenza, contenere la trasmissione.
Invece l’altro amico collega che è finito a Varese oggi ha avuto un peggioramento: che rabbia!
19.03
Devo dirvi che oggi la giornata non è stata salutata da un bel risveglio: sarà che stanotte non ho dormito nonostante le alte dosi di melatonina che assumo, sarà che sono preoccupata per tre quattro pazienti che mi frullano in testa, di fatto questi sono solo motivi aggiunti.
La realtà è che ho aperto le “storie”di Instagram del TgCom e di Gianluigi Nuzzi e mi è venuto un colpo al cuore perché ho visto quella foto che poi immagino avrà fatto il giro del mondo. Nel mio capoluogo di provincia col buio ieri sera stava per partire per diverse provincie italiane il convoglio di camion militari contenenti circa settanta salme che sarebbero poi state portate in vari crematori lombardi perché Bergamo da sola non ce la fa più . E pensare che lì dentro c’erano alcuni miei pazienti e il cugino di mio papà mi ha lasciato davvero senza parole, con un brivido giù per la schiena e le lacrime che traboccano direttamente dal cuore.
Oggi però è anche la Festa del papà e la festa di San Giuseppe.
E così cerco di andare oltre quell’immagine, che mi rimarrà nel cuore e per ora resta l’emblema di questa ecatombe.
E la giornata sia fa dolce e poi amara allo stesso tempo…
Dolce perché mi ritaglio, mentre rispondo al telefono, un po’ di tempo con la mia piccola che desidera fare una sorpresa al papà e preparargli una torta.
Amara perché il mio papà non c’è più da tempo, e mi manca ancora,e tanto, e in questo periodo ancora di più.
Così mi ritrovo a piangere
Finalmente.
E mi ritrovo tra le mani,inviatami da un’amica del liceo, una splendida poesia di K. O’Meara, un’autrice irlandese dell’800 che sembra essere scritta per noi oggi.
La trascrivo perché mi ha aiutato e mi ha permesso di risollevarmi un po’ .
“E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.”