
Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (2)
M.B. è medico, donna, madre e moglie. Esercita in un paesino del nord Italia e desidera condividere con il blog la sua esperienza. Mantenendo la discrezione necessaria racconterà quello che riterrà opportuno l’emergenza che sta colpendo tutto il paese.
7 marzo
Dopo nove giorni di assenza di gusto e olfatto, di tossettina leggerissima, “stupida” senza catarro, con una sensazione di bronchi infiammati e di dolori diffusi muscoloartralgici che come vi dicevo tengo a bada con banali antidolorifici, è arrivato il momento anche per me della febbre. Eh già: Nonostante le “mie”vitamine e gli antiossidanti assunti, che, Intendiamoci, mi hanno permesso di reggere bene al forte stress lavorativo e psicologico che sto vivendo in questi giorni di lavoro “surreale”, è arrivata la febbre: 38.4.
Confesso di aver provato un certo sconforto: onestamente speravo di cavarmela senza febbre invece I continui ripetuti contatti con cariche virali di diversi pazienti, nonostante le precauzioni adottate, hanno avuto la meglio.
Se anche volessi un sostituto non si riesce a trovare però in questi giorni stanno cercando di istituire una continuità assistenziale ( la guardia medica per capirci)anche pomeridiana feriale per aiutare i colleghi malati a far fronte a tutte le richieste.
Avviso, per correttezza, i miei responsabili dell’Asl e confermo che finché riesco starò a lavorare al computer e telefono in ambulatorio, la prossima settimana.
Il tampone usciranno forse a farmelo nei prossimi giorni ma non per forza perché ce ne sono davvero molto pochi e di sicuro visto i miei contatti con pazienti e colleghi positivi al coronavirus sicuramente anche il mio è coronavirus… Non avevo dubbi!
Ma questo cosa significa? significa una bella cosa: che tanti, davvero molti di noi in queste zone hanno contratto il coronavirus e si sono difesi come se fosse un’influenza banale e questo numeri non arriveranno mai sul tavolo del conteggio ufficiale. Io penso che qui siamo moltissimi i contagiati, e che quindi il tasso di contagio sia ben più alto di quello certificato, quello di mortalità di molto inferiore e l’incidenza delle guarigioni molto maggiore del misurabile.
Beh, oggi posso riposare visto che è sabato e lavorare solo un po’ telefonicamente, mentre mi godo il letto e mi leggo “l’indicibile tenerezza”di Borgna su Simone Weil, una grande donna.
8 marzo
Anche oggi me ne sto a letto per tentare di ricaricarmi. Parole crociate e una rivista di storia con un inserto accattivante su Alessandro Magno.
Mi sento proprio le ossa rotte, molto affaticata. Unico sintomo che, a differenza di tanti altri, non ho è l’inappetenza. Infatti, pur non avendo gusto e olfatto mangio sempre con appetito: sarà perché a me la tavola rilassa davvero tanto e mi consente di staccare e di ricaricarmi! Cerco di prepararmi a domattina: vista la diffusione del contagio sicuramente saranno ancora in molti a contattarmi per consigli e per i giorni di malattia.
Avrei una voglia matta di rimettermi in fretta ma bisogna ascoltarsi e il mio fisico mi fa dire che ci vuole tanta pazienza e quella che anch’io continua dire ai miei pazienti che devono averne devo cominciare a metterlo in pratica anche con me: Medico cura te stesso vero? ma credetemi non è facile nemmeno saper mollare e accettare di essere fragili.