METRO – L’ansia e le nostre mille domande
Il coronavirus fa paura ma non è solo per le fake news. Se da parecchi giorni l’argomento coronavirus si prende le prime pagine dei giornali (a volte le prime dieci pagine, non solo la prima), ogni apertura di Tg nonché milioni di discussioni tra di noi, vuol dire che abbiamo una certa ansia. Il coronavirus fa paura perché uccide ma soprattutto perché i dati che, cambiano di minuto in minuto, provengono fondamentalmente dal Governo Cinese e ci paiono non trasparenti. In genere noi italiani crediamo poco alle istituzioni: figuriamoci se invece che essere nostrane, le autorità a cui credere sono quelle cinesi. E così ci vengono mille domande. Perché, per esempio, sigillare una città da 11 milioni di abitanti, chiuderla ai trasporti, costruire a tempo di record due ospedali da mille (o forse diecimila) pazienti ipotetici, se l’epidemia di cui si parla è un’influenza con la mortalità del 2% ovvero più o meno quella delle nostre indisposizioni stagionali? Così stiamo facendo tutti, come comunità, un’esperienza di vulnerabilità raramente sperimentabile ai nostri giorni. Forse però la psicosi coronavirus ci sta donando la possibilità di uscire dalla patologia della sfiducia verso chi comanda e di fare, tutti, un passo in avanti di maturità. Perché qualsiasi governo è sempre migliore di qualsiasi anarchia e la qualità di chi comanda è diretta figlia della qualità di chi obbedisce.
Tratto d METRO