METRO – Quelle nozze combinate e la libertà
Il quarantacinquenne bosniaco di etnia rom che ha venduto la figlia per le nozze al prezzo di 12 mila euro, rischia fino a cinque anni di carcere. È la prima volta che accade in Italia ed il merito è della legge 69/19 che introduce il reato di “Costrizione o induzione al matrimonio” meglio noto come Codice Rosso. È la declinazione pratica del principio per cui, se vivi in Italia, devi far tuo il modo di vivere e pensare italiano. Che ha radici cristiane. Basti pensare alla reciprocità di diritti e di doveri che san Paolo stabilisce quando dice che i coniugi possono amarsi o non amarsi solo di comune accordo (1 Cor 7,4). Ma così la libertà religiosa dove va a finire? I musulmani non sono liberi di fare come vogliono? Per secoli l’hanno fatto anche i cristiani! Non so bene come funzioni nel mondo musulmano, ma di certo i matrimoni combinati che si facevano nell’Europa cristiana non erano secondo il vangelo. Per questo ho voluto citare san Paolo (che peraltro in altri passi delle sue lettere risente negativamente della mentalità del suo tempo). In ogni caso, cristiani o musulmani, in Italia il principio è quello della libertà perché senza libertà non c’è amore e in un matrimonio di amore ce ne deve essere: ameno un po’, almeno agli inizi. Lo sapevano bene la figlia del 45enne e la sorella che, scappando con i rispettivi veri fidanzati, hanno fatto scoppiare il caso. E meno male.
Tratto da METRO