Blog / Scritti segnalati dal blog | 29 Marzo 2019

Juan Vicente Boo – Pontefici espressione del mercato

Segnalo, dopo Come influenzare un conclave, un secondo articolo di Juan Vicente Boo, vaticanista del quotidiano spagnolo ABC, sempre scritto per la rivista Alfa y Omega, con una mia traduzione all’italiano [chi avesse suggerimenti per migliorarla è benvenuto].

Alcuni milionari americani cattolici, abituati all’economia di mercato e alla politica “di mercato” – abituati cioè a fare lobbying pagando le campagne elettorali di alcuni candidati per ottenere certe leggi – da tempo stanno investendo per avere una specie di “Chiesa espressione del mercato” che possa piacere loro. Alcuni lo fanno per vanità, altri per malizia. L’avvocato californiano Tim Busch, membro della Papal Foundation e del consiglio di amministrazione della catena televisiva EWTN, si è vantato con il The New York Times di aver pubblicato il penoso manifesto dell’ex-nunzio Viganò su un periodico di proprietà del gruppo editoriale fondato da madre Angelica: “L’arcivescovo Viganò – ha detto – ci ha reso un ottimo servizio”. I suoi milioni gli permettono di finanziare la Business School Busch – l’Università cattolica americana – che lo scorso anno ha reso omaggio a Charles Koch, il miliardario dell’industria del carbone, noto per la sua ostilità alla Laudato Si.
Questa Business School dell’università dei vescovi americani sarà, come ha detto Busch in un discorso, “il pulpito magistrale del Vaticano e della Chiesa» che fino a qui ancora non ha predicato bene le virtù del capitalismo. Busch aveva anche dichiarato che nello scorso mese di ottobre, aveva intenzione di utilizzare quel “pulpito” per affrontare la vera riforma di cui la Chiesa Cattolica ha bisogno. Aver visto come 20 anni fa Marcial Maciel sfuggiva alle sanzioni che lo dovevano colpire intrecciando dentro il Vaticano delle relazioni sulla base di regalie milionarie mi ha messo in guardia contro “i donatori tossici”. Però mai avrei immaginato che l’ex cardinale Theodore McCarrick – che pure elargiva bustarelle – abbia spalancato le porte, forse senza volerlo, alla Papal Foundation che ha l’obiettivo di promuovere “pontefici espressione del mercato” e gente decisa a dire a Francesco quello che dovrebbe fare e a castigarlo rumorosamente, attraverso i portali digitali conservatori che finanzia, quando non gli obbedisce. Un vescovo americano ha spiegato che ci sono tre tipi di donatori: quelli che danno per aiutare, quelli che danno per vanità, e quelli che danno per comprare appoggi, come fanno con i politici. Questi ultimi sono pochi, ma le grandi quantità di denaro di cui hanno bisogno i vari enti di beneficenza vaticana dà loro la possibilità di farsi strada così da rendere il Vaticano dipendente dai donatori americani e dalla Chiesa tedesca. Durante il volo per Fatima del maggio 2010, mentre per iniziativa personale aveva deciso di parlare della questione degli abusi sessuali, Benedetto XVI aveva messo in guardia i giornalisti con queste parole: “Le maggiori persecuzioni contro la Chiesa non vengono mai dai nemici esterni ma nascono dal peccato nella Chiesa”. E ci sono sempre degli opportunisti in giro che ne approfittano.

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Qui l’originale spagnolo

Algunos millonarios católicos americanos, habituados a la economía de mercado y a la política de mercado (pagar campa- ñas electorales para conseguir leyes), llevan tiempo invirtiendo en una es- pecie de Iglesia de mercado a su propio gusto. Unos por vanidad y otros por malicia.
El abogado californiano Tim Busch, miembro de la Papal Foundation y del consejo directivo de la cadena televisiva católica EWTN, presumía en The New York Times de haber publicado el penoso manifiesto del exnuncio Viganò en un periódico propiedad de esa cadena, fundada por madre Angélica: «El arzobispo Viganò nos ha prestado un gran servicio».
Sus millones le permiten financiar la Escuela de Negocios Busch –en la Universidad Católica de América–, que el año pasado homenajeó a Charles Koch, el multimillonario de la industria carbonera conocido por su hostilidad a la Laudato si.
Esa escuela de negocios en la universidad de los obispos americanos es, según dijo Busch en un discurso, «el púlpito magisterial para el Vaticano y para la Iglesia», que todavía no predica bien las virtudes del capitalismo. En octubre, Busch utilizará ese púlpito para abordar la autentica reforma que necesita la Iglesia universal.
Haber visto hace 20 años cómo Marcial Maciel se abría paso en el Vaticano y escapaba de castigos a base de repartir millones me alertó frente a los donantes tóxicos. Pero no imaginaba que el excardenal Theodore McCarrick –que también repartía sobres– hubiese abierto sin querer con la Papal Foundation las puertas de acceso a tantos pontífices de merca- do, decididos a imponer a Francisco lo que tiene que hacer. Y a castigarle ruidosamente, desde los portales digitales conservadores que financian, cuando no les obedece.
Un obispo americano comentaba que hay tres tipos de donantes: los que dan para ayudar, los que dan por vanidad, y los que dan para comprar influencia, como hacen con los políticos. Estos últimos son pocos, pero les facilita colarse el elevado consumo de dinero de varias instituciones benéficas del Vaticano, que crean dependencia respecto a los donantes norteamericanos y la Iglesia alemana.
Durante su vuelo a Fátima en mayo de 2010, refiriéndose por propia inicia- tiva a los abusos sexuales, Benedicto XVI advirtió a los periodistas: «La mayor persecución contra la Iglesia no viene de enemigos externos, sino que nace del pecado dentro de la Iglesia». Y nunca faltan oportunistas alrededor.