Articoli / Blog | 29 Dicembre 2018

Agi – Quanto tempo ci è rimasto per salvare il calcio (e non solo)

Mentre Massimiliano Allegri dichiarava davanti alle telecamere quanto fosse grave che i presidenti dei club togliessero credibilità agli arbitri, un tifoso interista veniva ucciso nei disordini che contornavano Inter-Napoli. Quel tifoso si chiamava Daniele Belardinelli, aveva 35 anni, in passato era già stato “daspato”.

Allo stesso modo, le parole di Carlo Ancelotti scandite nel dopo partita a proposito dei cori razzisti contro Koulibaly, assumevano il pesantissimo privilegio di diventare profetiche, di narrare un pericolo temuto che si materializza. L’allenatore del Napoli raccontava di aver chiesto per tre volte alla Procura Federale di sospendere la partita per gli ignominiosi slogan che rendevano impossibile proseguire la prestazione; inascoltato, aveva affermato che in futuro, in situazione analoga, avrebbe chiesto ai giocatori di lasciare il campo “e, al limite, ci daranno partita persa”.

Una lezione da lui come da Allegri che, usando parole sferzanti a proposito dei presidenti che si lamentano a freddo degli arbitri, aveva ricordato un principio semplicissimo, e cioè che le istituzioni servono a proteggere i deboli: ovvero, nel caso delle partite, innanzitutto quei tifosi che se potessero andrebbero allo stadio con le loro famiglie e i loro bambini. “La responsabilità degli incidenti fuori dagli stadi è di quei tesserati che, con le loro esternazioni, fanno crescere la tensione. Dico il mio parere non da allenatore ma da cittadino italiano. Così facendo togliamo alle famiglie l’entusiasmo di venire allo stadio. È molto semplice: ci sono delle regole. Quando uno va fuori dalle righe ci sono le squalifiche. Non c’è tanto da inventare”.

E’ quasi scaduto il tempo per salvare il calcio sano

Quando persone come Ancelotti e Allegri, sapendo di essere ascoltati da milioni di italiani e non solo dai tifosi, si assumono le loro responsabilità, significa che il calcio è ancora sano e che lo è il nostro Paese. Ma significa anche che bisogna fare in fretta, che non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo ritornare a pensare che le istituzioni esistono per proteggere i deboli non per angariare i violenti.

Tarzan che volteggia di liana in liana non ha bisogno di strade; Tarzan che si difende uccidendo non ha bisogno di polizia; Tarzan che non si ammala mai non ha bisogno di ospedali. Ma chi non è Tarzan, e cioè ciascuno di noi, necessita di strade, di polizie e di ospedali. Cioè di istituzioni.

Cosa c’entrano Ancelotti, Allegri ed Emma Bonino 

Ancelotti ed Allegri chiedono che le istituzioni con le loro norme ritornino a difendere la convivenza comune, che intervengano a tutela del riconoscimento di regole che sono assolutamente necessarie per mantenere le possibilità di dialogo e di accordo in una società civile.  Non a caso, pochi giorni prima di Natale, Emma Bonino dagli scranni del Senato era ricorsa alla metafora calcistica quando aveva condannato la poca cultura istituzionale degli uomini di governo affermando che la democrazia è in pericolo quando il dibattito si svolge “in un’atmosfera da curva Sud”.

Il Natale ci insegna questo rispetto attraverso la vicenda di Giuseppe e Maria che si sottopongono al censimento romano, benché questo atto fosse odioso per una persona di religione ebraica e, pur consapevoli del Mistero che aveva investito le loro vite, avevano condotto con normalità tutti gli atti di purificazione o i riti di presentazione e offerta al Tempio previsti dalla loro religione. 

Persino il presepe che ci conduce presso una stalla, ci dice che per contemplare un Mistero c’è bisogno di un tempo e di uno spazio certo: magari precario, come una stalla, ma individuato ed individuabile precisamente. Uno spazio e un tempo verso cui possano convergere tutti: ricchi e sapienti come i Re Magi ma anche poveri e deboli come i pastori. Uno spazio necessario soprattutto per i secondi. Perché i primi hanno la forza e le risorse di viaggiare per migliaia di chilometri, i secondi invece riescono solo a camminare verso una mangiatoia. Magari piccola ma che sanno con precisione dove trovare.

Tratto da Agi