Domenica 22 aprile – Mauro Leonardi
Commento al vangelo (Gv 10,11-18) del 22 aprile 2018, domenica della IV settimana di Pasqua, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
La coerenza tra le parole di vita eterna e l’esistenza terrena di Cristo, tra il suo essere vero Dio e vero uomo, si rivela nell’essere buon pastore: nel fatto che è Lui a dare la sua vita. Non solo nel momento della Croce, ma sempre. In un’esistenza continuamente esposta all’umanità a partire dal presepe, fino all’ultimo respiro sulla croce.