MIO Anno III n. 7/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Sanremo e la sana allegria
Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù
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Caro don Mauro, sono una persona anziana ma attiva. Faccio volontariato, mi occupo dei nipoti: insomma ho una vita piena. Ogni tanto però mi piace rilassarmi davanti alla televisione e in questi giorni sto guardando Sanremo. Quello che provo è che Sanremo non solo non comunichi valori ma dia un’immagine del paese del tutto falsa. Fuori la gente fatica a sbarcare il lunario e al Festival invece sembra che vada tutto bene. È tutto un lustrino e un commento sul vestito più o meno azzeccato. Trovo questo distacco tra vita reale e TV veramente pericoloso e diseducativo. La Rai secondo me dovrebbe offrire anche formazione tramite le due trasmissioni. (Bruno, Firenze)
Caro Bruno,
complimenti per come riempi la tua vita. Capisco le tue preoccupazioni e in parte le condivido: in un momento difficile come il nostro non sarebbe male uno stile più morigerato mostrando più attenzione ed empatia ai problemi reali magari anche attraverso una concreta riduzione dei compensi dei presentatori e degli ospiti. Tuttavia credo che uno spazio di relax, di divertimento, possa essere di aiuto al nostro paese: una pausa, per la gente abituata a lavorare e faticare tra le incertezze, una risata dopo tante notizie brutte, fa bene. L’importante che questa pausa di allegria e disimpegno sia allestita con professionalità e con un occhio sempre puntato alla realtà del paese. Mi piacerebbe per esempio che ci fossero anche canzoni che trattino temi sociali con qualche valore da far passare in modo piacevole al grande pubblico: qualcosa che faccia riposare ma anche riflettere. È chiedere troppo a Sanremo?