Agi – Se il politico non crede in nulla l’elettore se ne accorge
I politici che non credono in nulla sono quanto di peggio possa capitare a un paese. Un politico che non crede in nulla è molto peggio di un politico che ha convinzioni sbagliate. Il politico che ha delle convinzioni – sbagliate o giuste che siano – cerca di portare gli elettori sulle proprie convinzioni, su ciò che ritiene essere la verità. Cerca, per lo meno, la verità possibile da realizzare per il proprio paese durante una certa legislatura. Costui, dunque, cercherà di spiegare, di portare convinzioni, di far convergere interessi, di ottenere consensi che non saranno semplicemente il consenso dell’avere un voto in più ma il consenso che nasce dal desiderio di aderire a un patto che, appunto, è verso ciò che il politico crede essere il bene del Paese.
Il politico invece che non ha nessuna convinzione si muove solo per farsi votare. Non pensa veramente che sia meglio lo Ius Soli o lo Ius Sanguinis o lo Ius Culturae ma semplicemente studia attraverso sondaggi e analisi più o meno sofisticate quanti voti può ottenere con una scelta piuttosto che con un’altra. Fatto il calcolo, promette un impegno che certamente, finite le elezioni, non verrà mantenuto. Un impegno mosso da un vero convincimento rimarrebbe vivo qualsiasi fosse il risultato delle elezioni, nel nostro caso invece qualsiasi risultato delle elezioni otterrà di azzerare l’impegno perché esso – l’impegno – traeva la sua energia solo dalla ricerca del risultato. Quindi se il risultato elettivo sarà negativo per forza di cose l’impegno non ci sarà; ma anche qualora il risultato ci fosse l’impegno cesserebbe perché gli ostacoli che inevitabilmente si frapporrebbero per realizzare la promessa sarebbero maggiori dell’energia necessaria, della motivazione ideale, di una forza che non c’è mai stata.
Purtroppo però, i danni ottenuti dal politico che non crede in nulla, che si muove solo per vincere le elezioni, non finiscono qui. Il suo comportamento infatti mina la fiducia della gente, la spinge a non votare e ad allontanarsi dal mondo della politica. Quando l’elettore dà il suo voto a un politico che non mantiene le sue promesse vede ferita la propria fiducia. Se ci si trova in un sistema sano dove i politici sono mossi da autentiche convinzioni che siano tali, non importa quanto giuste o sbagliate, ma, comunque, veri ed autentici convincimenti personali, l’elettore deluso potrebbe rivolgersi verso altri politici. Potrebbe pensare: il convincimento del politico cui ho dato il mio voto è risultato errato, la prossima volta voto il suo avversario. Oppure, potrebbe pensare: ho dato il mio voto a un politico che ha fatto promesse nelle quali non credeva, la prossima volta voterò chi crede in quello che dice. Ma se questo elettore si trovasse in una situazione che gli fa credere che nessun politico sia mosso da reali convincimenti, vedrebbe la sua fiducia nella politica, nelle elezioni, totalmente azzerata e non andrebbe più a votare. Il che, purtroppo, è quello che avviene. E, forse, la motivazione, almeno in parte, è proprio quella che ho raccontato.
Tratto da Agi