
Mercoledì 27 dicembre – Mauro Leonardi
Commento al vangelo di mercoledì 27 dicembre 2017, San Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. (Gv 20, 1-2.11-18)
Giovanni ha ben compreso che i cristiani non si riconoscono dal nome o dalle appartenenze a questo o a quel maestro o discepolo, ma semplicemente dall’amore: in un vangelo in cui ricorrono i nomi di tutti, da Maria di Magdala a Pietro, Giovanni tace il proprio: non per falsa modestia ma perché per dare testimonianza della fede in Gesù, basta il gesto di farsi obbediente alla sua parola e di cedere il passo a Pietro che Gesù aveva voluto come successore. Invece i nomi di Maria di Magdala e di Simon Pietro vengono ricordati per intero perché, per ragioni diverse, testimoniano dell’azione redentiva di Cristo e del suo rivelarsi ai semplici restituendo loro piena autenticità e verità di vita.