METRO – Fake news, il “cortile” dei nativi digitali
Dire che i nostri ragazzi sono nativi digitali è riduttivo. Sono viventi digitali. Perché il loro quotidiano è continuamente collegato alla rete. Internet è davvero per loro il cortile dove un tempo si trovavano gli amici per giocare. Amicizie, amori, litigi, casa, scuola e sport, tutto passa per lo smartphone e tocca all’utente, non alla tecnologia, dirimere la fake news dalla verità, l’essenziale dal superfluo. Educare un ragazzino a tutto ciò pare un’impresa disperata, molto più difficile di quella dei nostri genitori quando le nostre mani iniziavano a maneggiare il telecomando. Eppure è possibile riuscirci se si decide di puntare con rigore al valore primordiale di ogni ragazzino che, sembra incredibile, è anche il valore primordiale della rete: alla lunga vince sempre l’autenticità. Se sei su un blog non devi dire tutto, forse devi dire quasi nulla: ma il poco che dici deve essere rigorosamente vero. Se parli dell’unghia del tuo dito mignolo dillo, dichiaralo, parla solo di quello: ma parla veramente della tua unghia. Perché per circuiti misteriosi prima o poi si verrà a sapere se l’unghia che mostri è la tua e, se non lo è, sarai squalificato per sempre. Come nei “giri” degli adolescenti dove se non vuoi andare ad una festa perché non ti va, devi dire che non ci vai perché non ti va: altrimenti, non si sa come, la verità salterà fuori e sarai bugiardo per tutta la scuola.
Tratto da Metro