2 novembre – La violenza della morte
Il viaggio è stato lungo. Abbiamo contato tutte le macchine rosse, abbiamo contato tutti i campi di girasole, abbiamo salutato tutte le auto che ci sorpassavano e ora sei crollata dal sonno. Ti guardo dallo specchietto. La testa reclinata, gli occhi chiusi, la guancia schiacciata sul cuscino che ti porti sempre dietro. Sorpasso una fila di camion con scritto “animali vivi”. Il muso di un maiale tra le grate di un camion. Meno male, Marta, che dormi. Avrei dovuto mentirti per dirti dove va quel maiale e non voglio farlo. Voglio nasconderti la violenza della morte perché ti auguro una vita felice. Ai grandi si augura il paradiso, ai bambini una vita felice. Che ti senti come Marta che dorme sul sedile di dietro. Che sa che può stare dietro perché chi la porta è uno che la ama. Ed è così bello sapere una cosa così. Non capire, non capirci nulla, eppure sapere che puoi dormire dietro perché c’è qualcuno che ti porta, che ti ama di cose fatte insieme. Uno che lo sai che sarà insieme con te da vecchia. E lui guida e arriverete tutti e due.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.