MIO Anno II n. 42/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Nessuno giudichi gli altri
Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù.
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Caro padre Mauro, sono mamma di una bimba affetta dalla sindrome di Down. Sono felice ed orgogliosa della mia bambina. Come immaginerà sono rimasta commossa e colpita dalla notizia dell’uomo single di Napoli che ha ottenuto in adozione una bambina speciale come la mia. Nonostante la grande ammirazione per quest’uomo però, non mi sento di gettare la croce su chi non ha voluto tenere la bambina perché allevare un bimbo speciale richiede forze che a volte non bastano: si deve resistere a operazioni al cuore, visite continue, la certezza che tuo figlio avrà sempre difficoltà a scuola e nella vita. Non sottovaluterei nemmeno l’aspetto economico perché cure, medicinali, controlli sono tanti e non sempre la mutua copre tutto. Lei mi dirà: ma tu ce la stai facendo! Sì, c’è la sto facendo ma, mi creda, a volte le forze non bastano e ti ritrovi a piangere, a pensare a cosa sarà di tua figlia quando tu non ci sarai, a pensare che quel suo sorriso che per te è solo gioia e purezza per tanti sarà solo fragilità da dileggiare o di cui approfittare. È dura. (Alina, Bergamo)
Cara Alina, la tua lettera trasuda coraggio, buonsenso e amore. Tu, madre di una bimba speciale, non innalzi il rapporto con tua figlia a modello e vessillo di verità da scagliare con chi non ce la fa, ma delinei una quotidianità normale irta di difficoltà. Mi commuovi perché non proponi ideali di astratta santità ed eroismo, ma cerchi di comprendere e di capire il punto di vista di chi non riesce ad affrontare l’esperienza di allevare un figlio con una disabilità. Per questo io mi inquieto quando sento persone che inneggiano ai valori e poi si tirano indietro.