Articoli / Blog | 24 Agosto 2017

MIO Anno II n. 33/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Essere onesti paga sempre

Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù.  

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Caro Don Mauro,
sono una moglie e una madre delusa e preoccupata. A mio marito, lavoratore onesto e integerrimo, è stata rifiutata una promozione che meritava e che tutti i colleghi davano per certo fosse sua. Invece la scelta è ricaduta su un collega che non ha gli stessi titoli ma ha un cognome “importante”. Quando mio marito ha chiesto spiegazioni gli è stato detta non la verità ma è “troppo puntiglioso” (cioè troppo onesto). Per quella carica, invece, c’era bisogno di freschezza e di flessibilità. Ora io ho un marito indignato e depresso io come madre, visti i risultati, non so come fare a proporre ai miei figli i valori dell’onestà e del lavoro. Forse è meglio fare i furbi! (Anna, Capiago)

Cara Anna,
il tuo dolore e la tua rabbia non solo sono comprensibili ma ti fanno anche onore perché indirettamente mostrano proprio quanto tieni all’onestà e al sacrificio anche se ora non li vedi riconosciuti adeguatamente nella professione di tuo marito. Quello che posso dirti è di provare a considerare due cose. Innanzi tutto, essere onesti, lavorare, dare il meglio di sé sono valori che uno segue perché ci crede e nella propria dignità c’è già una bella ricompensa. In secondo luogo penso che una sconfitta immeritata abbia molto da insegnare: cosa diresti ai tuoi figli se tuo marito avesse vinto “imbrogliando”? Un uomo non è tale se vince sempre: un uomo è tale se si comporta da uomo sempre: e lo ha mostrato recentemente anche uno sportivo come Usain Bolt che, abituato a una vita lastricata di medaglie d’oro, ha lasciato la carriera sapendo vivere da “grande” il suo terzo posto.