
Lettera di Gabriella Pandolfi – Un capo scout si deve dimettere perché è gay?
Ringrazio il blog Come Gesù che mi dà la possibilità di dire la mia opinione sul parroco che invita il capo scout a dimettersi perché ha celebrato l’unione civile con il compagno e di far conoscere il comunicato stampa di Cammini di Speranza. Sono andata a cercare l’articolo di Carmelo Leo che riportava le dichiarazioni del parroco di Staranzano. Stupisce ed intristisce leggere, una volta in piu’, delle parole che invitano ad emarginare, in modo veramente poco cristiano, chi fa parte di una minoranza. La domanda dovrebbe essere diversa.
È il capo scout in grado di rivestire quel ruolo?
– Si, lo e’ (fino a quel momento lo e’ stato!)
Quindi le sue capacita’ di educatore e coordinatore dei ragazzi non possono essere messe in discussione.
Se lui non si fosse sposato ed avesse continuato a vivere una vita di coppia “nascosta” probabilmente don Fragiacomo non avrebbe detto nulla, pur sapendo della sua convivenza.
La cosa grave, della nostra società è di considerare indegna l’omosessualità in quanto tale, senza minimamente vedere chi è la persona presa in considerazione. Ci sono eterosessuali a frotte, indegni di rappresentare chicchessia.
E, continua l’articolo: “Il sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan, che ha celebrato l’unione civile, ha spiegato di non volere entrare “nel merito delle decisioni del parroco, della parrocchia o della Curia, anche se ho i miei pensieri”. Il primo cittadino del comune bisiaco però ricorda: “Alla cerimonia, la prima di questo genere che celebravo, era presente buona parte del paese e molte associazioni. È stata una festa e ho visto tante persone felici”. Tra queste vi era anche il viceparroco e guida spirituale degli scout, don Genio Biasiol, intervenuto “come amico della coppia e come prete”.
e meno male! Grazie, don Biasol!
E infine: “Già nel 2012 l’Agesci era stata al centro di alcune polemiche relative all’omosessualità: in quell’occasione, in seguito ad un convegno sul tema, erano state dettate alcune linee guida per i capi scout Agesci, cui veniva vietato di fare coming out (quindi si puo’ essere omosessuali, ma solo di nascosto!!)per evitare di “turbare e condizionare i giovani”. Giovani che, in situazioni del genere, avrebbero dovuto consultare uno psicologo per essere “educati all’eterosessualità”!?!?!?
Ma perche’ non ci si preoccupa invece della pedofilia? Di quei bravi “padri di famiglia” che con moglie e figli, dedicano le loro attenzioni ai minori, maschi o femmine che siano?
Forse ci stiamo perdendo qualche passaggio importante.
________________
COMUNICATO STAMPA – Un progetto di vita di coppia mette in secondo piano i carismi di un capo scout gay?”
Roma, 6 giugno 2017 – Cammini di Speranza sui capi scout gay “Un progetto di vita di coppia mette in secondo piano i carismi di un capo scout gay?”
Cammini di Speranza esprime sorpresa per la denuncia fatta al vescovo di Gorizia dal parroco di Staranzano sull’incompatibilità tra il servizio di capo scout e le scelte affettive e progettuali di un capo scout gay unitosi civilmente con il suo compagno.
“Riteniamo siamo indicazioni e preoccupazioni obsolete – ci dice il portavoce di Cammini di Speranza Andrea Rubera – che probabilmente va contro anche le strade pastorali incoraggiate da papa Francesco che suggeriscono l’incontro con la persona a partire dalla condizione in cui si trova.”
“È ovvio che il capo scout ha realizzato un suo progetto di vita e di coppia non previsto dall’attuale dottrina cattolica – continua Rubera -. Come si può ipotizzare, però, che il suo progetto di vita e di coppia sia incompatibile con il suo servizio come capo scout?
Chi è stato scout sa bene che i carismi del capo, riconosciuto come tale, non hanno a che fare con il suo orientamento sessuale ma sulla capacità di ispirare, guidare, animare e volere bene.
In un mondo di affettività frammentate, ricomposte, indecifrabili, testimoniare con trasparenza, verità e semplicità un progetto affettivo solido, oblativo e generativo, dovrebbe essere considerato un valore e non una ragione di esclusione.
Auspichiamo che questo evento sia occasione per una profonda riflessione all’interno di AGESCI, e delle comunità cattoliche tutte, sia sulla conoscenza della condizione omosessuale sia sull’individuazione di percorsi inclusivi e di incoraggiamento della relazione come dimensione progettuale è costruttiva.
Cammini di Speranza conferma di essere a disposizione di ogni comunità che voglia iniziare questa riflessione.
Per informazioni:
CAMMINI DI SPERANZA
E-mail: [email protected]
Website: camminidisperanza.org
Twitter: @cdisperanza
#chiesaascoltaci
Facebook: Cammini di Speranza
Portavoce: Andrea Rubera (335 7510922)
_________
Gabriella Pandolfi è di Amatrice